Capitolo 43

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Althea.

Tum.

Tum.

Tum.

Un battito regolare che so non rimarrà ancora a lungo.

Si espande nella orecchie, un suono ovattato, che mi anima, e mi costringe a muovermi.

Un battito che non è mio.

Lo sento lungo il legame, risuona in ogni mio osso, pompa nelle mie vene, e cerca di calmare il mio di cuore, già pronto a ciò che mi chiederanno.

La vita di un'incantamenti è scandita da richieste precise, che ti daranno incubi per mesi, sensi di colpa discutibili, e l'impressione che nonostante tutti ti dicano che stai facendo facendo del bene, in realtà, la cattiva della storia, sarai sempre tu.

E la cosa che fa più male, non è la conoscenza di quello che vivrò, del male che farò, ma il suono del cuore di Caleb, totalmente ignaro e rilassato, com'ero io la prima volta.

Il dolore che sento, non è per la spalla, ma per lo schiaffo di realtà che si abbatterà presto sul mio compagno, la stessa secchiata d'acqua gelida che ha colpito mio padre la prima volta che mi ha vista all'opera e se lui non è riuscito a guardarmi negli occhi per una settimana, non so come potrà reagire Caleb.

Ti ha già vista, e non ci ha abbandonate. Hai fatto la stessa cosa su Adax ed è rimasto.

La realtà è che in queste parole non ci credo nemmeno io, non importa quante volte io me lo ripeta, mentre andiamo nei sotterranei e scendiamo in quei luoghi da incubo. Una parte di me è realista e sa che gli farò schifo, e mi vedrà con lo stesso ribrezzo che provava Dan all'inizio.

Qua sotto ci sono delle infiltrazioni ed alcune gocce d'acqua cadono dal soffitto a ritmo regolare, incontrando le pozze che sono già a terra, e finalmente non è più il suono del cuore di Caleb ad animare la mia mente.

I sotterranei sono formati da pietre levigate, a terra, e non hanno nulla a che vedere con lo sfarzo e la perfezione che vengono ostentati al piano superiore.

Alec sosteneva di sentire odore di morte, e qua sotto lo sento anch'io.

Tolin mi posa una mano sulla spalla, quando la guardia reale si ferma di fronte ad una porta in legno, curvata dall'umidità e spessa almeno dieci centimetri. C'è un riquadro posto nel primo terzo in alto, e li c'è una grata da cui guardare.

<<Ricordati perché lo fai, in questo caso non puoi scegliere.>> Caleb ci guarda confuso estraniato completamente dalla realtà.

<<Lo so.>> Tolin annuisce ed abbozza un sorriso, questo significa che qualunque cosa io mi sia immaginata, sarà infinitamente peggio.

La guardia ci apre la porta ed ora vengo buttata dentro la realtà, l'uomo sanguinante giace legato sulla sedia, di fronte a lui due pezzi da novanta come Alita ed Adax che conducono un interrogatorio irrealistico.

Lui abbozza un sorriso, i lineamenti affilati si tendono in un ghigno che fa paura da quanto sia insofferente.

<<Volete spaventarmi con una ragazzina? Il mio comandante è un'ergasia.>> puntualizza ed io ho una stretta allo stomaco.

'Ci rivedremo...forse.' aveva detto prima di ferirmi e battere ritirata con i pochi dei suoi che erano rimasti.

<<Althea.- mi richiama Alita, mi concentro sui suoi occhi, il suo sguardo materno che si infrange nel mio impaurito. -Sai perché ti abbiamo mandata a chiamare.>> annuisco.

<<Aspettate.- è la voce di Caleb ad infrangere il silenzio spettrale che si era creato in questa stanza, il suono del suo cuore finalmente accelerato -È ferita, non potete richiederle di presenziare ad un interrogatorio in queste condizioni.>> Alita sospira, mentre Adax abbozza un sorriso.

La guardia del re - 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora