Capitolo 44

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Caleb

È strano.

Sentire sulla propria pelle un dolore che non è tuo, è strano, perché siamo abituati a percepire solo il nostro.

I recettori del dolore possono funzionare anche per empatia, e non serve essere un'incantamenti per sentirlo.

Quando sto per seguire la mia compagna, però, la mano di Tolin mi afferra il polso, una stretta ben salda che non lascia scampo a decisioni personali.

<<No...lasciala stare.>> lo guardo inorridito e contrariato.

<<È ferita, spaventata e stanca...ed io dovrei rimanere qui e lasciarla vagare per tutta la notte, ed andare chissà dove?>>

<<Non attenteranno alla sua vita di nuovo stanotte...ed ha bisogno di stare da sola, te l'ha chiesto lei.>> risaliamo da quel buco che sono i sotterranei, luogo di dolore e paura.

La mia compagna mi ha raccontato di aver avuto paura di questo posto. A quanto pare la prima volta che è scesa qua giù aveva dieci anni e l'hanno usata per un interrogatorio. In quell'occasione mi ha detto di aver sentito le pareti urlarle addosso la sofferenza che avevano visto.

Alla mia espressione confusa ha risposto con naturalezza 'Sapevano che ero l'unica che voleva ascoltarle...tu parleresti mai con qualcuno che ti ignora?'

<<Ho visto Althea andarsene.- dice Clark appena ci vede, nel corridoio per la sala del trono, il suo viso è illuminato dalla luce di Shahd, decisamente più calda e confortante di quella dei candelabri. È visibilmente stanco dopo la nottata che abbiamo passato e che lui immaginava in modo decisamente diverso -Tutto bene?>> Shahd di fianco a lui si morde il labbro.

<<Le hanno fatto condurre l'interrogatorio, vero?>> chiede, con un filo di voce, il vestito le sta ancora d'incanto mentre i capelli sono stati raccolti in una crocchia scomposta ed improvvisata. Mi ritrovo ad annuire.

Io odio queste serate, odio non averne il controllo, odio la paura costante di perdermi e non sapere come ritrovarmi.

Odio che ci abbiano diviso così, di nuovo.

I miei uomini si radunano intorno a me, come se avessimo già deciso dove vederci, e all'appello manca solo Althea, un'assenza che pesa più di un macigno. Alec ha gli occhi spenti della sorella e guarda la spalla di Li, incapace di dire nulla.

Althea è stata definita un collante da Alita, quando ancora non sapevo che sarebbe diventata la mia compagna, né tanto meno che fosse una donna. Ma ora che non c'è, posso dire che è vero, Althea tiene insieme il gruppo con la sua sola presenza.

<<Siete stati bravi stasera, nessuno escluso.- vedo tutti gli sguardi puntare su di me, occhi diversi pieni di emozioni, che passano dalla stanchezza alla speranza, per arrivare all'orgoglio. Non sono quel tipo di persona che si spreca nei complimenti e negli elogi futili -Avete gestito una situazione di emergenza nel modo in cui mi sarei aspettato, mantenendo la calma e la sicurezza con cui vi siete addestrati. Sapete mantenere il controllo delle truppe sotto di voi ed avete sviluppato ottime connessioni, dimostrando di saper lavorare in autonomia, oltre che come gruppo.- loro annuiscono, la gratificazione è importante e quando si lavora bene, deve essere riconosciuta. -Ora andate a dormire, domani si riparte nel primo pomeriggio, avete la mattinata libera. Alita è già stata informata.>>

Annuiscono tutti, prima di trascinarsi via con passi pesanti. Gli unici a rimanere immobili sono Alec e Shahd, che aspettano prima di parlare.

<<Caleb..- mi richiama Alec, con voce spenta e bassa. Un sussurro. -Valla a cercare. Non so cos'è successo, ne voglio saperlo, ma è distrutta, e quando è così mia sorella diventa pericolosa.>> sospiro, e guardo di fianco a me, aspettandomi di vedere Tolin, con l'espressione contrariata da questa preoccupazione, secondo lui, futile.

La guardia del re - 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora