Capitolo 15 pt. 1

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Althea

Nehet era considerato da mio padre un pozzo inesauribile di conoscenza. Non so se effettivamente si fossero mai incontrati, ma questa convinzione mi aveva alleggerito il cuore, almeno fino ad ora.

La torre astronomica di Nehet è, infatti, la rappresentazione perfetta dell'ultimo posto in cui vorresti ritrovarti a passare la notte o anche solo un'ora.

Un'alta costruzione in mattoncini grigi, diventati praticamente neri per la sabbia vulcanica presente sulla spiaggia.

<<Accogliente mi dicono..>> commenta Clark, trattengo una risata. 

Diciamo che era il pensiero di tutti e lui l'ha solo tramutato in parola. 

Intorno alla torre è pieno di cartelli che chiedono agli avventurieri di allontanarsi oppure andranno incontro a terribili conseguenze. 

<<C'erano anche l'ultima volta che sono venuto ad interpellare Nehet, non preoccuparti.>> mi rincuora Caleb. 

Quello che non è minimamente rincuorante è la terra intorno ai cartelli, è viva, piena di piantine spontanee, e si vede che nessuno si avvicina più alla torre da tempo. 

<<I cavalli non vogliono proseguire.- conclude Tolin,  in effetti l'unica che sembra non essere spaventata da questo luogo è Thunder -Dovremmo avvicinarci a piedi.>>

<<Aspettate...Pod non sembra spaventato.>> mi volto verso Clark, in effetti il suo cavallo è tranquillo e sembra voler proseguire, esattamente come Thunder.

'Vieni'- tutti i miei nervi schizzano sull'attenti, per quella voce spettrale che sento riverberarmi in ogni osso. -'Vieni, figlia della notte'.- Clark sgrana gli occhi.

<<Althea, se sei stata tu, giuro che metteva i brividi.>> aggiunge lui, mentre Caleb sposta lo sguardo da lui a me e viceversa.

<<Cos'hai sentito?>> gli chiede il mio compagno.

<<Vieni...Vieni figlio del tempo.>>

<<Anch'io, però mi ha chiamata figlia della notte.>> un vento gelido si solleva dal mare, si insinua nelle nostre vesti, per poi scavare nella pelle e prendersi ogni briciolo di calore. 

Davanti a noi, su uno dei pali in legno dove alcuni anni fa venivano legate le navi, si materializza un uomo. 

Indossa la divisa blu della guardia, una spilla per ogni elemento è affissa sulla parte sinistra della giacca. 

Ha un ginocchio piegato e poggiato a terra, le mani sono posizionate una sul ginocchio alzato e l'altra su quello piegato.

Il cappuccio copre i lineamenti di quest'uomo che però immagino spigolosi e affilati.

<<Sirase, avevo detto di non tornare più.>> la sua voce è talmente profonda da farmi vibrare le costole, ed ogni secondo che passa sono sempre più tentata di andarmene.

<<Ci manda una dea, Adax ha preteso questo incontro.>> non riesco a vedergli il volto ma sento che sta sorridendo. 

<<Parlerò solo con la figlia della notte e il figlio del tempo...tu hai avuto la tua occasione.>> detto questo semplicemente scompare. Si dissolve al vento come fosse sabbia.

<<Mio padre non si chiamava tempo...quindi direi che potresti anche..>> inizia Clark, che viene prontamente interrotto dal mio compagno.

<<Clark!- lo richiama Caleb, il ragazzo sospira -Non la faremo entrare là dentro da sola...non che tu sia di grande aiuto.>> Clark lo guarda inorridito.

La guardia del re - 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora