capitolo 62

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Passò un'altro anno totalmente identico, il rapporto di levi ed itan andava a gonfie vele migliorando di giorno in giorno e da più di metà anno il padre di itan non si faceva più vedere, levi non ne conosceva il motivo ma itan gli diceva sempre di stare tranquillo e di essere contento di non vederlo più, levi era contento ma era preoccupato anche per itan che sembrava un po' diverso, non ci diede mai troppo peso perché passava molto più tempo con itan che ogni tanto portava giochi come le carte o forza quattro e ci giocavano insieme per tutto il pomeriggio con sua madre che li guardava sorridendo dal letto, esatto dal letto, la mamma di levi si era ammalata poco dopo la metà dell'anno, a quanto pare un cliente le ha contagiato una malattia mortale e senza soldi non potevano curarla, levi era triste molto ed itan cercava di fare il possibile per tirarlo su di morale insieme alla madre che continuava a dirgli di non preoccuparsi, ma levi come poteva non preoccuparsi visto che ora giaceva sul letto davanti a lui completamente deperita, il volto era quasi irriconoscibile, i capelli non c'erano quasi più, quei bei capelli che aveva sempre ammirato ora gli facevano quasi schifo e poi sua madre che gli chiedeva di porre fine alle sue sofferenze, il corvino avrebbe dovuto macchiarsi dell'omicidio di sua madre, era dannatamente stanco.
La vita del corvino si distrusse proprio quel giorno quando affondò il pugnale nel corpo della madre, si era sacrificato lui stesso un'altra volta per non vedere la sua mamma soffrire ma ora levi aveva il terrore di sé stesso...
si allontanò dal letto indietreggiando con gli occhi sbarrati, non riusciva a decifrare quel che aveva fatto, non riusciva a comprenderlo

-liamm-
-liam-
-liam aiutami-
-ti prego liam-
-ho paura aiutami-

levi gridò in un disperato bisogno di aiuto, aveva ucciso sua mamma e con lui non c'era nessuno, era totalmente da solo, itan lo aveva abbandonato e lui ora non sapeva cosa avrebbe dovuto fare

-liam perché mi hai lasciato solo-
sussurrò il corvino appoggiando la faccia sulle gambe vincolante con le sue braccia attorno, piangeva però diversamente da solito piangeva dentro, ora era da solo, non aveva nessuno e non sapeva se itan sarebbe mai ritornato da lui,  sua madre era morta e l'aveva ucciso lui... cosa avrebbe dovuto fare? Il corvino non riusciva a capirlo... passò tre giorni interi seduto sul pavimento freddo sempre nella stessa identica posizione senza ne mangiare ne bere, non aveva la forza di farlo era troppo stanco.

Il corvino era stanco e debole, era da una settimana che non vedeva itan ed era da tre giorni totalmente da solo, la stanza iniziava ad avere un odore nauseabondo, ma lui non poteva uscire da quella stanza, dentro di sé l'idea di togliersi la vita si faceva sempre più grande ma il pensiero di poter rivedere itan lo teneva ancorato in quel mondo a lui ostile...
si risvegliò dai suoi pensieri nel momento in cui sentì dei passi avvicinarsi alla porta della sua stanza, non si spostò minimamente dalla sua posizione non ne aveva le forze...
aveva paura, sentiva tanti passi diversi segno che erano più persone ma lui non aveva la forza di scappare o combattere, non ne ebbe la forza neanche quando tre uomini totalmente vestiti di nero della quale non si vedeva neanche la faccia lo presero di peso issandolo in spalla come un sacco di patate, doveva urlare ma non aveva più voce, aveva pianto e urlato troppo in quei tre giorni di totale solitudine, doveva dimenarsi e cercare di combattere, ma l'assenza di cibo si faceva sentire pesante come un elefante, ma in quel momento nella quale uno degli uomini stava per lasciare la stanza con lui in braccio rivide itan che gli sorrideva felice, fu il quel momento che si ricordò il motivo per la quale non si era ancora tolto la vita, liam.

-lasciatemi andare brutti bastardi-
urlò levi iniziando a dimenarsi sulla spalla dell'uomo che lo lanciò a terra senza fatica tenendolo fermo al muro dalle spalle

-la, lasciami andare-
urlò ancora il bambino cercando di muoversi senza risultati, ovviamente lui era ancora piccolo e per di più era molto più debole del solito

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