capitolo 47

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Erano passate ormai altre due ore da quando levi aveva intonato quella canzone che scrisse quando era in galera, levi andò a farsi una doccia mentre hanjie ed eren parlavano del più e del meno ancora seduti in cucina.

Levi in fondo al suo cuore era contento di sentire nuovamente la voce di eren per casa, ma sempre più in fondo si chiedeva se portarlo nella merda della sua vita fosse stata la scelta giusta, rise al pensiero che il suo moccioso si sentisse in colpa per averlo ferito, se lui si sentiva in colpa allora cosa dovrebbe pensare lui? Lo aveva portato a fondo, lo aveva ferito, abbandonato, distrutto, solo perché quei suoi dannatissimi occhi lo rapirono appena lo vide, tuttora levi si chiedeva come avesse fatto ad innamorarsi di un moccioso, alla fine lo conobbe quando aveva soltanto quindici anni e forse quel dannato giorno era stata la sua rovina più grande.

Levi uscì dalla doccia con solo un asciugamano in vita, si guardò allo specchio notando alcune cicatrici per fortuna poco visibili, quante frustate si era preso nella sua vita, si chiese il corvino passando la mano sul suo corpo, era stanco di tutto, del dolore fisico, del dolore emotivo ma soprattutto di combattere, più pensava più la sua mente andava a fondo, c'erano ancora troppe cose che levi non sapeva, troppe verità nascoste e questa consapevolezza lo mandava su tutte le furie oltre che a distruggerlo lentamente, ormai non capiva neanche più il motivo per il quale combatteva ancora, se quel giorno non fosse scappato dal carcere probabilmente sarebbe morto lì realizzando il suo sogno di sparire per sempre, eren si sarebbe trovato un ragazzo andando avanti con la sua vita dimenticandosi del corvino, hanjie sarebbe andata avanti come sempre dopo la loro separazione non si erano più visti e lei ci aveva fatto il callo, però isabel, furlan e sua madre non sarebbero stati salvati, è anche vero che kenny non sarebbe mai morto, troppi fatti sarebbero andati in modo diverso e pensarci distruggeva il corvino che ora si fissava allo specchio in totale silenzio, i suoi occhi grigi vuoti, privi di ogni emozione a parer suo ma lui stesso non sapeva di avere una tempesta dentro di sé che da un momento all'altro sarebbe sfociata in qualcosa di grave, levi si chiese soltanto un ultima cosa, perché? Perché non poteva lasciare questo mondo? Ma la sua risposta l'aveva già, nonostante la sua mente dicesse basta il suo corpo continuava a combattere da solo come se avesse anima propria.

-levi, ci sei? tra poco dobbiamo partire-
la voce di hanjie si fece largo all'interno del bagno ancora fumante per la doccia bollente che il corvino si era appena fatto, lui si risveglio dai suoi pensieri sospirando e asciugandosi l'unica lacrima che era scesa sul suo viso

-mi vesto e arrivo-
rispose levi, una risposta fin troppo delicata e di questo hanjie se ne accorse, rispose con un ok scendendo nuovamente in sala, lei sapeva che il suo amico era forte, si lo era, ma sapeva anche che era un essere umano come tanti altri, si accorse appena lo vide davanti alla porta che qualcosa di brutto stava accadendo nella mente del corvino, implorava aiuto dagli occhi e hanjie sapeva meglio di chiunque che per arrivare a far leggere nei propri occhi il proprio dolore il corvino stava per scoppiare, tenersi dentro le proprie emozioni è la cosa peggiore che una persona possa fare perché ti distrugge lentamente dall'interno lacerandoti anima e corpo, prima o poi sapeva che il suo amico sarebbe crollato e sapeva molto bene anche che nemmeno lei avrebbe potuto aiutarlo in alcun modo, probabilmente per come sta ora levi non esiste possibilità di salvarlo o aiutarlo, deve riuscirci da solo come sempre, ma hanjie aveva una bruttissima sensazione che le accaponò la pelle non appena senti il corvino dietro di sé

-andiamo?-
chiese levi prendendo le sue sigarette accendendone subito una, quel giorno stava davvero fumando troppo ma era nervoso aveva bisogno di rilassarsi e le sigarette erano l'unica cosa che poteva aiutarlo, successivamente prese le chiavi di casa uscendo dalla porta.

Hanjie ed eren lo seguirono immediatamente aspettando poi che il corvino chiudeva a chiave la porta, eren voleva davvero farsi aiutare voleva smettere di vedere soffrire levi, però eren in quel momento non pensò alla cosa più fondamentale di tutte o meglio non penso minimamente a cosa potesse fare il suo "demone" una volta scoperto di essere rinchiuso in una clinica psichiatrica.

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