capitolo 14

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Levi era ancora seduto in macchina cercando di adattarsi alla sensazione e cercando di abituarsi per non fare figure di merda, ma non era per nulla facile, il vibratore continuava a muoversi sulla sua prostata e levi sobbalzava ogni secondo

-levi basta, cerca di calmarti-
disse itan con voce seria, levi in risposta cercò di prendere un respiro ma l'unica cosa che uscì fu un'altro gemito smorzato, la sua faccia era un misto di piacere ma anche dolore dovuto all'erezione fastidiosa che non poteva liberare, faceva male e piacere contemporaneamente e non riusciva a fare nulla se non continuare a gemere e muoversi, a quel punto itan spense il vibratore prendendo il viso imperlato dal sudore di levi girandolo in modo tale da poterlo guardare dritto negli occhi

-ascolta attentamente levi, se ti calmi partiamo da qui andiamo in città e camminiamo fino ad una pizzeria per venirti in contro scegliamo quella più vicina a noi, mangiamo e torniamo alla macchina, se fino al ritorno in macchina riuscirai a trattenerti quando torniamo a casa mia ti faccio liberare e sentire automaticamente meglio-

itan prese una pausa per far assimilare a levi le cose che gli disse notando che gli occhi di quest'ultimo trasparivano un misto tra eccitazione, dolore e lussuria, si ritrovò a pensare che se solo non fosse stata una punizione se lo sarebbe fatto lì in quel momento, levi invece continuava a respirare pesantemente cercando di calmarsi ma l'erezione era ancora viva tra le sue gambe riuscì soltanto ad annuire a quello che disse itan che riprese a parlare

-se invece non riuscirai a resistere fino alla fine è vorrai smettere finirai la tua punizione nella mia stanza apposta, verrai legato al letto con la macchina del sesso che continuerà a scoparti fino al mattino seguente ed ovviamente avrai il dillo che non ti permetterà di venire, l'unico lato positivo è che potrai dimenarti e gemere quando vuoi, devi scegliere tu, ti dico soltanto che se vuoi provare lo stesso la prima scelta il giorno dopo ti darò la possibilità di venire, se invece non vuoi nemmeno provare beh tornerai a casa senza essere venuto e dovrai pensarci da solo e dubito ci riuscirai, sentirai un male terribile che ti farà fermare appena proverai a toccarti-

levi sgranò gli occhi, rimase scioccato dalle idee che ogni volta itan sfornava, decise di provare ad andare a mangiare, soltanto una cosa lo spaventava ovvero che se non fosse riuscito a finire la punizione il giorno successivo avrebbe comunque sofferto a venire, che sia itan a farlo o lui stesso non cambiava il fatto che dopo troppe ore deccitazione senza venire poi avrebbe fatto un male assurdo, sospirò violentemente spostandosi dalla mano appoggiandosi al suo sedile

-facciamo la prima, andiamo alla pizzeria, accendilo-
disse preparandosi a mantere le sensazioni, itan sorrise accendendo il vibratore, levi trattenne subito un gemito e piano piano pensando ad altro riuscì a controllare quasi tutte le sensazioni

-parti-
disse subito dopo agganciando la cintura, ad ogni movimento si sentiva tremendamente stanco, stava utilizzando tutte le sue energie per trattenere ogni possibile gemito o movimento di troppo, itan in tanto sfrecciò in strada arrivando in pochissimo tempo  davanti all'entrata del centro, scese dalla macchina andando verso la portiera di levi, lo vide fare un profondo respiro sganciando la cintura e successivamente aprire la porta, si alzò a fatica sentiva le gambe tremare ma cercò di fare il possibile per sembrare normale.
Itan chiuse la macchina mettendo via le chiavi e subito dopo prese levi a braccetto che appena venne toccato trattenne un movimento non normale, itan dentro di sé rideva ed era intenerito dagli sforzi di levi, quest'ultimo invece lottava contro ogni suo istinto

-allora levi, come sono andate queste due settimane-
chiese itan mentre continuavano a camminare, levi prese un pronto respiro cercando di parlare come meglio poteva

-s~solito schi-
venne interrotto da un gemito che stava cercando di uscire e lo mascherò da colpo di tosse cercando di parlare da dove si era interrotto
-schifo, come l~la tua mente-
levi riuscì a finire di parlare e vide una sorta di paradiso, mentre era concentrato a parlare erano arrivati davanti alla pizzeria, itan gli rivolse un sorriso ed entrarono in sala, il calore dentro a quel posto colpì levi in pieno che tossì nuovamente cercando di mascherare i gemiti che stavano uscendo per colpa del calore piombatoli addosso senza avviso, itan strinse il braccio di levi come per ricordargli che anche tossire in piena estate era strano, poi il cameriere li fece accomodare ad un tavolo, per fortuna era vicino ad un'ampia finestra e levi poté rilassarsi leggermente

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