capitolo 2

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Ciao a tutti, vi starete chiedendo perché è uscito un altro capitolo, bene vi spiegherò in breve, lunedì quando ho fatto uscire il capitolo ho voluto contare quanto tempo ci sarebbe voluto pubblicando ogni lunedì ed era risultato un tempo un po troppo lungo ajakaja, quindi nulla oggi vi avviso che i capitoli usciranno tutti i lunedì e giovedì, ci saranno quindi due capitoli a settimana!!
Vi lascio alla lettura ora, vi scriverò se avrò qualche avviso per voi.
BUONA LETTURA!!!

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Il viaggio sul furgone continuava e levi aveva perso la cognizione del tempo ma poco gli importava, lui e l'uomo stavano continuando a fissarsi per secondi che sembravano interminabili quando dopo un tempo indecifrato finalmente riprese a parlare.

-ho ucciso tante persone, prima ero uno psicologo e con la mia dote entravo nella mente delle persone, poi mi sono stancato era così monotono, tuttavia continuavo a psicanalizzare le persone, forse ti dirò altro più avanti, abbiamo un bel po di tempo, ora ti chiedo una cosa, levi ti va di fare un patto con me?-

"Un patto? E come mai ora faceva il misterioso?" pensò levi che in quel momento era molto confuso, riusciva solo a capire che quella persona davanti a lui le era entrata nella testa e lui non sapeva come toglierla dalla sua mente

oh levi sei impazzito, che bello stai finalmente capendo cosa ti serve davvero

caccio subito via la voce dalla sua testa con un movimento del capo, non voleva darle retta ma il suo corpo non voleva dare retta alla sua parte razionale

-che tipo di patto?-
chiese subito dopo

-io ti punisco per quello che hai fatto, e tu diventi il mio braccio destro...per sempre-
rispose itan porgendo per quel poco che riusciva la mano.
Levi rimase immobile, non capiva cosa stava succedendo, non conosceva quell'uomo ed esso gli aveva appena proposto ciò che lui desiderava e che allo stesso tempo non voleva ed odiava.

accetta.
ma sei scema? vado nella merda più totale poi, è uno psicopatico
accetta so che lo vuoi.
no.
si invece, a partire da erwin e finendo a jonatan a te è sempre piaciuto, in fondo odiavi quel sentimento chiamato amore.
tsk, non è vero
tanto so che accetterai ormai comando io.

Una strana risata riecheggiava nella sua mente e così anche quella volta a discapito della parte razionale del corvino aveva vinto la sua voce.

-accetto-
levi strinse la mano dell'uomo, il motivo per la quale accetto quel patto non lo sapeva nemmeno lui o meglio lo sapeva ma non capiva come era possibile che la sua voce potesse prendere il controllo del suo corpo.

-sei perfetto, andremo ovunque io e te stanne certo-
disse l'altro mettendosi poi a parlare con gli altri che avevano ascoltato tutta la conversazione con occhi sgranati.

Era fottuto, letteralmente fottuto, in tutti i sensi, perché? Fu lunica sua domanda.

Dopo un bel po arrivarono nel carcere, dei poliziotti li scortarono fino alle loro celle dopo aver dato loro la divisa, i beni di prima necessità e assicurandosi che non avessero armi.
La cella di levi era esattamente insieme a quella di itan che sotto lo sguardo confuso di levi chiese alle guardie di metterli nella stessa cella ciò che però confuse levi non fu la richiesta di itan ma bensì la velocità con la quale le guardie accettarono quella proposta evidentemente sapeva bene come comportarsi e ottenere quello che voleva lì dentro, cambiava la sua personalità a piacimento e questa caratteristica dell'uomo lasciava molto perplesso il corvino che per ora si limita a sttudiarne il comportamento alquanto difficile.

Si era strano da dire ma levi ultimamente era molto confuso, nell'ultimo mese pensava solo a doversi punire in qualche modo, per quanto gli è stato detto che non era colpa sua levi non riusciva a non incolparsi per la morte di suo marito "non sono stato neanche capace di salvarlo, ho lasciato spegnere il suo sorriso ed i suoi occhi" questo era il pensiero che tartassava la sua mente dalla mattina alla sera e come se non bastasse non riusciva più a capire cosa volesse, gli sembrava tutto monotono e noioso, gli mancava qualcosa e forse lo aveva capito, più volte la sua mente prendeva a parlargli e lui ogni volta la mandava a cagare ma non poteva zittire se stesso infinitamente.

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