James
Arrivammo davanti al portico, sfortuna vuole che dovevamo stare insieme un altro giorno essendo che è stata così rincoglionita da dimenticarsi le chiavi, e io ancora più stupido che l'ho voluta ospitare, "Sei vuoi chiamare il tuo migliore amico per andartene, mi fai un piacere, " salii le scale con lei dietro incredula alle mie parole, "James, fermati" non l'ascoltai, entrai in camera e mi tolsi la maglia sporga di sangue, "James, per favore" mi tocco la schiena, la sua voce era triste, sembrava sull'orlo di mettersi a piangere, ancora, "che c'è hope, dimmi che c'è" lo dissi in un tono incazzato forse anche troppo, "perché fai così" disse urlando, aveva la faccia piena di lacrime, "non sei stata tu a dirmi che volevi scendere dall'auto? bene ti ho fatto scendere, ora io ti sto chiedendo di andartene" lei si limitò a guardarmi, "è davvero quello che vuoi?" serrai la mascella, "si", presi una maglietta e dei pantaloni e andai verso il bagno, ma una mano mi afferrò il polso, mi girai, "James per favore, dimmi la verità vuoi che me ne vada davvero?", "dimmi Hope, che cos'è che non capisci, dimmelo forza, forse la tua piccola testolina pensa che io abbia bisogni di te, o altre cazzate vari, beh ecco non è così ora esci da sta fottutissima casa, è stato tutto uno sbaglio, dimenticati di me, dei giorni che abbiamo passato insieme, è la cosa migliore, per te." non le diedi manco il tempo di rispondere che mi chiusi la porta del bagno alle spalle, e la lasciali.
Mi guardai allo specchio, quel figlio di puttana mi aveva fatto un'occhio nero, e mi aveva spaccato il labbro, ma il dolore che sentivo non era a causa sua, ma a causa delle mie stupide parole detta ad Hope, la mia Hope, e non potevo più tornare indietro, dirai u pungo al muro, e poi un altro, non badai al dolore, era l'unica cosa che in quel momento non mi stava facendo impazzire, entrai in doccia, non saprei dire quanto tempo passo, ma so che per tutto quel tempo lei non se nera andata, quando uscii la trova seduta sul letto, era lì ad aspettarmi, era rimasta, perché?, per me? non so rispondermi a queste domande ma appena la vidi alzai l'angolo della bocca, quasi in un sorriso.
"Hope che ci fai ancora qua, ti avevo detto di andartene" lei si alzò e si avvicinò a me, "non ti lascio, soprattutto adesso, li ho sentiti i pugni che hai tirato al muro" mi prese la mano e la guardò," forse ho esagerato in macchina, non lo so," una lacrima le rigò il viso," e mi dispiace, però davvero dovevi restare in macchina, me la stavo cavando", avvicina la mia fronte alla sua, le nostre mani erano ancora intrecciate, la guardai negli occhi, quegli occhi pieni di gioia che a causa mia ora era spenti, che a causa mia erano preoccupati, e spaventati, con un filo di voce gli chiesi scusa, lei accennò un sorriso, "testina non mandarmi via, o perlomeno prima fatti medicare" la guardai e le sorrisi, era un sorriso sincero, da anni ormai nessuno si prendeva cura di me, le mie ferite le ho sempre medicate da sole, spesso provocandomi altre, non sopportavo che qualcuno mi dimostrasse affetto, o qualsiasi emozione positiva nei miei confronti, portavo solo guai e prima lo capiva, prima avrebbe potuto andarsene da me.
Non risposi, lei andò in bagno, prese l'acqua ossigenata e un cerotto, per primo mi medicò il labbro, era così carina mentre si prendeva cura di me e io? come l'avevo trattata? di merda, mi sentivo un coglione, era la prima cosa davvero bella che mi stava capitando e già la stavo respingendo per cosa? egoismo? Stupidità? paura?, poi mi medicò la mano con delle bende.
"Grazie", lei non rispose, mi fece un piccolo sorriso, che cazzo avevo combinato, stavo rovinando tutto, i miei pensieri presero il sopravvento, "James, tutto bene?" non le risposi, ancora una volta cadetti in quel vortice, quei ricordi tornarono a galla, e io non potevo eliminarli, iniziai a sudare, mi alzi di scatto e mi tolsi la maglia,, mi avvicinai ai pantaloni e presi il pacchetto di sigaretta, aprii la finestra e iniziai a fumare, "James, che hai parlami" non le risposi ancora, la sua voce mi stava dando sui nervi, la sentii avvicinarsi e mi tocco la schiena, "Hope" dissi in un tono freddo, stavo guardando fuori dalla finestra "vattene, voglio stare da solo", "no" "Hope, che cazzo è che non capisci, ora non ti voglio qua scrivi al tuo cazzo di migliore amico e vattene." ancora una volta la respinsi, ma stavolta lei fece come le dissi, digitò un messaggio, prese il suo zaino e se ne andò.
Forse avevo esagerato, ma era meglio così, se mi avesse odiato sarebbe stato più semplice farla uscire dalla mia vita.
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Hope
RomanceHope Williams è una ragazza di diciassette anni, vive a Boston con sua madre in una casa abbastanza spaziosa, ma spesso sembra le risulti troppo stretta. è la tipica ragazza che ama stare per le sue, pochi amici e poca esperienza nel mondo dei raga...