Capitolo 19

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Hope

Ore 2:30

è un'ora che mi rigiro nel letto, non riesco a dormire, stasera la mia mente non fa altro che pensare a James, vorrei levarmelo dalla testa, tra qualche giorno ricomincia pure la scuola, dovrei pensare allo studio, e invece sto rincorrendo un ragazzo impossibile da raggiungere, mi alzo e scendo in cucina, sta sera Laila è andata al compleanno di cui mi aveva parlato, quindi ero da sola, so che avevo detto che ci sarei andata, ma non ne avevo voglia, volevo stare da sola.

Mi avvicinai ai fornelli e misi su un tè caldo, presi il telefono e lo accesi, inutile dire che aspettavo un messaggio da parte di James, so che non sarebbe stato così, che poi da quando ci eravamo conosciuti, quante volte ci saremmo scritti due? forse erano già troppe, mi alzai e presi il telecomando, accesi la tv e misi netflix.

Tornai davanti ai fornelli, spensi il fuoco, mi versai il tè nella tazza e mi sedetti sul divano, accesi ancora il telefono, nessun messaggio, dovevo smetterla, stavo solo perdendo tempo, lui non era interessato a me, e prima lo capivo, prima avrei potuto dimenticarlo,

Stavo scorrendo tra la sezione film romantici quando un numero sconosciuto apparve sulla schermata del mio telefono, ero tentata di non rispondere, ma ero curiosa, quale sconosciuto si mette a chiamare una persona alle 2:50 di notte? con la mia fortuna poteva essere benissimo serial killer, smisi di pensare e risposi.

"Lei è la signorina Hope Williams?",  al telefono rispose una voce sconosciuta , " sì sono io", "mi dispiace chiamarla a quest'ora, ma era nei contatti preferiti del signor Miller e nei contatti di emergenza non c'era nessuno, volevo informarla che James Miller, sta sera ha avuto un incidente, stava guidando quando una macchina della corsia opposta aveva le luci troppo alte, la sua macchina sbandò e si scontrò contro un camion, la macchina iniziò a rotolare, il signor Miller ha subito un grave incidente, se si vuole recare in ospedale le daranno più più informazioni, si trova al Massachusetts General Hospital"

" la ringrazio, arrivo subito", chiusi la chiamata e il mio volto era ricoperto di lacrime, non riuscivo a pensare lucidamente, salii subito in camera, misi una felpa sulla maglia del pigiama e una tuta, a quell'ora autobus che portavano all'ospedale non ce n'erano, Laila non c'era, e Alex era meglio non chiamarlo, specialmente se centrava James, chiamai un taxi, l'ansia iniziò a prendere il sopravvento, dopo dieci minuti il taxi arrivò, salii in macchina, "dove la porto", " al Massachusetts General Hospital", dopo una quindicina di minuti arrivammo davanti all'ospedale, paghi e scesi dalla macchina, iniziai a correre verso l'ingresso, avevo il viso ricoperto di lacrime, ma non mi importava, " Scusi ho bisogno di informazioni su James Miller, l'hanno portato qua stasera a causa di un incidente", dissi con la voce tremolante," se non è un parente non posso riferire nulla mi dispiace", presa dall'ansia non badai alle mie risposte," sono la sua fidanzata, ora la prego, mi dica qualcosa" stavo continuando a piangere quando sentii una mano sulla spalla, " Hope giusto?", mi voltai, era Josh, gli mimai un sì con la testa, ero troppo scossa per parlare," il Signor Miller è in sala operatoria, ha subito un bruttissimo incidente e ha perso molto sangue, non ne abbiamo la certezza, ma alcuni medici dicono che potrebbe finire in coma, ma questo lo potranno confermare solo dopo che ne sarà uscito", non ce la feci, ripresi a piangere. Sentii le mani di Josh afferrarmi le spalle, " vieni andiamo a sederci", "che cosa è successo" dissi con la voce singhiozzante," eravamo al nostro bar preferito, stavamo bevendo delle birre, poi ha ricevuto un messaggio, ma aveva detto di stare bene io, io non sapevo nulla, così me ne andai tranquillo ,e qualche ora dopo ricevetti la chiamata dall'ospedale", non risposi, ero troppo preoccupata, avevo paura che potesse non svegliarsi, avevo paura di perderlo, e io non volevo, non potevo perderlo.

Ore 4:30

Non so da quanto tempo sono qui, so solo che per tutto il tempo non ho fatto altro che piangere, non sapevo ancora nulla, tutti i medici che ho provato a fermare non mi calcolavano, stavo impazzendo, volevo sapere come stava, volevo sapere se l'intervento era andato a buon fine, per provare a calmarmi decisi di uscire fuori dall'ospedale a prendere un po' d'aria," stai bene?", mi girai e vidi Josh con due caffè in mano, uno me lo porse, gli feci un sorriso forzato," sono preoccupata, ho paura", dissi mentre guardavo un punto fisso sulla strada, " lo so, anch'io, ma vedrai che andrà tutto bene", iniziai di nuovo a piangere, "sai" la voce mi si spezzò in gola, a causa di un brutto pensiero che mi sfiorò la mente," l'ultima volta che ci siamo visti abbiamo litigato, gli ho detto che me ne sarei andata se non mi avesse accettata nel suo mondo, l'ho detto in un momento di rabbia, e ora che la situazione è questa" non riuscii a finire la frase, avevo paura, non volevo che mi lasciasse, avevo tante cose da dirgli, volevo scusarmi, volevo dirgli che avrei accettato lui e i suoi problemi, ma adesso, adesso non so più se posso farlo e il solo pensiero di perderlo mi devasta, Josh mi strinse a se, " stai tranquilla, ti prometto che andrà tutto bene, lo conosco, so per certo che si risveglierà, e poi non ti lascerà da sola, lui tiene molto a te, più di quello che mostra e ti fa credere, per te spaccherebbe il mondo", " per te spaccherebbe il mondo" queste sono le parole che mi rimasero in testa, parole che non si possono dimenticare da un momento all'altro,  "davvero?", lui annuì sorridendo, " non lo vedevo così da molti anni, poi sei arrivata tu, e qualcosa in lui è cambiato, so che è un coglione, ma davvero, per te farebbe qualsiasi cosa", non risposi, lo guardai e sorrisi, diedi un sorso al mio caffè e ripresi a sorridere, "io rientro, fa freddo",  rientrai e mi andai a sedere, presi il telefono e scrissi a Laila.

Io: scusami se non ti ho avvisata, ormai è qualche ora che sono all'ospedale, James ha avuto un incidente.

Laila stranamente rispose subito

Laila: oddio tesoro, vuoi che venga da te?

Io: tranquilla, con me c'è Josh, il migliore amico di James

Laila: va bene, se hai bisogno chiamami.

Ore 5:00

Finalmente dopo ore e ore di attesa riusciamo ad avere delle informazioni sull'operazione di James, "dove sono i parenti di James Miller?", mi alzai di scatto e mi avvicinai al dottore, " allora signorina, intervento è stato molto complicato, ora l'abbiamo portato nella stanza 215 del secondo piano, per il momento non è sveglio, non sappiamo di preciso quando si sveglierà", l'ansia iniziò a salire, " cosa significa che non sa se si sveglierà?", " come detto prima, l'intervento è stato molto complicato, e il signor Miller ha perso molto sangue, si, si potrebbe svegliare, ma non sappiamo quando, diciamo che potrebbe entrare nel primo stato di coma", iniziai a piangere, " cosa significa?" chiese Josh, " in poche parole il soggetto potrebbe non riuscire a rimanere in uno stato vigile, ma è in grado di rispondere, ma le probabilità che ci finisca sono molto poche", il dottore ne se andò, " voglio vederlo" dissi a Josh, "vien andiamo a chiedere", forse non ha capito," forse non hai capito, non era una domanda, non ho bisogno del permesso, voglio vederlo e andrò da lui fine della storia", " non aspetterò ancora", non ebbe nemmeno il tempo di rispondere, iniziai a camminare verso le scale, arrivai al secondo piano e iniziai a cercare la stanza, dopo pochi minuti la trovai, prima di entrare bussai, volevo assicurarmi che non ci fosse nessuno, aspettai circa due minuti ed entrai, aprii la porta lentamente e mi fiondai dentro, ed è lì che lo vidi, aveva una mascherina per l'ossigeno, era attaccato ad una macchina, lo stavo guardando quando la mia vista iniziò a diventare tutta sfocata, altre lacrime, non penso di aver mai pianto così tanto, mi avvicinai a lui e feci una carezza, " ei amore" dissi con voce dolce, " non so se mi senti, mi hai fatto prendere un bello spavento, pensavo di perderti, io, io avevo paura" le mie lacrime aumentarono, e il mio respiro si fece più pesante, "mi dispiace essermene andata, ero arrabbiata, scusa" gli presi la mano e gliela strinsi," ti prego amore, svegliati e torna da me, ti prego".

Restai lì a piangere per circa dieci minuti, quando la porta si aprii, "signorina che cosa fa qua, non potrebbe essere qua" mi alzai di scatto, merda, mi ci mancava il medico, " cosa sta aspettando, se ne vada prima che io chiami la sicurezza", mi girai verso James e lo guardai, "ritorna da me, ti prego".

Scesi le scale e tornai al primo piano, andai verso Josh," scusa se prima ti ho risposto male", lui mi guardò, " tranquilla, quando c'è l'amore di mezzo nulla ti può fermare", arrossì subito, potevo capirlo dalla sua faccia divertita e dal calore che emanavano le mie guance," come scusa?", " beh ti piace, si nota" , mi misi a ridere dall'imbarazzo, " ma che cazzate spari" risi di nuovo, " siamo solo amici", lui mi stava guardando, aveva l'espressione di chi la sapeva lunga, "per un semplice amico faresti tutte le cose che hai fatto per James?", " certo che si" dissi con un tono più che serio, "sarà, dai su ti accompagno a casa", gli sorrisi e ci incamminammo verso la macchina.

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