Hope
Esco di casa con un peso nel petto che non riesco nemmeno a descrivere, vorrei chiamare Laila, ma con il suo gruppo del corso di spagnolo hanno fatto una breve vacanza studio di tre giorni a Barcellona, e non mi sembra il caso di farla preoccupare, sono ancora fuori casa di James quando decido di chiamare Alex...
Digito il suo nome nella rubrica telefonica e lo chiamo, fa circa cinque squilli, nessuna risposta, ormai sono le 14:45, questa domenica forse aveva una partita, non lo so, sono ancora scossa dal pianto precedente che non riesco ad ordinare le informazioni nella mia testa, se Alex davvero aveva una partita non poteva venirmi a prendere, ci sarebbe stata la partita, poi un dopo partita ovvero una festa, e lui le feste della sua squadra non se le perdeva mai, avevo due opzioni, chiamare mia madre e raccontarle tutto chiedendole cosa fare, oppure scrivere a James.
Provai a chiamare mia madre, ne approfittai pure per sentire, anche lei come Alex non mi rispose, non sapevo che fare, né dove andare, stavo odiando quella giornata per lo più iniziò a piovere, non avevo nemmeno pranzato, decisi di farmi una passeggiata, presi le cuffie nel mio zaino e mi incamminai.
Ore 15:45
Stavo camminando a vuoto da un'ora, la fame inizia a salire, stavo per entrare in un bar quando un giramento di testa mi prese all'improvviso, non so dirvi che cosa fosse ma so che ad un certo punto ci fu solo buio nella mia testa.
Ore 16:45
aprii gli occhi non so dirvi dove mi trovavo, sembrava una stanza dell'ospedale, mi guardai il braccio e avevo un flebo, con me nella stanza non c'era nessuno, mi sentivo sola, abbandonata da mia madre, ferita da James, il mio unico desiderio in questo momento era quello di poter essere il più lontana possibile da qua, forse tra le braccia di mia madre che non vedevo e ne sentivo da una settimana, o tra le braccia di James.
La porta della camera si aprì, non so spiegarvi la sensazione di sollievo quando lo vidi, era lì, lui, il ragazzo che negli ultimo giorni si era preso cura di me, era li che mi guardava e mi sorrideva, i miei occhi, il mio cuore non potevano desiderare di meglio se non lui.
Mi svegliai di colpo ,ma lì davanti a me non c'era nessuno, volevo davvero ci fosse James, volevo davvero che ci fosse lui qua a spiegarmi che cosa era successo, ma lui non c'era, vidi la maniglia della porta abbassarsi, sperai fino all'ultimo fosse lui, ma non era così.
"Signorina Williams, come si sente?" "Scusi che cosa è successo?" non stavo capendo, che ci facevo in ospedale? "è svenuta davanti ad un bar, hanno chiamato i soccorsi, è molto disidratata, vorremmo tenerla sotto osservazione fino a domani mattina, c'è qualcuno che vuole avvisare che si trova qui?" avrei voluto rispondere di si ma nessuno dei miei contatti poteva rispondere, "Sa signorina Williams, le persone che hanno chiamato i soccorsi hanno detto che le sono arrivate svariati messaggi da un certo James, vuole che lo chiamo e lo avvisi che si trova qui?" non sapevo che fare la mia testa diceva costantemente di no, ma il bisogno di vederlo, di toccarlo, di abbracciarlo era più forte, con la testa mimai un si, ero stanca e affamata, chiusi gli occhi e mi addormentai.
Ore 18:30
Mi sveglio a causa di un brutto sogno, ma sento la sua mani, apro gli occhi e lo vedo James, il mio James, "Stellina" il suo tono di voce era triste, "James, ciao", "Mi hai fatto prendere un colpo, quando mi hanno detto che eri in ospedale...mi sono sentito subito in colpa", mi strinse la mano, sembrava davvero sincero" stai tranquillo l'importante è che ora tu sia qui", si alzo e mi lasciò un piccolo bacio delicato sulla fronte, arrossi a causa del suo gesto, "sai quando potrò uscire?", "mi hanno detto che posso venirti a prendere domani mattina, ora l'orario delle visite sta per finire, ed essendo che non sono un parente non posso restare, ma ti prometto che domani ti verrò a prendere" non feci in tempo a rispondere che il mio cellulare suonò, era Alex.
"Ei Alex ciao"
"Peste non puoi capire che partita che abbiamo giocato, dovevi esserci"
"wow sono felice per voi", ci mise un po' a rispondere.
"tutto bene?, non sembri realmente felice, è successo qualcosa?
"sono all'ospedale, sono svenuta davanti ad un bar..."
"cosa? aspettami vengo subito li"
stava per chiudere la chiamata quando lo fermai.
"Alex tranquillo, c'è James con me, non ti preoccupare, vai a divertirti con la squadra"
"Ah James ? e chi sarebbe adesso? il tuo nuovo fidanzato o un tuo semplice amico?"
il suo tono di voce era scazzato
"Alex è un amico non c'è bisogno di prendersela così"
"Va bene Hope, riposa"
non mi diede nemmeno il tempo di finire che mi chiuse la chiamata in faccia, guardai James con una faccia scioccata, "lascialo perdere è un coglione", si avvicinò di nuovo a me e mi diede un altro bacio sulla fronte, poi appoggiò la sua fronte alla mia," mi raccomando stellina riposati, domani verrò a prenderti", eravamo così vicini che potevo sentire il suo respiro, le punte dei nostri nasi si stavano toccando, mi alzi leggermente, e mi avvicinai un pochino a lui, lo guardai negli occhi per cercare una traccia del suo consenso, e lo ebbi, le nostre labbra si stavano per sfiorare quando la porta si aprii, "signore scusi se ne deve andare, l'orario delle visite è finito e lei l'ha superato di 20 minuti" lui la guardò e acconsentii, mi sorrise e se ne andò, che cazzo stava succedendo, prima mi tratta bene, si prende cura di me, poi mi caccia, poi ci stavamo per baciare Dio tutto questo mi farà uscire di testa, la dottoressa che aprì la porta mi lasciò la cena, mangia, non molto i piatti dell'ospedale fanno schifo, mandai un messaggio a mia madre
io: mamma quando hai un attimo chiamami...mi farebbe piacere sentirti
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Hope
RomanceHope Williams è una ragazza di diciassette anni, vive a Boston con sua madre in una casa abbastanza spaziosa, ma spesso sembra le risulti troppo stretta. è la tipica ragazza che ama stare per le sue, pochi amici e poca esperienza nel mondo dei raga...