Capitolo 28

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Hope

Per tutto il tempo che James passò qui, non parlammo, io ero arrabbiata e triste, e per quanto un minimo avesse ragione ero arrabbiata anche con lui, le due ore che abbiamo passato insieme le abbiamo passate nel letto, lui mi coccolava, io spesso ho provato a spostarmi ma lui mi tirava a sé facendo scontrare i nostri corpi dicendomi di rimanere con lui, e in fin dei conti, per giorni e giorni ho aspettato solo di passare del tempo con lui dopo l'incidente, quindi mi facevo trascinare e dimenticavo il motivo della mia rabbia.

James se ne era andato ormai da un quarto d'ora, e io in tutto questo tempo non ho fatto niente se non cercare online qualcosa da comprare, ma ovviamente non ho trovato niente, decido di alzarmi dal letto e di mettere a posto tutto il disordine che avevamo lasciato già dalla sera prima, raccolsi le due bottiglie di birra che avevamo lasciato sul tavolino davanti al divano e le buttai nell'apposito cestino per il vetro, lavai i piatti della colazione e i bicchieri, diedi una pulita alla cucina e una volta finito tutto presi il telefono e scrissi a Laila.

Io: Laila, mia madre è tornata, vorrei farti restare ma abbiamo avuta già una discussione pesante, scusa

Laila stranamente mi rispose subito

Laila: mio dio tesoro, che cosa è successo?, passo da te a prendere la roba e andiamo a prendere un caffè?, PS: ho la macchina nuova.

Ormai da una settimana circa, Laila era in possesso della sua patente, questo significava solo una cosa; un nuovo pirata della strada a bordo, non mi aveva ancora portato in macchina con lei, e la cosa mi spaventa alquanto, ma correrò il rischio.

Mi alzai dalla sedia e andai in camera mia, non avevo molta voglia di uscire, così decisi di mettere una tutta grigia accompagnata da una maglietta a maniche lunghe bianca e le mie solite Nike, presi tutta la roba e andai in bagno, mi lavai abbastanza velocemente, mi vestii e tornai in camera, iniziai a raccogliere la roba di Laila per darle una mano, aveva veramente portato troppa roba, proprio mentre pensavo a questo, il suono del campanello mi distrò, scesi in cucina e mi avvicinai alla porta, "finalmente sei arrivata", ma quando aprii la porta non trovai Laila.

 "Che ci fai qui?", chiesi balbettando, i suoi occhi azzurri blu oceano scrutando, non ebbi risposta, non sembrava in se, stavo per chiudergli la porta in faccia quando il suo piede la blocco, "Hope, ho bisogno di parlarti", lo fulminai con lo sguardo, "vattene", la sua mano mi afferrò il polso, avvertì un brivido di ansia percorrermi tutta la schiena, "amore, ascoltami", cercai di liberarmi dalla sua presa, ma i miei sforzi erano inutili, "amore?, sono passati mesi Tyler, vattene, lasciami andare", lui mi guardò e si avvicinò a me, "Hope, ti prego, questi mesi senza di te, sono stati una tortura, ti prego, se mi ami ancora, se c'è una piccola parte di te che mi ama ancora, ti prego, torna da me", lo ammetto, le sue parole mi stavano intenerendo, ma dopo quello che mi aveva fatto, non potevo, il tradimento per me non era perdonabile, e lui lo sapeva bene, "io non ti ami più, non ti ami più da quando guardavi lei come guardavi me, non ti amo più da quando toccavi lei come toccavi me, io ti odio Tyler, ora fammi un favore e vattene", i suoi occhi al suono delle mie parole si incendiarono, "stupida puttana, non apprezzi nulla, se solo tu fossi stata più entusiasta di tutto ciò, è colpa tua, tutto questo è colpa tua", non fece in tempo finire di parlare che la sua faccia si ritrovò attaccata al muro del mio portico, io feci un sussulto dallo spavento, "stupida puttana a chi scusa?", una presenza alta, con un giubbotto di pelle e i capelli scompigliati, stava tenendo la faccia di Tyler attaccata al muro, il suo tono di voce era tenebroso, così profondo che metteva i brividi, "chi cazzo sei?", "sono la stessa persona che ti ha detto di sparire della vita di Hope, cosa che per te è incomprensibile", James sembrava fuori di se, aveva la mascella contatta, gli occhi che avevo visto di sfuggita emanavano una rabbia assurda, quasi impossibile da descrivere, "James, ora calmati, gli stai facendo male", lui non mi degnò manco di uno sguardo, era troppo preso con Tyler, "James, ascoltami", ancora nessuna risposta, avvertii un mugolio di dolore provenire da Tyler, "James, cazzo gli stai facendo male", lui si girò di scatto, "non me ne frega un cazzo", nel momento in cui me lo disse Tyler si girò di scatto e gli sferrò un pugno sulla mandibola, merda, James, non si mosse nemmeno di un centimetro, si limitò a fare un piccolo sorriso, in tempo record il pugno che gli aveva tirato gli era stato restituito, Tyler barcollò leggermente, abbassò la testa verso il basso, " mi hai lasciato per uno così? ti rendi conto?, per un figlio di puttana del genere", non riuscì a finire di parlare che James gli si lanciò addosso, iniziò a picchiarlo, sussultai dallo spavento, era completamente fuori di sé, "James, basta", dissi con le lacrime agli occhi, "James, cazzo", mi avvicinai a lui, ma mi smise via, "non è una cosa che ti riguarda Hope, vattene", restai sorpresa dal modo in cui me lo disse, le lacrime iniziarono a percorrermi il viso, "James, ti prego basta", dissi con un filo di voce, non so cosa lo fermò, ma restò immobile davanti a Tyler, lo prese dalla cappuccio della felpa e lo tirò su, " non avvicinarti mai più a lei", Tyler non disse nulla, aveva la faccia ricoperta di sangue, gli zigomi erano arrossati, e molto, lo lascio a terra, "vattene, stupido verme", Tyler non disse nulla, lo guarda, aveva paura, gli trasmetteva timore, lui si alzò e si avvicinò alla sua auto, mise in moto e se ne andò.

Restammo qualche minuto senza dirci nulla, io stavo continuando a piangere, lui prese il suo pacchetto di sigarette e se ne accese una, "come fai a stare così calmo, non c'entri un cazzo, ancora una volta", lui non si girò, mi stava dando le spalle, "non deve toccarti", mi disse lui con un tono di voce incazzato, "vattene", lui non disse nulla, restò lì davanti a me, poco dopo si girò, "se non fosse stato per me chissà che cazzo di avrebbe fatto", non volevo nemmeno guardarlo in faccia, "vattene cazzo", dissi urlando, "non dovevi fare un cazzo, dovevi starne fuori, vattene, non voglio più vederti", lui fece una piccola risatina. "che cazzo ridi", mi rese il mento e mi costrinse a guardarlo, aveva un occhio leggermente arrossato, "lo sai anche tu che non è quello che vuoi", "invece si", gli presi la mano e la allontanai da me, "vattene", fece un tiro di sigaretta e mi guardò dritta negli occhi, il suo sguardo era cupo, gli occhi marroni scuro sembravano neri corvino, "come vuoi, ma quando succederà qualcosa, non venire a piangere da me", "non me ne frega un cazzo, vattene", lui squadrò, non disse nulla, mi guardò, forse per l'ultima volta e se ne andò, lo guardai allontanarsi da me, non si girò nemmeno per sbaglio, le lacrime sul viso aumentano ancora di più, lo vidi avvicinarsi alla porta di casa sua, la aprì ed entrò, mi accasciai a terra dal dolore al petto che stavo provando, sembrava come se qualcuno mi avesse lacerato il petto, forse avevo fatto una cazzata a reagire così, ma stava oltrepassando il limite.

Era passata già mezz'ora da tutto quello che era successo, ero seduta sul divano, avevo già preparato tutte le cose di Lila, non volevo pensare, non è servito a molto, ma dovevo distrarmi in qualche modo, poco dopo sentii il campanello, per fortuna questa volta era davvero Laila, dopo che James se n'era andato l'avevo chiamata, ed eccola qui, con la sua chioma bionda che mi guardava preoccupata, "tesoro", la guardai e le abbozzai un sorriso, "sto bene, andiamo?", lei non mi disse nulla, mi guardò, prese le borse con dentro i suoi vestiti e ci dirigemmo verso la macchina.

Quando uscimmo di casa, sfortuna vuole che incontrammo Cole, il fratello di James, lo guardai e lui mi fece un segno con la testa, gli feci un piccolo sorriso e andai verso il bagagliaio della sua auto, posai le bose quando una voce gentile mi richiamò, "serve una mano?", mi girai ed era Cole, i tratti del viso erano più fini rispetto a quelli di James, aveva gli occhi azzurri tendenti al verde e i capelli nero corvino, rispetto a James aveva una bellezza molto diversa, era una bellezza semplice, di quelle che vedi e ti lascia senza fiato, mentre la bellezza di James, era una bellezza che ti rapiva, ti entrava dentro, ed era impossibile da dimenticare.

Lo guardai e gli feci un sorriso ,"no grazie Cole", lui mi mise la mano sulla spalle, "so quello che è successo prima con mio fratello, devi scusarlo non ha avuto una vita semplice, e spesso reagisce d'impulso, ti chiedo scusa da parte sua", le sue parole sembravano sincere, mi fece anche tenerezza, ma ormai io e James, non c'eravamo più, ormai James doveva diventare solo uno stupido ricordo, "mi dispiace per lui, ma ormai non mi riguarda più", lui fece una faccia rassegnata, "un giorno capirai, sempre se lui deciderà di aprirsi con te, lui non è così, te lo posso giurare", non ebbi il tempo di rispondere che mi diede le spalle e se ne andò.

 Dalla porta di casa uscì James con delle valige in mano, ma non mi riguardava, giusto?, non doveva importarmi, orami quello che faceva non mi riguardava più, chiusi il bagagliaio ed entrai in macchina.

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