James
"vatti a riposare, sta sera devi brillare più di chiunque altra", le lasciai un bacio sulla testa e me ne andai, non avrei voluto baciarle la fronte, avrei voluto stringerla a me e baciarla, assaporare le sue labbra come non avevo mai fatto prima, ma non era il momento giusto.
Scesi in cucina e presi il mio pacchetto di sigarette, ne tirai fuori una e uscii in giardino, l'accesi e inizia a fumare, presi il telefono e scrissi a Cole.
Io: siamo arrivati
Cole: com'è andata la sorpresa?
Io: bene, grazie
Cole: sta sera ti porto la moto e mi vengo a prendere la macchina
Io: ok
Feci un ultimo tiro di sigaretta e rientrai in casa, salii le scale e andai in camera, Hope stava dormendo, io dovevo sistemare i vestiti nell'armadio, così decisi di sistemare anche i suoi.
Una volta finito presi un pantaloncino, una maglietta a maniche corte e andai in bagno a cambiarmi, tornai in camera e mi sdraiai accanto a lei, la sensazione di sollievo ad averla finalmente con me era bellissima, la guardai dormire per qualche minuto, era semplicemente perfetta, i lineamenti del suo viso così belli e fini, le sue labbra così belle che avevano un colorito così rosato da ottenere un contrasto perfetto con la pelle leggermente troppo pallida, le spostai un capello che le era caduto sul viso dietro l'orecchio, lei fece una lamentela e si girò dall'altra parte, "non provarci sai", le appoggiai delicatamente una mano sulla vita e la tirai verso di me, volevo tenerla con me, vicini a me, " buonanotte stellina", le diedi un piccolo bacio sulla testa e mi misi a dormire.
La suoneria del mio telefono mi svegliò, non feci in tempo a rispondere che la telefonata si chiuse, mi girai verso Hope per guardarla, era abbracciata ad un mio braccio, la sua testa era sopra il mio bicipite, i capelli nero corvino le coprivano il viso, era così bella da sembrare finta, "stellina, mi devo alzare", lei non rispose, provai a spostarmi lentamente ma lei rafforzò la presa sul mio braccio, " stellina dai, devo alzarmi", lei fece un mugolio, "stai qui", io mi imbambolai come un coglione a quelle parole, "stellina torno tra cinque minuti", lui sbuffò, "no", io sorrisi "stellina non scappo, devo solo fare una chiamata", lei si avvicinò ancora di più a me, "portami con te", io rimasi sorpreso, "come faccio?", lei non rispose, si alzò leggermente e si mise seduta, si avvicinò a me e mi si sedette addosso, "così", io sorrisi, " devo fare una telefonata con te in braccio", lei mimò un sì fiero con la testa," sei incredibile", "perché non fai la chiamata?", io le presi il viso tra le mani e la costrinsi a guardarmi, "perché questo è meglio", "intendi noi due?", io le sorrisi, "si", le diedi un bacio sulla fronte e mi allungai per prendere il telefono, lo accesi e guardai l'ora, erano le 12:30, " stellina, hai fame?", lei era appoggiata con la testa sul mio petto, "si", io mi misi a ridere, "allora spostati che vado a fare il pranzo", lei fece un'altra lamentela, "ma sei comodo", le afferrai le gambe e la trascinai più su, le misi le mani sulle natiche e mi alzai, lei ,mi guardò con gli occhi spalancati, "togli immediatamente le mani dal mio culo, gli amici non lo fanno", io la interruppi subito, " due cose, la prima: è il nostro culo, seconda, smettila con questa cazzata di essere solo amici", mi avvicinai alla porta della camera e andai verso le scale per scendere in cucina, "quindi se mi viene voglia di baciarti posso farlo?", la stavo tenendo ancora in braccio quando al suono di quelle parole mi venne automatico rafforzare la presa sul suo sedere, "certo stellina", lei sorrise, una volta arrivati in salotto la lanciai sul divano e lei mi tirò un'occhiataccia, io le mandai un piccolo bacio da lontano, lei incrociò le braccia, "sei proprio una bambina, poi con questo pigiama", lei mi guardò a stento, "tu sei un bambino e il mio pigiama è bellissimo, smettila", io mi avvicinai a lei, "dai stellina, non ti offendere", "io non mi sono offesa", mi disse scandendo tutte le parole per filo e per segno, "smettila di rispondermi così", lei fece un sorriso, "sennò?" nel mentre che le dissi ciò, mi stavo avvicinando piano piano a lei, "sennò ti prendo e ti butto sotto l'acqua gelida", Hope fece una smorfia, "non ne avresti il coraggio", lei si alzò, i nostri sguardi si incrociarono, i nostri visi erano a pochi centimetri di distanza, le guardai le labbra e poi la fissa negli occhi, "l'ho già fatto una volta stellina", lei mise le braccia intorno al mio collo e iniziò a farmi delle carezze sul collo, si avvicinò ancora un po' a me, io le misi una mano nei capelli, i nostri nasi si stavano sfiorando, "sei sicuro?", io non risposi, mi fiondai direttamente sulle sue labbra, quelle labbra così morbide che mi erano mancate troppo, lei ricambiò subito il bacio, ma era un bacio che parlava per se, era un bacio bisognoso, bisognoso l'una dell'altra.

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Hope
RomansaHope Williams è una ragazza di diciassette anni, vive a Boston con sua madre in una casa abbastanza spaziosa, ma spesso sembra le risulti troppo stretta. è la tipica ragazza che ama stare per le sue, pochi amici e poca esperienza nel mondo dei raga...