Capitolo 13

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James

Guardandola uscire da quella porta ebbi l'istinto di seguirla, " fratello fattelo dire, sei proprio un coglione", salutai Josh al volo e uscii, era li ferma che guardava il vuoto, le appoggiai una mano sulla schiena, "Che ne dici di tornare a casa insieme?" lei mi guardò, i suoi occhi così belli che a causa mia stavano piangendo, lei così bella che a causa mia stava male, la mia faccia si incupii subito a causa del senso di colpa , "James, è tutto ok" la guardai, sapevo che nulla di tutto ciò era ok, lei non doveva entrare nella mia vita e io nella sua, non sarebbe dovuta andare così.

Chiamai un taxi, io ero ancora un po' brillo e lei non aveva la patente, poco dopo salimmo sul taxi e per tutto il tragitto non parlammo, non potevo fare a meno di  guardarla, sembrava persa nei suoi pensieri, sembrava triste, e io non volevo che lei stesse male, le presi la mano, "Stai bene?" lei non mi rispose, si limitò a farmi un sorriso quasi forzato.

Dopo circa un'ora arrivammo a casa e pagai il taxi, stavo per entrare in casa quando la sua voce mi fermò, "James, domani sarà il mio compleanno, e Laila mi sta organizzando una festa, se vuoi venire ecco mi farebbe piacere", quando me lo disse ero ancora girato di spalle e non potetti non sorridere, mi girai verso di lei e mi avvicinai, "Mi farebbe piacere esserci stellina" , lei mi sorrise, mi diede un bacio sulla guancia e corse via, stavolta stavo sorridendo, ma lei lo vide.

Entrai in casa e mi fiondai sotto la doccia, se c'era una cosa che che mi piaceva era stare da solo, ma aveva anche i suoi svantaggi, spesso mi capitava di pensare a loro, la mia famiglia, sono rimasti a Philadelphia, io me ne ero andato, c'è stato un anno della mia vita molto brutto, stavo per toccare il fondo, e quella città, tutta quella città mi ricordava lei, e io non potevo restare, non potevo permettermi di fare ancora del male a loro, e quindi si decisi di andarmene, per molti poteva sembrare la scelta più semplice, e anche egoista, ma non è stato così, i primi tempi lontano dalle persone che amavo soffrii molto, ma non potevo tornare indietro, non ne avevo il coraggio.

La suoneria del mio telefono mi risvegliò da quel brutto ricordo, era Hope.

"Stellina, senti già la mia mancanza?" le chiesi in un tono alquanto serio, "no testa di cazzo, ho dimenticato da te il libro, posso venirlo a prendere?", "si vieni" chiusi la chiamata, uscii dalla doccia e mi vestii, la mia solita tutta e la maglietta nera, lasciai  i capelli bagnati, non ne avevo voglia di asciugarli, tempo record Hope suonò alla porta, mi fiondai di sotto, " ma ciao anche a te stellina" sembrava molto incazzata, ma non feci domande, "Ciao" mi disse con un tono scazzato, mi sorpasso ed entrò in casa, " che succede", lei non rispose "Hope ti sto parlando, che succede" non rispose di nuovo,  mi avvicinai a lei, le presi il polso e la tirai a me, eravamo così vicini che potevo sentire il suo respiro farsi più pesante, "niente", "non mentirmi, sei incazzata, che cosa è successo", alzò la testa e mi guardò, spostò lo sguardo al torve, " Hope, che cosa è successo", lei sbuffò, "è per mio padre, mi ha chiamata, ma non ci parliamo da anni ormai", la guardai, non può capire quanto mi stia ritrovando in lei in questo momento, "e tu gli hai risposto?" fece di no con la testa, poi appoggiò la testa al mio petto, "sono stanca James, mia madre è fuori città e non mi considera, mio padre che sparisce per anni e poi torna, Tyler che mi spezza il cuore" il suo respiro si fece ancora più pesante , "Hope stai tranquilla, ci sono io", le misi un braccio intorno alla schiena, "James, non mi sento bene, non riesco a respirare," la guardai e sembrava sconvolta, la feci sedere sul divano, "Hope stai tranquilla", " James, mi gira la testa", " Hope, guardami, è tutto ok, respira", le presi la mano e le dissi di respirare insieme a me, andammo avanti così per circa 10 minuti, quando si calmò le preparai una tisana ,"ora stai bene stellina, hai somatizzato tanto stress e spesso capita questo ma stai tranquilla è passato," ," tu sai che cosa ho avuto?", lei si  avvicinò e mise la testa sul mio petto, " era un attacco di panico", " e perché vengono?", la guardai e le feci una carezza, " sai stellina, quando una persona somatizza tanto stress, oppure sta attraversando un periodo brutto nella sua vita, può capitare che avvengano degli attacchi di panico ", lei mi guardò una lacrima le scese sul viso, io gliela raccolsi, "Stellina è tutto ok", le lasciai un piccolo bacio sulla fronte, "Mi dispiace James, scusa, in sti giorni sto diventando un peso per te,", la guardai, " no stellina, non è così", le diedi un altro un piccolo bacio sulla fronte, " grazie"," James?" "mh?"," perché sei così gentile con me?", non mi ero mai posto questa domanda, infatti non sapevo come rispondere, " vieni qui", la feci avvicinare a me, e le feci mettere la testa sul mio petto, " non hai ancora risposto alla mia domanda" , la sua mano si incastrò tra le ciocche dei miei capelli e iniziò a giocherellare con una di esse , " sai stellina, a dire la verità non ne ho idea, è un comportamento che mi viene spontaneo", la sua faccia era confusa, " mmh e non c'è altro?", le feci di no con la testa, restammo abbracciati per circa venti minuti, "Stellina?", lei non rispose, le spostai una piccola ciocca di capelli, si era addormentata, sembrava una bambina, era semplicemente bellissima, la presi in braccio e la portai in camera mia, la misi lentamente nel letto, e la coprii con una coperta, "grazie" le diedi un altro bacio, ma glielo diedi sulle labbra era leggero, le nostre labbra si erano appena sfiorate, so che non era un bacio, però mi rese felice, avvertii una sensazione strana, come se qualcosa dentro di me si fosse sbloccato, ma a me bastò quel tocco per capire che quella ragazza ormai era la mia rovina, nessuna ragazza mi faceva effetto come me lo faceva lei, lei è diversa dalle altre, lei è speciale, e io lo sapevo, per questo spesso mi ricordo del carattere che ho, e penso a quanto sarebbe giusto se le stesse lontano da me, ma il problema non è lei, sono io, sono io che non riesco a starle lontano, e non so il perché e questa cosa mi uccide, vorrei capirlo, e spesso mi ci perdo a pensare, ma poi penso che non ne valga la pena, alla fine andrei solo rovinare tutto il bello che c'è in lei, e io non potevo permettere che una cosa simile accadesse.

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