James
Dopo che Hope se ne era andata, l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era mio fratello maggiore, Cole, dopo l'incidente, pensavo di trovarlo in ospedale e invece no, so benissimo di non essere stato un bravo fratello negli ultimi tre anni, ma quando è morta nostra madre, anche una parte di me è morta con lei, eravamo molto legati, di tutta la famiglia era l'unica che mi avesse accettato, l'unica che mi amava veramente, e mi mancava veramente tanto.
Del mio padre biologico non sapevo praticamente nulla e non mi importava ,in ventidue anni non mi aveva mai cercato, quindi perché io dovevo interessarmi a lui, anche della mia madre biologica non so molto, so solo che non mi ha mai voluto, mi lasciò in un orfanotrofio all'età di due o tre anni dopo all'orfanotrofio si presentò questa donna bellissima, aveva i capelli rossi e gli occhi azzurri oceano, accanto a lei c'era un uomo molto alto, aveva i capelli neri e gli occhi castani, decisero di adottarmi, mia madre era molto felice, mentre quell'uomo che ogni tanto mi capita di chiamare "papà" non era d'accordo con la sua scelta, mia madre con me è sempre stata molto carina, mi ricordo che quando arrivai a casa mi chiese qual era il mio piatto preferito, e io non sapevo cosa rispondere perché all'orfanotrofio ci davano gli stessi pasti, così lei fece tanti piatti di piccole dimensioni, mi ricordo che mi aveva preparato qualche tipico piatto di Philadelphia, poi mi fece assaggiare per la prima volta la pizza, ed ero davvero felice in quel momento, avevo una madre che mi faceva assaggiare tantissime delizie, e un fratello di nove anni che mi faceva vedere tutti i suoi giochi, l'unica persona che mi odiava era Robert, il papà di Cole, infatti la sera stessa del mio arrivo litigarono, mi ricordo che la mamma ci portò in camera, Cole sembrava preoccupato, così poco dopo scese in cucina a vedere, io lo seguii e la scena a cui assistemmo è stato una delle tante, la mamma era attaccata al muro e Robert le stava puntato un coltello contro, mi ricordo che le disse di non volermi li, che rappresentavo solo una spesa in più, io volevo già andarmene ma quando la mamma ci vide mi ricordo che prese il coltello dalle mani di Robert e lo posò subito sul tavolo, venì verso di noi e ci riaccompagnò in camera, ci diede un bacino ad entrambi e ci rimboccò le coperte, fece un respiro profondo, e una lacrima le scese sul viso, ero un bambino e a quel tempo non capivo molto, così mi alzai dal letto e andai da lei, le chiesi perché stava piangendo, lei mi sorrise e mi disse di non preoccuparmi, mi ricordo di averla ringraziata e di averle detto che non doveva piangere perché era molto bella e doveva far vedere agli altri quanto era bella, mi diede un bacio sulla fronte, mi prese in braccio e mi mise nel letto, poi scese, per circa un'ora si sentivano le loro urla, mamma stava piangendo, mentre Robert continuava a lanciare oggetti, poco dopo si sentì un rumore fortissimo e una porta sbattere, io e Cole scendemmo in cucina, la mamma era accasciata a terra, aveva un occhio nero e uno zigomo leggermente arrossato, lei non disse nulla, quella era la prima volta che la vidi piangere, e avrei voluto con tutto il mio cuore fosse l'ultima, non è mai stato così.
Nel corso degli anni la situazione a casa era peggiorata, litigavano spesso a causa mia, a scuola non andavano bene, continuavano a sospendermi, i non volevo andarci, odiavo con tutto me stesso quel posto, a casa non tornavo quasi mai, non volevo vedere mia madre in quelle condizioni, ora me ne pento, avrei dovuto proteggerla e invece ho fatto il codardo.
Il 20 novembre, era il mio compleanno, é stato l'unico giorno che tornai a casa, perché per mia madre era importante, quando entrai in casa però, la vidi seduta sul divano con dei fogli in mano, le chiesi che cosa stava succedendo, ma lei non rispose, così le strappai i fogli di mano, lei non voleva, infatti lei si alzò e iniziò a tirarli a se, a quel tempo avevo quindici anni, ne dovevo fare sedici proprio quel giorno, quando presi i fogli il mondo mi cadde addosso, le era stata diagnosticata l'ischemia cerebrale, non le diedero molto tempo da vivere, per nostra fortuna restò in vita tre anni, ma in questi tre anni la situazione peggiorò molto, io non ero mai a casa, bevevo e fumavo come uno stronzo, mio fratello le dava una mano, io non ne avevo il coraggio, non volevo affrontare il problema, quando la situazione peggiorò tre anni dopo, la portarono in ospedale, stava peggiorando di giorno in giorno, i dottori le diedero uno o due giorni.
Quel giorno quando arrivai all'ospedale, restai lì tutto il tempo, non mi mossi dalla sua stanza, ero stato un figlio di merda, e ne ero consapevole, lei mi amava, mi aveva dato tutto, e io? io ho fatto schifo in tutto, sono stato un puro fallimento per lei, spesso mi capitava di discutere con Robert a causa di questo, diceva che era colpa mia di tutto, diceva che a causa mia la loro vita era rovinata, spesso mi diceva che la mia madre biologia avrebbe dovuto abortire, che se non fossi nato era meglio per tutti, io ero piccolo, non reagivo bene a quelle parole, me la prendevo con mia madre per avermi adottato, spesso mi capitava di avere problemi con la rabbia, era arrivata al punto di dirmi che io non ero suo figlio, perché io non ero così, il giorno in cui morì però c'ero solo io, per quanto schifo le avessi fatto, il giorno della sua morte, l'istante prima che morisse c'ero io, Robert e Cole, stavano arrivando quando li avvertii ma era troppo tardi, le sue ultime parole le disse a me, o meglio a Cole, esatto mi aveva scambiato per Cole, le sue parole me le ricordo come se fosse accaduto ieri, mi ero avvicinato a lei, le presi la mano, la sua presa era debole, "Cole, mi dispiace per la vita che vi ho fatto passare, mi dispiace che mi hai visto stare così male, in un altra vita ti prometto che saremo una famiglia migliore, di a James che nonostante tutto rimarrà sempre mio figlio", una lacrima mi scese sul viso, " mamma, mamma sono io il tuo James, mamma ti prego guardami", lei non rispose, " mamma ti prego apri gli occhi sono io ti prego", le lacrime sul mio viso aumentaro, mi piegai dal dolore, " mamma ti pregio perdonami, scusa, mamma ti prego torna da me, mamma ti prego non mi lasciare" la mia voce era sofferente, mi odiavo per essermi comportato così, dalla rabbia sferrai due pugni al muro, iniziai ad urlare, iniziai a mettere in soqquadro la stanza, non poteva essere vero, poco dopo sentii la voce di Cole, " James che cazzo fai, James porca puttana", si avvicino e mi blocco, mi abbracciò forte, "James ti devi calmare", io continuai a dimenarmi sotto la sua presa, " tu non capsici lei è l'unica che mi abbia ,mai accettato nella mia vita, io non posso andare avanti senza di te, mamma ti prego", continuai a dimenarmi, "lasciami cazzo", " ti lascerò quando ti calmerai", " dimmi come cazzo fai a restare calmo, è appena morta e tu, tu sei calmo, che cazzo ti dice il cervello, perché non siete tristi per la sua morte, che cazzo di problemi avete", stavo per dire qualcos'altro quando un pugno mi arrivò dritto in facci, " stupido moccioso, ci hai già rovinato la vita, porta rispetto stai zitto", un altro pugno, quel figlio di puttana di Robert mi stava picchiando, " non provare mai più a toccarmi", quella sera non ero in me, reagii anch'io, tutta la rabbia che mi tenevo dentro la sfogai su di lui, se non fosse stato per Cole molto probabilmente l'avrei ucciso, Cole mi prese di peso e mi portò fuori dall'ospedale, mi diede uno spintone e mi disse di calmarmi, mi gettai a terra, " è colpa mia, è morta per colpa mia", lui scosse la testa, " James, era malata, non è colpa tua" si avvicinò a me e mi abbraccio, andiamo a casa, quando arrivammo a casa Cole andò in bagno, quando Cole uscì dal bagno venne da me e mi porse una lettera, " tanti auguri James, questa è da parte di nostra madre", ebbene si, era il mio compleanno, avrei compiuto vent'anni, guardai la lettera, ma non la aprii, non ne ebbi il coraggio, qualche mese dopo senza dire nulla a nessuno feci delle valigie e raggiunsi Josh a Boston, convivemmo per circa un anno e mezzo, poi arrivò Maggy così dovetti trasferirmi.
Ancora oggi non a distanza di tre anni non ho mai aperto la lettera, non so se ne avrò mai il coraggio.
Dopo questo ricordo il mio umore era più a terra di prima, avevo risvegliato troppi ricordi, presi il telefono e scrissi a Cole.
Io: scusami se sono sparito, ho avuto un incidente, ti andrebbe di raggiungermi a Boston?
non sapevo più nulla di lui, da quando me ne ero andato avevo tagliato i ponti con tutti, non volevo nessuno che faceva parte della mia famiglia, non so perché scrissi a Cole, forse perché volevo dargli un addio come si deve oppure perché semplicemente sentivo il bisogno di rivedere mio fratello, mentre pensavo a questo mi arrivò un messaggio.
Cole: arrivo, mi metto in macchina, mandami la posizione.
Feci come mi aveva chiesto, era inutile stare a rimuginare sul passato, quando tra circa cinque ore un pezzo del mio passato stava venendo da me, posai il telefono sul comodino e iniziai a pensare all'unica cosa che mi faceva stare bene, Hope.
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Hope
RomanceHope Williams è una ragazza di diciassette anni, vive a Boston con sua madre in una casa abbastanza spaziosa, ma spesso sembra le risulti troppo stretta. è la tipica ragazza che ama stare per le sue, pochi amici e poca esperienza nel mondo dei raga...