Capitolo 18

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James

Non volevo che mi vedesse così, odiavo stare male davanti a lei, e ovviamente doveva fare sempre di testa sua, quando capirà che è meglio per tutti se mi sta lontana.

"Hope, ti prego vattene", nel mentre mi ero avvicinato al frigo per prendere una birra, lei si avvicinò a me, "questa la prendo io", " ridammi la birra, faccio quello che voglio", sembrava stessi parlando da solo, si avvicinò al lavandino e la buttò," ora non puoi più bere, smettila di fare così e reagisci ai problemi", questa frase mi fece incazzare, mi ricordò lei, e io non volevo ricordarla, il suo ricordo mi faceva agire in modo brutto, non che accadesse, "senti ragazzina, non sai un cazzo," mi avvicinai così tanto che la sua schiena toccò il muro, la intrappola mettendo il braccio leggermente sopra la testa "non ti conviene dire certe cose ragazzina, ora io vado a farmi una doccia, quindi a meno che tu non venga in doccia con me, puoi anche andartene", non la feci nemmeno rispondere che me ne andai lasciandola lì, in questo momento non mi importava di nessuno, tanto meno di lei, non volevo nessuno intorno a me, volevo stare per cazzi miei  e lei ovviamente non lo capiva, che cera di complicato nel capire che non volevo nessuno tra i piedi?

Salii le scale, mi avvicinai all'armadio, presi un cambio a caso e andai in bagno, aprii l'acqua e entrai in doccia, restai immobile sotto il getto d'acqua per almeno venti minuti, non facevo altro che pensare a lei, mi sentivo in colpa per quello che era successo, so che non era colpa mia, so che la sua morte non l'ho creata io, ma il ricordo, il suo ricordo mi faceva troppo male, sapevo che non potevo fare niente, oltre a starle vicino, invece, invece sono stato un codardo, e non l'ho fatto, la mia rabbia è stata più forte dell'amore che provavo per lei e ora l'ho persa per sempre, dalla rabbia sferrai un pungo al muro, uscii dalla doccia e mi misi un asciugamano in vita, aprii la porta e me la ritrovai davanti, porca troia era bellissima, era arrabbiata, ma comunque bellissima, "togliti quel broncio, io te l'ho detto di andartene", " fammi vedere la mano"," perché hai tirato un pungo? ti fai male", " senti dottoressa peluche è tutto ok", lei mi fece un sorriso," io non so perché, ma sento di voler stare con te, quindi sta zitto e fammi restare qua, non respingermi, non mandarmi via, accettami, viviti i momenti con me, fammi entrare nella tua vita James, non avere paura, o giuro che questa volta sarà l'ultima volta che ti rincorrerò, perché io sono stanca, mi sento presa in giro da te", mi avvicinai a lei, molto probabilmente qualche ora dopo me ne sarei pentito ma non mi importava," nessuno te l'ha chiesto, quindi per me puoi prendere e andartene pure a fanculo, non ho bisogno di te nella mia vita.", mi tirò uno schiaffo, una lacrima le rigò il viso " io ti avevo avvisata, ti avevo detto di lasciarmi stare, e te da stupida mi sei venuta incontro," le diedi le spalle e tornai in bagno sbattendo la porta, era uno sbaglio, il nostro bacio, il nostro primo incontro, lei che faceva pensieri su un ipotetico noi, era tutto uno sbaglio, e se non lo capiva da sola, avrei dato il peggio di me per tenerla alla larga.

Ore 20:30

uscii dal bagno e di Hope non c'era alcuna traccia, finalmente l'ha capito, scesi in cucina e ordinai una pizza, poco dopo sentii suonare il campanello, aprii la porta ma non era la mia pizza, porca puttana, davanti a me c'era hope con il suo pigiama ridicolo, e un sacchetto in mano, sembrava triste, come se avesse appena finito di piangere, "hai pianto?", "non ti riguarda", "ti ho chiesto sei hai pianto", "e io ti ho detto che non ti riguarda, qua dentro c'è la tua roba schifosa, ora prendila così potrò tornare a casa mia e non vederti mai più", non volevo vederla così, o per lo meno volevo sapere," Hope, aspetta", le afferrai il polso, lei mi guardò, "sei impossibile, me lo vuoi spiegare, dimmi cosa vuoi da, dimmelo James, mi stai facendo impazzire, cosa vuoi da, prima ci sei poi mi cacci, poi mi baci, poi sparisci, spiegami ti prego perché mi stai facendo impazzire", una lacrima le segnò il viso, la presi e la abbracciai, " mi dispiace stellina, è che io non posso, non posso darti ciò che vuoi, non posso, non posso essere ciò che vuoi, ho tanti fantasmi del mio passato ancora da sconfiggere e io non posso" ecco questo è quello che avrei voluto dirle, ma non potevo, avrei voluto farlo davvero, ma l'orgoglio era più forte di qualsiasi ipotetico sentimento che provavo verso di lei " ti avevo detto di non illuderti", lei mi guardò con gli occhi spalancati, "sei uno stronzo", si liberò dalla mia presa e se ne andò, la guardai andare via, forse era l'ultima volta che l'avrei vista, ma era meglio così.

Poco dopo arrivò la mia pizza, mi sedetti sul divano e accesi la tv per guardarmi un qualsiasi programma, dopo averla finita mi alzai e andai in cucina, presi una sigaretta e l'accesi

 Avevo fatto una cazzata con Hope, lo so, ma era meglio così, non volevo pensare a niente, così  presi il telefono e scrissi a Josh

Io: fre ho bisogno di bere ci vediamo?

non rispose subito, quindi andai in camera e mi misi una felpa nera e dei jeans dello stesso colore.

Josh: va bene però giusto il tempo di una birra che poi ho da fare.

Poco dopo uscii di casa, salii in macchina, accesi una sigaretta e misi in moto.

Arrivai davanti al nostro bar preferito, stranamente quando entrai Josh era già lì, ci salutammo e mi sedetti al tavolo, "allora James, come mai questo incontro improvviso, quale cazzata hai fatto ora?", gli sorrisi, mi conosce troppo bene, ma non gli avrei detto nulla, " nulla amico, qualche pensiero di troppo", "dai non pensarci, ho già ordinato", dopo che le nostre due birre arrivarono, parlammo del più e del meno, mi raccontò del weekend trascorso dalla famiglia di maggy, come ogni anno molto traumatico, la famiglia di maggy aveva strane tradizioni che lui odiava, ogni tanto me ne raccontava alcune, e giuro ogni giorno spero per lui che questa tortura finisca al più presto.

Dopo circa un'ora passata insieme, avevamo già bevuto tre birre, stavamo ridendo quando un messaggio richiamò la mia attenzione, era Cole, ero stato anni e anni senza sentirlo,

Cole: Ciao James, mi dispiace dirtelo così, non so manco se leggerai questo messaggio, ma comunque mi sembra giusto dirtelo, papà è morto.

Mi paralizza davanti a quel messaggio.

Cole: la settimana prossima dovrebbe esserci il funerale, se vorrai venire la porta è sempre aperta, mi manchi James.

La voce di Josh mi riportò alla realtà, " Amico devo andare, maggy mi sta aspettando, stai bene? hai un'espressione sconvolta" lo guardai e gli sorrisi, " vai da quella scassa palle su", lui si mise a ridere e mi diede una pacca sulla spalla," alla prossima James", Josh se ne andò e lasciò me e i miei pensieri da solo, avevo lasciato Cole da solo, ad affrontare tutta quella situazione di merda che si era creata a casa dopo la sua morte, ordinai un'altra birra, quando lei morì il dolore era così forte che non mi preoccupai di nessuno, stavo diventando un fallimento per quella famiglia, ogni sera tornavo a casa ubriaco e Cole si prendeva cura di me nascondendo tutto, ne ordinai un'altra, tutte le notti che avevo pianto a causa della sua morte, tutte le volte che tiravo pugni al muro dalla rabbia, tutte le volte che feci casini a scuola, lui era lì a difendermi, quando nostro padre mi veniva addosso lui mi proteggeva, e io non ho fatto nulla, ,me ne sono andato, come uno stronzo codardo, odiavo pensare al mio passato, mi rendevano un'altra persona, io odiavo questa parte di me, odiavo tutti questi ricordi, volevo dimenticare.

Avevo già ordinato e finito altre tre o quattro birre, non ricordo, mi avvicinai alla cassa, pagai e uscii dal locale, barcollavo un pochino, ma non ci feci caso, presi il telefono e feci una chiamata.

uno, due, non fece manco il terzo squillo che risposero, " mi dispiace essere stato un fallimento" dissi con la voce tremolante a causa delle lacrime che stavo per versare, " mi dispiace essere scappato, quella situazione era troppo per me" nel mentre camminavo barcollando verso la macchina, la aprii e salii, " mi dispiace non esserci stato per te, quando te c'eri io non c'ero ti ho lasciato lì in quella casa piena di ricordi, ti ho lasciato stare male da solo", " passo da casa velocemente e verrò da te a Philadelphia, mi dispiace Cole, mi dispiace davvero, ti meriti un fratello migliore di me", la sua voce che non sentivo da anni mi fece sorridere," James, siamo stati male tutti, e ognuno di noi ha reagito a modo suo, magari il tuo è stato un modo sbagliato, ma non lo giudico,", stavo sorridendo, ed era un sorriso sincero, stavo piangendo, ed erano lacrime vere, non mi capitava dalla sua morte, " grazie Cole, non mi merito il tuo perdono, lo so, ma sto arrivando, e tutto sarà migliore, io sarò un fratello migliore, ti porterò qui a Boston con me, staremo insieme, come i vecchi tempi, vivremo la vita dei nostri sogni, quella che immaginavamo da bambini, e lo faremo insieme, tutto il tempo che abbiamo perso a causa mia lo riavremo indietro, ti farò conoscere Josh e quella rompicoglioni della sua fidanzata, e se vorrai ti parlerò anche di Hope", stavo continuando a guidare, la mia vista era un sfocata a causa delle lacrime, ma non mi importava, in quel momento in strada non c'era nessuno, proprio mentre lo pensai delle luci fortissime mi annebbiarono la vista, la mia macchina sbandò, potevo sentire i rotolii della macchina, uscii fuori dalla strada e scontrai qualcosa , avevo un camion davanti, vedevo tutto sotto sopra, non riuscivo a tenere gli occhi aperti, eppure i miei ultimi pensieri intrusivi erano sempre lei, Hope , sentivo la voce di Cole gridare il mio nome e dopo questo completamente il vuoto.

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