pov's Hope
per paura di amarci ci siamo divisi
Lortex
Erano passati circa venticinque minuti da quando il ragazzo di cui ero follemente innamorato
se n'era andato.
Non badai ai minuti trascorsi da quando era accaduto, mi alzai da terra e andai a cercarlo, perlustrai ogni centimetro dell'albergo, i corridoi, l'open bar, il parcheggio ma di James non c'era più traccia era come se fosse sparito nel nulla.
Presa dallo sconforto ripresi a piangere, tornai di fretta in camera e chiamai Laila per darle spiegazioni.
"Tesoro come stai?", al suono della sua voce il mio pianto si fece più forte, "è finita, è finita davvero cazzo", dissi in preda al panico, non riuscivo a respirare, mi girava la testa e avvertivo vari tremori in tutto il corpo, "tesoro respira, ci sono io con te", poco dopo mi videochiamò, mi fece vedere come respirare e mi aiutò a capire che la mia testa mi stava creando ancora più panico di quello che già non avevo.
Dopo circa dieci minuti di chiamata , decidemmo di chiudere, per quanto io amassi Londra sentivo di voler tornare a casa, avevo il bisogno di tornare a casa, tra i miei amici e le persone che mi vogliono bene.
Presi le cuffie e me le misi, mi avvicinai all'armadio e tirai fuori la valigia per poi riempirla con tutti i miei vestiti, le mie lacrime sembravano cascate, scendevano, scendevano fitte e rapidamente e non potevo fermarle.
Avevo trovato un aereo per Boston, sarebbe partito alle 13:35, il viaggio come al suo solito sarebbe durato dieci ore di conseguenza sarei arrivata a Boston per le 23:35.
Mi misi l'outfit con la quale ero partita qualche giorno fa. Presi la mia valigia e mi diressi verso l'uscita della struttura, avevo già adocchiato un taxi, lo stavo chiamando ma una mano mi fermò, "te ne vai?", "sì Liam, me ne sto andando", le sue mani mi si posarono sulle spalle, "lascia che ti accompagni io all'aeroporto", non sembrava in sé, le sue pupille erano molto dilatata, sembrava pallido era semplicemente fuori di se, "no Liam, ti ringrazio, vado da sola".
tutto d'un tratto le sue mani si scaraventarono sul mio polso e me lo strinsero troppo forte, "forse non hai capito, tu vieni con me", iniziai a dimenarmi come un animale, il mio istinto di sopravvivenza mi stava suggerendo di tirare fuori lo spray al peperoncino, mentre la mia rabbia mi stava dicendo di picchiarlo, alzai la gamba e gli diedi una ginocchiata sul suo membro, lui si piegò, "bastarda", gli diedi un pugno sullo stomaco e riuscii a liberarmi, afferrai la mia valigia e iniziai a correre,corsi il più forte possibile.
Non so dire per quanto tempo corsi, le gambe mi facevano male, mi tremavano per lo sforzo ma almeno ero lontana da quel maniaco.
Vidi un taxi poco più avanti di me e lo chiamai, ci sali e gli chiesi di portarmi in aeroporto, ero in ritardo l'aereo sarebbe partito tra trentacinque minuti e molto probabilmente ce ne avrei messi venti per arrivare, presi il telefono e iniziai a il check in online e le altre cose.
***
La mia mente sembrava un treno irrequieto.
Non riuscivo a smettere di pensare, non riuscivo a smettere di pensarlo, scossi la testa con la speranza di fermare la vagonata di pensieri e paranoie che mi stavano attraversando la mente.
Cercai di riportare l'attenzione sul decollo dell'aereo, ma la verità è che non mi importava del decollo, io volevo lui, mi mancava, ero a conoscenza del fatto che insieme eravamo un disastro, ma all'interno di quel disastro eravamo perfetti, per me eravamo perfetti e nessuno poteva farmi cambiare idea, ero triste, delusa, innamorata ma con il cuore spezzato.
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Hope
RomanceHope Williams è una ragazza di diciassette anni, vive a Boston con sua madre in una casa abbastanza spaziosa, ma spesso sembra le risulti troppo stretta. è la tipica ragazza che ama stare per le sue, pochi amici e poca esperienza nel mondo dei raga...