Capitolo 27

46 8 8
                                    

Hope

Stavo dormendo quando la suoneria del mio telefono mi svegliò, non feci in tempo a prendere il telefono in mano che smise di suonare, non so in che posizione fossi, ma era abbastanza scomoda, restai una manciata di minuti a pensare in che posizione mi fossi addormentata, ma nulla, il vuoto, così decisi di aprire gli occhi, merda, restai scioccata, sotto di me c'era James, porca merda troia abbiamo dormito insieme? merda, cazzo no calma, calmati Hope. Mi alzai di scatto, avvertii una lamentela provenire da lui, "caro, è inutile che ti lamenti, cazzo", lui non rispose, continuò a fare versi strani e si girò dall'altra parte dandomi le spalle, mi stava facendo incazzare, sbattei un piede a terra e lo guardai, "cazzo levati dal mio divano, abbiamo dormito insieme, gli amici non lo fanno, cazzo", "mmh, Hope" disse con la voce assonnata, "due cose, prima che cazzo urli, seconda, torna qua e stai zitta"., restai sorpresa dalla sua affermazione, che minchiate stava sparando o meglio, quante?

 "No, alzati da sto maledetto divano", mi avvicinai a lui, gli afferrai un braccio e iniziai a tirarlo verso di me, "James, cazzo alzati", non feci in tempo a finire di parlare che mi tirò verso di sé, un piccolo urletto uscì dalla mia bocca, in tempo record ero schiacciata tra il divano e lui, "puoi tornare a dormire?", i suoi occhi marroni mi stavano fissando, "si può sapere che cazzo fai?", gli dissi con tono incazzato, "Hope, voglio solo dormire", disse con voce scazzata," voglio andare in camera mia, spostati", lui sbuffò, "e dai, resta qua, non dirmi che hai dormito male stanotte, guarda che ti sentivo che mi abbracciavi, non ce bisogno di vergognarsi", avvertii subito il calore che emanavano le mie guance, dal panico abbassai lo sguardo, "che c'è stellina?, non ti vergognerai mica di me", lo sentii ridere, "stai zitto e dormi", la sua risata si fece più forte, "vieni qui", la sua mano si appoggiò sul mio fianco, rafforzò la sua presa e mi girò con la schiena verso il suo petto, "cosa stai facendo?", "voglio solo dormire stellina", mi disse con la voce assonnata, "e dobbiamo stare per forza così?", fece una piccola risatina, "si", non risposi, forse aveva ragione, forse non potevamo essere solo amici, dopo tutto quello che è successo tra noi, non volevo pensarci, le sue mani erano sopra la mia vita, mi stava abbracciando, la sua testa era vicina alla mia, era una sensazione bellissima anche se era sbagliato, tutto questo era sbagliato, non potevo nascondere la sensazione di beatitudine che avvertiva il mio corpo quando stavo con lui, "James?", lui non rispose, mi girai verso di lui e stava dormendo, era così carino, gli spostai un capello che gli era caduto sul volto e gli diedi un piccolo bacio sulla fronte, "buonanotte James".

L'odore di waffel mi svegliò, mi alzai lentamente e mi sedetti sul divano, mi grattai gli occhi e poco dopo li aprii, ai fornelli c'era James che stava cucinando la colazione, mi alzai dal divano e mi avvicinai a lui, " Buongiorno James", dissi con la voce assonnata, lui si girò verso di me e mi sorrise, "Buongiorno stellina; hai dormito bene?", lo guardai e sorrisi, " levati quel sorrisini, comunque si", " te l'avevo detto", gli diedi una piccola patta sulla spalla, " stai zitto", lui rise, "siediti che ti do la colazione",  feci come mi disse, dopo circa cinque minuti mi diede un piatto con dentro due waffel, della frutta e un succo d'arancia, restai per qualche secondo a guardare il piatto, "che c'è?, non ti piace?" mi chiese lui mentre stava mangiando, "posso avere anche il tuo?", inizia a mangiare, e lui scoppiò a ridere, "no, è la mia colazione", io lo guardai  con un'espressione  incazzata," metà?" dissi con la bocca piena, "cogliona, prima ingoia e poi parla che rincoglionita come sei ti soffochi", posso dirlo? me lja servita su un piatto d'argento, inizia a tossire e attirami piccoli pugni sul petto, James si alzò di scatto e si avvicinò a me "cazzo Hope, questo è perché devi fare la deficiente", mi prese e mi fece alzare, si mise dietro di me, stava per fare la manovra di salvataggio se si può definire così quando iniziai a ridere, mi piegai in avanti e continuai a ridere, lui mi diede uno spintone e si allontanò da me, "sei veramente una stronza, e io coglione che ti vengo dietro", stavo continuando a ridere quando mi girai e gli misi le braccia intorno al collo, "oh piccino, si è spaventato", lui mi guardò e mi fulminò con lo sguardo, "la prossima volta ti lascio soffocare", lo guardai e gli feci una faccia triste, lui si avvicinò a me con la testa, "poi come fai senza di me?", "oh tranquilla stellina, ce la faccio benissimo", i nostri visi erano vicinissimi, i nostri nasi si stavano sfiorando e le nostre bocche erano a qualche centimetro di distanza, le sue mani scesero sui miei fianchi, ci avviciniamo ancora di più, era sbagliato? si, mi importava? no ci stavamo per baciare quando una voce fin troppo familiare ci interruppe, "Hope, sono a casa ", spalancai gli occhi per lo spavento, lo spinsi via da me "cazzo, merda, cazzo", "Hope, dove sei?, sono tornata dopo quasi un mese e mezzo e non vieni a salutare tua madre?", lui mi guardò, "devi sparire", non fece nemmeno in tempo a rispondere che la voce di mia madre incazzata lo interruppe, " e questo scappato di casa chi sarebbe adesso?", "come scusi?", intervenne James, io mi girai di scatto verso di lui,  "tranquillo ci penso io", " tua madre arriva dal nulla, mi da dello scappato di casa e dovrei stare tranquillo?", "ti prego", lo guardai con un'espressione triste, lui non disse nulla, si limitò a sedersi in cucina, "ei ragazzino, togli quel culo dalla mia sedia", "cazzo mamma quanti anni hai, lascialo seduto", mia madre rimase sorpresa, con lei non avevo mai usato un tono del genere, e in effetti restai un po' sorpresa anch'io, "non parlarmi con questo tono ragazzina, faccio una piccola vacanza e guarda come ti ritrovo, a casa, con uno sconosciuto, penso che questi giorni lontana da casa io non ti abbia controllata?, le ho viste tutte le tue assenza, per non parlare della tua media scolastica che è davvero pessima, cosa stai diventando, i professori che mi chiamano per sapere di te, Hope, mi stai deludendo, e questo chi , è per lui che stai andando male a scuola?, rispondi Hope, chi è sto scappato di casa.", James si alzò di scatto, "James, siediti me la vedo io", "forse sua figlia ha bisogno di una madre più presente, che non giri per le citta con il prorpio compagno lasciandola a casa da sola", " come osi stupido ragazzino insolente", "non le permetto di parlare così ne a sua figlia ne a me", "lascia in pace mia figlia, guardati, puzzi di fumo, e hai i tatuaggi, sarai sicuramente un tossico, esci da questa casa", non lascai il tempo a James di rispondere che intervenni io, "smettila di comportarvi come due bambini, che problemi avete", mi girai verso James con le lacrime agli occhi, " ti avevi detto di stare zitto cazzo", mi girai verso mia madre, " de tu, sei entrata in casa da due minuti e già voglio che te ne vai", mia madre guardò James, "ecco guarda l'hai fatta piangere", non diedi il tempo a nessuno di loro di rispondere, "no mamma, questa volta non è tutta colpa sua, ma ti rendi conto, sei in casa da due minuti e guarda, stai già dando il peggio di te, non sai che cazzo è successo in un mese che sei stata lontana", tra un po' non feci in tempo a finire la frase che il palmo della sua mano arrivo deciso sulla mia guancia, "come ti permetti, ragazzina, dov'è tutta l'educazione che ti ho insegnato in questi anni", alzò la voce, "dov'è?", io non le risposi, la sorpassai e salii in camera mia, "Hope aspetta" la voce di James mi richiamava ma io non volevo ascoltarlo, sentii la porta chiudersi, segno che mia madre se ne era andata, faceva sempre così, dopo ogni litigata, apriva la porta, andava dal suo compagno, ne parlava e poi tornava qui, ormai le lacrime si erano fatte strada sul mio viso, salii di corsa le scale e arrivai davanti alla porta di camera mia, "Hope cazzo vuoi fermarti", mi disse James con un tono incazzato, non lo ascoltai, aprii la porta di camera mia e mi ci infilai dentro, feci per chiuderla ma lui ci infilò la mano dentro, "Cazzo Hope aspetta", mi afferrò il polso e mi tirò a sé, "cazzo vuoi lasciarmi, stare vattene" gli tirai un pugno sul petto, "ho detto vattene cosa non capisci", lui mi afferrò entrambi i polsi, "cazzo, calmati", io scossi la testa, "ti avevo chiesto di stare zitto, dovevi fare solo una cosa, stare zitto", " a beh, tua madre mi insulta?, e io devo stare zitto?", " si cazzo, perché per quanto brava possa essere adesso non vorrà più farmi uscire con te, non mi ha mai tirato uno schiaffo in diciotto anni di vita tranne oggi", " hai diciotto anni, potrai frequentare chi vuoi", disse alzando il tono di voce le mie lacrime aumentarono, il mio respiro si fece più pesante

 "James vattene", "no", "cazzo vattene", iniziai a fare fatica a respirare, il mio petto si alzava e abbassava velocemente, "Hope, sei troppo agitata, calmati, respira", "non, non riesco", "stellina vieni", mi liberò i polsi e mi fece sedere sul letto, "stellina, guardarmi, respira insieme a me", feci come mi disse, lo guardai, lui mi prese la mano e incastrò le mie dita alle sue, "brava stellina", il mio respiro stava tornando alla normalità, restammo per una manciata di minuti in silenzio, fu lui ad interromperlo, "scusa" disse con un filo di voce, io non risposi, mi alzai e andai in bagno, mi lavai la faccia velocemente, raccolsi i capelli in uno chignon e tornai in camera, mentre camminavo per avvicinarmi al lato del letto vicino alla finestra potevo sentire il suo sguardo addosso, "Hope, dico davvero, scusa", io non risposi, ero incazzata e triste, mi stesi sul letto dandogli le spalle, stavo aspettando che se ne andasse quando sentii il materasso muoversi dentro linterno, come se una persona si stesse sdraiando, dopo pochi minuti sentii una mano stringermi la vita, mi girò verso di lui, i nostri sguardi si incrociarono, i suoi occhi parlavano, erano tristi e sinceri, ma io non volevo ascoltarli, feci per abbassare lo sguardo ma la sua mano me lo impedì, mi prese il mento e lo portò all'altezza del suo sguardo, "stellina, dico davvero, scusa", "vattene", lui sbuffò, "nei momenti no, tu ci sei sempre stata, e io ho sempre provato a respingerti, ora sei tu quella che ha bisogno di me, lo so Hope, hai bisogno del mio affetto, nonostante tutto hai bisogno di me, quindi vieni qui", non era da lui parlare in quel modo, infatti ne rimasi sorpresa, ma aveva ragione, nonostante tutto, dentro di me avevo bisogno di lui, avevo bisogno del suo calore, delle sue mani sopra il mio viso, "va bene, ma prima che torni mia madre te ne vai, a costo di andartene dalla finestra", lui si mise a ridere, "va bene stellina, ma ora non pensarci, pensa a noi".

HopeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora