Capitolo 24

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James

Ore 4:00

Anche sta notte molto probabilmente non riuscirò a dormire, dopo la morte di mia madre, ho iniziato ad avere problemi di insonnia, non che la cosa mi interessi particolarmente, l'unica cosa che mi urta è che la mia mente non riesce a smettere di pensare, avrò fatto bene ha scrivere a Cole?, per mia madre? era davvero colpa mia?, con Hope? dovrei lasciarla andare una volta per tutte?, Philadelphia? dovrei tornare indietro?, il mio cervello continuava a farsi domande alla quale non mi sarei potuto dare risposta.

 Se c'è una cosa che odio di me è proprio questa, mi faccio tantissime domande e penso davvero tanto, so benissimo che a certe domande non potrò mai darmi una risposta, ad altre invece avrei potuto rispondermi, ma affrontare il passato per me era un mostro troppo grande da sconfiggere, ma sono proprio quelle che mi tormentano di più, mi sono stanco di tutto sto casino che ho in testa, in questo momento vorrei solo avere la mia Hope tra le braccia, con lei tutte le cose brutte spariscono, forse l'unica cosa che mi frena con lei è la paura di sbagliare, la paura di essere un fallimento, la paura di rovinare tutto, proprio la stessa paura che avevo con mia madre, che alla fine è diventata realtà.

 Lei è entrata nella mia vita per puro caso, se quella sera non fosse inciampata sul suo portaombrelli, se quella sera io non mi fossi avvicinato a lei, a quest'ora non saprei manco chi fosse e Dio amo la sua goffaggine, perché la sua goffaggine l'ha portata da me, e io non potevo desiderare di meglio, quella sera desideravo che fosse già mia, potrebbe essere un rischio è vero, potremmo stare male entrambi, ma lei non si è mai arresa con me, perché io non posso manco provarci?, ma le paranoie sono più forti di qualsiasi sentimento, la paura di fare gli stessi errori che ho fatto con mia madre, iniziò a salirmi un senso di ansia, non volevo che lei vivesse lo stesso schifo che aveva passato mia madre, non volevo che vedesse i lati peggiori di me, forse era meglio rinunciare a lei, volevo proteggerla, volevo proteggerla da quel lato di me orrendo, quel lato di me che spesso stava per uscire in sua presenza e io non volevo, dovevo lasciarla andare, lei era la purezza in persona, io sarei stato solo una nube di fumo che inquinava lka sua vita, e non potevo lasciare che accadesse.

dovevo riuscirci, dovevo lascarla libera da me, dovevo parlarle, così decisi di scriverle.

Io: Hope, domani dobbiamo parlare.

Per mia fortuna molto probabilmente stava dormendo, ormai esausto dai miei pensieri decisi di mettermi a dormire.

Ore 8:30.

Anche stanotte ho dormito poco, ma non mi importava, ormai c'ero abituato, stavo provando ad alzarmi quando la porta della mia camera si aprii.

"Buongiorno Signor Miller, so che è presto ma ha una visita, posso farlo entrare?",  io mi limitai ad annuire, il medico se ne andò e poco dopo entrò Cole, tutti i ricordi del mio passato ritornano a galla, i miei sensi di colpa iniziarono a farsi più pesanti, il mio respiro iniziò a fari più pesante solo alla sua vista, lui non disse nulla, sembrava provato anche lui, aveva gli occhi lucidi, si avvicinò a me e si fermò a guardarmi, io mi alzai leggermente e lo guardai, poco dopo una lacrima mi segnò il viso e lui mi abbracciò, "scusa", dissi con un filo di voce, lui mi strinse più forte, " è tutto ok, ora sono qui, lo supereremo insieme, come una famiglia."

Dopo cinque minuti si staccò da me e si sedette sulla sedia vicino alla finestra, " raccontami cos'è successo", lo guardai, non volevo essere un fallimento anche per lui, feci un respiro profondo e spostai lo sguardo sul suo volto, nel corso degli anni il suo viso era cambiato molto, aveva i lineamenti più fini, gli erano cresciti e i capelli, e i suoi occhi, i suoi occhi blu oceano proprio come quelli di nostra madre, feci un altro respiro e iniziai a parlare," circa due settimane fa, avevo litigato con una ragazza, così chiesi a Josh di vederci al nostro solito bar, bevemmo due o tre birre non ricordo, se ne stava per andare quando mi hai scritto, gli dissi che era tutto ok, restai lì, i ricordi iniziarono a riaffiorare, i sensi di colpa si stavano facendo spazio dentro di me, tutte le mancanze che ho sempre ignorato stavano tornando, iniziai a bere, poi ti chiamai, ed è successo quel che è successo, sono finito nel primo stadio di coma, poi ho subito un coma farmacologico, e adesso tra tre giorno dovrebbero dimettermi", lui mi guardò, " mi dispiace, avrei dovuto capire il tuo stato d'animo, non hai mai avuto un'infanzia semplice, scusa", mi sentii subito in colpa," stai tranquillo, non è colpa tua, anche tu stavi attraversando un periodo di merda, e io me ne sono andato senza dire niente", "basta parlare del passato, pensiamo al presente", lui mi sorrisi, ricambiai anch'io anche se era un sorriso abbastanza debole, ma quello che importava ora era che mio fratello era qui con me.

 Parlammo ancora, mi aveva raccontato della sua vita a Philadelphia, era fidanzato da un anno e mezzo con una certa Giusy, mi raccontò che aveva una chioma castana chiara lunghissima, gli occhi marroni, ma anche se era una ragazza semplice, lui la reputava bellissima, mi parlò della famiglia di lei, che dopo la morte di Robert lo accolsero qualche giorno a casa per non lasciarlo da solo, mi raccontò che  stavano pensando di andare a convivere, ero felice per lui, si meritava tutto l'amore di sto mondo.

Passammo l'ora successiva a ridere e a raccontarci qualche cazzata fatta in questi tre anni distanti, gli parlai di Josh, lo conosceva anche lui, ma non se lo ricordava molto, venimmo interrotti dal rumore della porta che si stava chiudendo, spostai lo sguardo e la vidi, "Hope?", lei mi guardò sorridente, in mano aveva un sacchettino, stava per parlare quando la interruppi, " non è il momento, puoi passare più tardi?", la sua espressione cambiò in un attimo, era triste, " dopo non posso", disse schietta, la guardai, che cazzo aveva da fare?," ci vedremo domani allora", i suoi occhi si fecero lucidi, " lascia stare, me ne vado", Cole la fermò subito, " no, fermati, io me ne sto andando, stai pure, devi scusare mio fratello, la gentilezza non è il suo forte, voleva dire che gli avrebbe fatto piacere stare con te", merda, " giusto James?", lo fulminai con gli occhi, " si, giusto, Cole, grazie", non ero dell'umore giusto per stare con lei, ma oramai Cole se ne era già andato, lei si avvicinò a me, "che hai nel sacchetto?", lei mi sorrise, "ho portato il mio portatile, magari ti faceva piacere guardare un film, e ti ho portato un piccolo muffin", fece una piccola pausa," comunque, di cosa volevi parlarmi?", i suoi occhi brillavano di gioia, non potevo rovinare tutto, e quel sorriso, cazzo era bellissimo, non potevo toglierlo, "nulla stellina, vieni ti faccio spazio", mi spostai e la feci sedere, le prese il portatile e lo aprì, "allora, ho portato un film io da casa", la guardai sorridendo, "cosa sarebbe?", lei si girò," la principessa e il ranocchio", la guardai e iniziai a ridere, "non l'hai fatto veramente", in tempo record tirò fuori il dvd, la mia espressione diventò seria, "non lo guarderò", "guarda che è bello", "non lo guarderò", passammo i dieci minuti successivi a ripetere le stesse cose, lei sbuffò, "cosa devi fare per riuscire a fartelo vedere?", io la guardai sorridendo, "forse con un bacio potresti convincermi", "se mi prometti che lo guarderai forse forse un bacino posso anche dartelo", "prometto", poco istanti dopo le sue dolci labbra si posarono sulle mie labbra, amo questa sensazione, poco dopo il nostro bacio si fece più intenso, le nostre lingue iniziarono ad intrecciarsi,  lei si stacco per un istante da me, mi guardò e fece un piccolo sorriso, si sedette sopra di me, le nostre intimità si stavano toccando, la voglia di scoparmela in quell'istante stava salendo sempre di più, le appoggiai le mani suoi fianchi, lei fece un sussulto accompagnato da un piccolo gemito, poco dopo le mie mani iniziarono a scendere, iniziai a sbottonarle i pantaloni e ci infilai una mano, iniziai a palparle il culo, "James" , la sua voce ansimante mi richiamò, i nostri respiri iniziarono a farsi più pesanti e il nostro bacio diventò ancora più famelico di quanto già non fosse, le abbassai le bretelle della canottiera, le stavo per slacciare il reggiseno, quando dei colpi sulla porta ci interruppero, cazzo.

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