Capitolo 26

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James

Sapevo che non potevo guidare, ma si trattava di Hope, e molto probabilmente se era finita lì era anche colpa mia, chiesi a Cole di prestarmi la sua auto, ovviamente era contrario alla mia affermazione, ma sinceramente per quanto volessi bene a mio fratello non me ne fregava un cazzo, aspettai che si distrasse e gli rubai le chiavi della macchina, lui era in bagno così per sdrammatizzarci su gli lascia un bigliettino, " scusa fratello, ma lei è importante", corsi velocemente in camera e presi dei vestiti asciutti, e per sicurezza presi anche una coperta, non sapevo quanta acqua avesse preso, né da quanto tempo si trovava in mezzo a questa tempesta.

Uscii di casa e salii in macchina, chiesi a Hope di mandarmi la posizione, e poco dopo lo fece, la aprii e mi iniziai a guidare, mi prese una strana sensazione alla guida, forse un po' di panico ma non ci diedi molto peso, il mio unico pensiero era lei, guidai per circa un'ora e mezza, quasi due, c'era davvero un tempo di merda, al meteo prima avevano annunciato che per questi due giorni ci sarebbe stato un temporale molto brutto, e per questo consigliavano ai cittadini di Boston di stare a casa e aspettare che passasse, ma io non potevo lasciarla la da sola,

 Il telefono mi indicava che tra circa cinque minuti sarei dovuto arrivare a destinazione, infatti poco dopo intravidi una fermata del bus.

 Fermai la macchina poco più avanti e corsi verso Hope, la guardai , "James, non mi sento bene", "vieni stellina", era molto pallida in viso, le guance erano molto rosse, le sue labbra erano secche e viola, e al tatto era congelata, e in più tremava, mi tolsi la giacca di pelle e gliela misi sulle spalle, "so che non ti scalderà molto, ma per il momento tieni questa", lei non disse nulla, si limitò a guardami, le presi il braccio e la portai in macchina. Le aprii la portiera e la feci sedere, " il riscaldamento è accesso, aspetta qui, nel bagagliaio ho dei vestiti asciutti", corsi a prenderli e poi entrai in macchina anch'io, mi girai verso di lei e la guardai, " stellina", il suo sguardo era perso nel vuoto," non chiamarmi in quel modo", "perché?", " perché così facendo continui ad illudermi", io non risposi, aveva ragione, aveva tutte le ragioni di sto mondo per essere arrabbiata con me, e io sapevo di esser stato un coglione, é che quando provavo a rimediare, mi bloccavo, non riuscivo, una parte di me mi dice di non farlo, e io le do retta.

 Hope prese il sacchetto che tenevo dalle mani, e così facendo mi distrò dai miei pensieri, " dove dovrei cambiarmi?", mi chiese con un tono mezzo scazzato, "qua?", " con te che mi guardi?", la guardai e le feci un piccolo sorriso malizioso, "potremmo riprendere da dove abbiamo lasciato all'ospedale", lei mi guardò, ei acquisì subito un espressione incazzata, sembrava come se nei suoi occhi dominasse il fuoco, "scordatelo", ringhiò lei, "scendi dall'auto, mi cambio e poi risali", non potei non sorridere, ma lei non la prese molto bene, "togliti sto sorriso da ebete dalla faccia", feci come mi disse, allungai una mano dietro il sedile e presi l'ombrello, lo aprii e scesi dalla macchina, era già abbastanza incazzata, non volevo peggiorare la situazione.

Poco dopo sentii dei colpi sul finestrino, segno che Hope aveva finito di cambiarsi, risalii in macchina e la guardai inutile dire che scoppiai a ridere, ci cadeva letteralmente dentro, per non parlare dei suoi calzini rosa con gli unicorni completamente zuppi, "si può sapere che cazzo hai da ridere?", " nulla, ci cadi letteralmente dentro", aveva una mia felpa grigia e dei pantaloni della tuta dello stesso colore, aveva legato i lunghi capelli neri in uno chignon lasciando fuori solo due piccole ciocchette davanti, e giuro su Dio, non penso di aver mai visto una ragazza più bella di lei, per non parlare delle sue piccole lentiggini quasi invisibili, che per me erano impossibili da non notare, sarei rimasto ore a guardarla e so per certo che non mi sarei stancato, perché non non riusciresti a stancarti da qualcosa di così bello.

"Devi fissarmi ancora per molto? o possiamo tornare a casa?", continuai a guardarla ma non le risposi, misi una mano sulla radio e l'accesi, acessesi la macchina, misi le mani sul volante e iniziai a guidare.

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