Hope
Le sue mani si trovavano sopra il mio culo, percorsero tutta la mia schiena fino ad arrivare al reggiseno, me lo stava per slacciare quando ad un tratto sentimmo dei colpi sulla porta, "cazzo", ringhiò con la voce ansimante, mi girai di scatto verso la porta, "merda", la maniglia stava iniziando ad abbassarsi, mi buttai sul letto e iniziai a sistemarmi, James mi sistemò i pantaloni, poi mi guardò, "quanto cazzo sei bella", mi girai verso di lui e arrossii leggermente, stavo per rispondere quando il medico entrò nella stanza.
"Buon pomeriggio signor Miller, come si sente", " benissimo direi", " bene, mi fa molto piacere, oggi pensavamo di dimetterla", si girò verso di me e fece un sorriso a trentadue denti, " che cosa stupenda, non lo credi anche tu Hope", mi squadrò tutto il corpo, i suoi occhi brillavano dal desiderio, e cazzo quanto avrei voluto che le sue mani continuassero a percorrere ogni centimetro del mio corpo.
Lo guardai e gli feci un piccolo sorriso imbarazzato, queste sensazioni con Tyler non le avevo mai provate, la necessità di avere le sue mani su di me, la necessità di sentire la sua intimità contro la mia, il bisogno che le nostre bocche si toccassero, non mi era mai successo prima, ma amavo queste sensazioni, la voce del medico mi riportò alla realtà, " allora se vuole può cambiarsi, io la aspetterò giù", il medico si girò e uscì dalla stanza.
Per qualche minuto ci fu un silenzio imbarazzante, ma stava diventando davvero troppo imbarazzante, così decisi di rompere il ghiaccio, "Allora dove li tieni i vestiti, così te li passo," lui mi guardò sorridendo, "sono sulla sedia", mi girai e glieli passai, " ti serve una mano per alzarmi dal letto?", "tranquilla", si alzò lentamente ed entrò in bagno, io nel mentre ripresi il portatile e lo misi nel sacchetto, poco dopo lo sentii uscire dal bagno, non parlammo, tra noi calò un silenzio imbarazzante, non eravamo mai arrivati a questo punto, ci eravamo già baciati, ma mai spinti così oltre, la sua voce richiamò la mia attenzione, "forse dovremmo dimenticare quello che è appena successo", la sua affermazione mi spiazzò, non volevo dimenticare, non volevo che pensasse fosse solo uno stupido bacio, restai a guardarlo qualche minuto, "non penserai davvero che si stato importante, ci siamo fatti trascinare dal momento", i miei occhi iniziarono a pizzicare, le lacrime sentivano la necessità di uscire, feci un respiro, "hai ragione, ora andiamo", uscimmo dall'ospedale, ancora una volta mi ero illusa, presi il telefono e scrissi ad Alex.
Io: puoi venirmi a prendere, sono all'ospedale.
Alex: si.
Potevo sentire i suoi occhi puntati su di me, "a chi scrivi?", la sua voce era cupa, mi girai e lo guardai dritto negli occhi "hai chiesto ad Alex di venirmi a prendere, tu andrai con un taxi", il suoi occhi si infuriarono in un attimo, "perché?", la sua voce era cupa, "perché voglio stare con Alex", la sua mandibola si irrigidì, "adesso vuoi stare con lui?", mi disse con un tono scazzato, mi girai per guardarlo, "hai qualche problema?", i nostro sguardi si incrociarono per qualche istante, sembravano dominati dal fuoco, proprio mentre dicevo così mi arrivò un messaggio.
Alex: non posso
Merda, feci finta di niente, e non gli dissi nulla.
Prese il pacchetto di sigarette dalla giacca e si accese una sigaretta, "non potresti fumare", lui mi fulminò con lo sguardo, "non ti riguarda, o per lo meno non più", mi diede ancora un'occhiata prima di andarsene, "ci vediamo", non feci in tempo a rispondere che mi aveva già dato le spalle, beh una scena molto ironica no? iniziamo a baciarci, la situazione degenera, lui mi respinge, un film già visto, fin troppe volte.
Una lacrima scese sul mio viso, la raccolsi, aspettai che fosse abbastanza lontano, mi girai e iniziai a camminare, ma non verso casa, dalla parte opposta, ero stata proprio una stupida, mi ero fidata, l'avevo aiutato, mi ero presa cura di lui, sono stata male per lui, ho pensato davvero che lui potesse rendermi felice, ma a quanto pare non era così, forse Laila e Alex aveva ragione, non era il ragazzo giusto per me, e allora perché il mio cuore continuava a dirmi di tornare indietro?, per quanto avessi voluto tornare da lui, non lo feci, presi le cuffie e continuai a camminare a vuoto, non volevo tornare a casa, alzai lo sguardo e notai che il cielo si stava annuvolando, molto probabilmente avrebbe iniziato a piovere da lì a pochi minuti, ma non mi importava, non lo capisco proprio quel ragazzo, prima è in un modo poi in un altro, non so proprio cosa fare, potevo sentire i miei occhi riempirsi di lacrime, non ci badai molto, poco dopo le lacrime iniziarono a farsi spazio sul mio volto accompagnate da una leggera pioggia che iniziava a cadere, pochi minuti dopo la pioggia iniziò a farsi più fitta, non sapevo dove mi trovavo, e non sapevo quanto ero lontana da casa, poco più avanti c'era una fermata del bus al coperto, decisi di raggiungerla, iniziai a correre verso la fermata, presi il telefono in mano e guardai a che ora passasse il bus, primo problema, non mi segnava bus disponibili, secondo problema, avevo camminato davvero tanto, forse troppo, casa mia era lontana, distava un'ora e mezza da qua, l'unica cosa a cui riuscivo a pensare? merda, merda e ancora merda.
Stavo pensando a come agire quando un tuono mi fece sobbalzare, ed eccolo lì un altro problema, fin da quando ho memoria io ho paura dei temporali, ma davvero tanta, da piccola quando c'era un temporale mi nascondevo sempre, non volevo sentire il rumore dei tuoni, mi spaventava a morte.
Erano passati circa dieci minuti, ma non c'era anima viva in questa strada sperduta, l'unica mia speranza era Alex, così lo chiamai, fece almeno sei squilli, ma niente, provai a chiamarlo ma continuava a darmi la segreteria, l'altra possibilità era Lila, non aveva la patente, questo era vero, ma magari poteva venirmi a prendere con sua cugina, la chiamai, fece il primo squillo, poi il secondo, terzo, quarto, stavo per buttare giù quando grazie a Dio sentii la sua voce.
"Tesoro ciao, tutto bene?", feci una piccola risata triste," a dire il vero no", " che succede tesoro?", " se te lo dico, non mi uccidi vero?", il suo tono di voce si fece più serio, " che cos'hai fatto?", " beh ecco, potrei essere in un posto che non conosco, da sola, sotto il diluvio, e non passano macchine", la sentii sospirare, " come cazzo ci sei finita li?", " è una storia lunga, ma adesso ti prego vieni a prendere", " tesoro non posso, sto per fare l'esame di scuola guida, chiama Alex no?", " l'ho già fatto e non risponde, non so che fare"," chiama James", mi disse tutto d'un fiato, "no, è fuori è questione", " Hope, sei in mezzo al nulla, sotto il diluvio, chiamalo, magari sa cosa fare", porca troia, non volevo vedere quello stronzo, ma molto probabilmente era l'unica persona che poteva aiutarmi in quel momento, " se non vuoi chiamarlo lo chiamo io"", feci un sospiro, " lo faccio io, buona fortuna per il tuo esame, ci vediamo sta sera, se sopravvivo", la sentii ridere, " smettila cretina, a stasera", chiusi la chiamata e sbuffai, avevo il telefono scarico e avevo solo due opzioni, continuare a girare a vuoto sotto la pioggia, o chiamarlo, mi dava fastidio il solo pensiero di doverlo chiamare, ma forse era la scelta giusta, persi il telefono in mano e gli scrissi.
Io: Ciao, scusami se ti disturbo, non so dove mi trovo e sono sotto il diluvio, puoi mandare qualcuno a prendermi?, i miei amici non ci sono.
stranamente mi rispose subito
James: non doveva venirti a prendere quel coglione?
Io: non è potuto venire, puoi aiutarmi sì o no?
James: mandami la posizione, ti chiamo, non ti lascio da sola in un posto sperduto.
Io: ho il telefono scarso.
alzai la testa dal telefono e il vento era così forte che sradicò la piccola tettoia che c'era dalla fermata, merda, mandai velocemente la posizione a James,
Io: muoviti, qua il tempo sta peggiorando, e anche tanto.
Non fece in tempo a rispondermi che il mio telefono si spense, merda, ero nella merda più totale, la pioggia scendeva molto rapidamente, era molto più fitta rispetto a prima, merda.
C'erano tantissimi tuoni e lampi, avevo freddo e fame, ero anche vestita in modo leggero, avevo addosso una stupida magliettina leggermente scollata e leggera, dei pantaloni sottili, tutto questo perché?, perché volevo essere carina per lui, merda, era proprio una giornata di merda.
Non so da quanto tempo stavo aspettando, ma so per certo che pensavo di star morendo, tremavo, avevo le labbra secche, le guance congelata e la pioggia non si era calmata, era peggiorata il triplo, sembrava di stare in mezzo ad una tempesta, molto probabilmente erano quasi due ore che ero sotto il diluvio, e giuro pensavo di star morendo sul serio.
Stranamente per mia fortuna vidi delle luci in lontananza, poco dopo una macchina grigia si fermò poco più avanti e per mia fortuna da quella macchina scese James urlando il mio nome, arrivò davanti a me, ma io non ci stavo capendo più niente, mi girava la testa e avevo freddo, tanto freddo, "James, non mi sento bene", dissi con un filo di voce, " forza stellina vieni", mi accasciai leggermente, sentivo le gambe molli, mi prese dal braccio e mi portò in macchina.
STAI LEGGENDO
Hope
RomanceHope Williams è una ragazza di diciassette anni, vive a Boston con sua madre in una casa abbastanza spaziosa, ma spesso sembra le risulti troppo stretta. è la tipica ragazza che ama stare per le sue, pochi amici e poca esperienza nel mondo dei raga...