|𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟗|

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Pov. Toni

Porto una patatina in bocca scansando il pacchetto mentre digito con l'altra mano dei codici sul computer. Le cuffiette mi riproducono "Angels like you" al massimo non volendo sentire nulla dal mondo esterno se non questo computer che sto cercando de decriptare senza alcun successo. Cosa aveva da nascondere? Cosa da non parlarne con me?

<Non capisco perché non rimani qui? Ti va tanto di scendere al piano di sotto e stare sola?> Le chiedo scocciata da sopra il divano su cui mi sono approdata da un paio d'ore.

<Devo sistemare alcune cose che avevo lasciato in sospeso Sis, ci vediamo domani mattina tanto.> Sbuffo mentre la guardo allacciarsi i lacci delle scarpe, sono scocciata oggi e non ho voglia di fare nulla, ma stare con lei è sempre diverso.

<Ti accompagno dai, almeno perdo tempo.> Faccio un balzo dal divano mettendomi su e vado a recuperare un paio di scarpe da strapazzo per scendere giù, non mi va di usare le ciabatte.

<Oh sì perché di qui a due rampe di scale possono uccidermi.> Mi prende in giro quando torno in salone, ma io la fulmino seduta stante per niente divertita.
<Non dico sul serio, respira.> Mi chiarisce come se l'avessi presa sul serio, ma non è così è... l'argomento.

<Con altri sei criminali per la struttura? Tranquillissima.> Le rispondo in modo ironico facendole incrociare le braccia al petto.

<È la nostra squadra di cui tu sei il leader, non dico di doverti fidare, ma sii meno... soffocata. Respira.> Si alza dal divano avvicinandosi a me e posandomi le mani sulle braccia.
<Sono e siamo in questa organizzazione perché siamo preparate. So proteggermi e sono pericolosa anch'io, solo non lo faccio vedere. Tu sei... più tenebrosa, ma questo è il carattere.> È vero lei non c'entra nulla con questa organizzazione, sembra completamente fuori posto, è il raggio di sole nell'oscurità e se si trova qui è solo per colpa mia.

<Dovresti andartene.> Le dico seria senza distogliere lo sguardo dal suo che dalla tranquillità che voleva infondermi, passa a un dolce omicidio.

<Né ora né mai. Non ti abbandono mettitelo in testa.>

E invece se n'è andata. È sparita e io non so nemmeno se è viva o...

<Vaffanculo!> Urlo frustrata mandando all'aria i fogli su cui avevo appuntato dei codici e spostando sia il mio computer che quello che apparteneva a lei. Mi alzo nervosa camminando in quello che era il suo appartamento cercando per l'ennesima volta qualche indizio, qualsiasi cosa abbia potuto lasciare senza nasconderlo in un momento di distrazione. Ma il vuoto ovunque, una chiavetta, un foglio, una foto, niente! Mi guardo intorno pensando a lei e alle sue abitudini potendo essere una soluzione, ma vengo distratta dal suono della musica che si abbassa quando mi arriva una notifica. Sperando che fosse un segno corro a recuperare il telefono che ho lasciato sul tavolo scoprendo che è...

Bourbon
Apri

Cos... Mi tolgo una cuffietta guardandomi intorno e dopo qualche secondo sento battere un paio di volte alla porta principale. Mi avvicino guardando dallo spioncino e vedo proprio lui appoggiato al muro davanti alla porta. Mi prendo qualche secondo per controllarlo per quanto mi sia possibile, ma oltre a quella sua postura da menefreghista scostante con le braccia conserte e la testa leggermente china come se stesse pensando non noto altro.

<Come facevi a sapere che ero qui?> Gli chiedo non appena apro la porta, ma non molto perché non voglio fargli vedere l'interno.

<Sono passato al tuo appartamento ma non c'eri.> Indica con la testa il piano superiore ed io non dico nulla facendogli capire che non mi basta.
<Così mentre scendevo ho pensato di passare di qui e ho sentito dei rumori.> Deve essere stato quando ho perso la pazienza e mi sono alzata di scatto scostando tutto.
<E mi sono detto che dei rumori da un appartamento vuoto è molto strano e ne ho dedotto che c'eri tu all'interno.> Non ho altro su cui essere sospettosa perché in effetti potevo essere solo io. Quando... quando è sparita mi sono appropriata di ogni sua cosa comprese le chiavi del suo appartamento. Per non rischiare che potevano essere state fatte delle copie ho successivamente cambiato tutte le serrature aggiungendone delle altre come nel mio. Lei era meno preoccupata rispetto a me che già da allora avevo fatto installare delle microtelecamere con sensore di movimento non appena abbandono l'appartamento. La stessa sorte è capitato al suo per paura anche che ci fosse qualcosa e potevano prenderlo in nascosto.

My exception is you - Un amore pericolosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora