|𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟒𝟑|

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Pov. Toni

<Lasciami. La donna ancora non ti prende sotto tiro, lasciami.> Ho capito cosa vuole fare, ma ha avuto un cazzo di proiettile a neanche cinque centimetri dal collo non le farò fare cose id...
<Mi fido.> Come se il mio non lasciarla le abbia dato il via a quella sua pazzia e si piazza alle mie spalle coprendomele e difendendomi. Pazza. Una pazza che... si fida. Si fida di me. Ma sono io ora che non mi fido di me stessa, non mi piace questa situazione e il fatto che per poco non ci rimetteva la vita ancora peggio.

<Se non uscite fuori immediatamente vi strappo la colonna vertebrale per poi appenderla come un quadro su una parete.> E lo farò. Sono cosciente che se non usciamo entrambe sulle proprie gambe o che questa sia una trappola per lei o per me... farò pentire amaramente il giorno in cui sono nati a quest... Una risatina. Sento veramente una risatina che risuona nel silenzio teso e non so perché ma ho la sensazione che non sia di tensione, ma di presa in giro.

<Sarebbe molto ironica come cosa.> Questa voce... Appartiene alla donna che era in quel bar, è lei. Non c'è stato alcun sbaglio e quella tizia ci, mi, ha portato qui.

<Perché?> È una buona domanda a cui scommetto che non riceveremo risposta e sicuramente mi sono stancata di parlare a vuoto.

<Prima uscite. Basta tenervi nascosti.> L'ombra dell'uomo che aveva catturato la mia attenzione non appena mi ero volta dopo quello sparo è ferma e mi permette di vedere che ha in mano un fucile con tanto di mirino, ma è abbassato adesso. Faccio un passo volendo approfittare di quella guardia bassa, ma... un braccio mi si avvolge intorno al bacino e la mia schiena torna cozzata contro quella di Cheryl.

<Tic tac... Tic tac...> Faccio quasi fatica a percepire quei ticchettii che capisco essere prodotti da una voce maschile, non è assolutamente di quella donna. Trattengo per un paio di secondi il respiro quando l'ombra di quel fucile si muove e il primo istinto è quello di liberarmi di Cheryl e agire prima che venga sollevato di nuovo contro di noi. Poso una mano su quella bianca di Cheryl pronta a scattare quando...

<A secret makes a woman woman.> Sento il terreno sparirmi da sotto i piedi e la pistola mi cade di mano cadendo atterra. Senza se e senza ma. Senza dubbi o incertezze, questa frase... non può essere...

Sospiro appoggiata al muro con le braccia incrociate mentre guardo Crys fare le ultime scariche di pugni al sacco mentre Sweet Pea le tiene il sacco. Non le voglio mettere fretta, ma diamine... le avevo dato un orario!

<Direi basta così o qualcuno ti prenderà a te come sacco da box.> Scherza Sweet Pea indicandomi da sopra la spalla con il pollice e io non muto il mio sguardo, deve sbrigarsi accidenti.

<Nah. So perfettamente come farle passare tutto.> Gli risponde sorridendo e avvicinandosi a me che nonostante la mia espressione incazzata la accolgo circondandole la vita con un braccio nonostante sia sudata.
<Cena insieme e più precisamente... sushi.> Mi sussurra all'orecchio per non farsi sentire e in un secondo un sorriso compare sulle mie labbra adorando mia sorella.

<Ci sei riuscita davvero.> Bourbon che si stava mettendo le fasce alle mani mi guarda sorpreso e in quell'istante torno seria rivolgendogli uno sguardo sull'attenti. Come faccio sempre.

<Ho i miei metodi.> Si vanta felice Crys che si allontana da me per riprendere le sue cose mentre Sweet Pea va a bere cosciente che adesso ci sarà per lui un bel allenamento con Bourbon; l'ultimo arrivato nel gruppo però dice qualcosa più a bassa voce a Crys che sorride schiaffeggiandogli la mano quando le fa volare una ciocca scappata dalla coda per infastidirla. Gli spezzo le dita se si avvicina ancora di più a lei. Già sono troppo vicini per i miei gusti, ma sto ferma al mio posto fulminandolo soltanto. Li vedo scambiarsi qualche parola, ma poi sollevo le sopracciglia colpita in senso positivo quando lei gli dà un pugno all'altezza della pancia.

My exception is you - Un amore pericolosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora