|𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐𝟎|

211 17 13
                                    

Pov. Toni

Apro di scatto gli occhi credendo di averli chiusi solo un istante, ma quando muovo un minimo la spalla sinistra mi sento tutta indolenzita. Sbadiglio senza ritegno sentendomi però molto meglio di prima e lo devo a questa testona che riposa sulla mia spalla con la mano ancora nella mia. Non le è fregato nulla di ciò che ho ordinato di fare o di chi sono, le era passato per la testa qualcosa e aveva stabilito che avrei dovuto dormire qui con lei.

<Intendevo... Vieni qui accanto a me a dormire.>

<Sei ferita, stai ferma dove sei.> Le ordino più che altro non perché non voglia stare vicino a lei, ma perché fino a stamattina ero ancora nel limbo della domanda "quando si sveglierà?" e la priorità adesso è che recuperi velocemente le forze. Mi muovo per allontanarmi quando succede l'ultima cosa che mi aspettavo, mi sento afferrare il polso da una stretta debole, ma che riesce a fermarmi per l'effetto sorpresa. 
<Tieni giù il braccio dannazione!> Accorgendomi che il suo corpo si sta iniziando a ribellare tolgo il polso dalla sua presa fragile anche se per lei deve essere forte e lo conferma il fatto che non appena manca il mio appoggio le cede il braccio. Prima che possa farsi male le metto una mano sotto reggendoglielo.

Speravo che dopo aver visto il suo corpo reagire nuovamente in quel modo mi avrebbe ascoltato, ma...

<Lo terrò se tu ti sdrai.> Mi ribatte prendendomi il tessuto della maglietta che ha più sotto tiro e l'immagine di una bimba piccola che vuole che ti stendi accanto a lei. È così diversa, ma anche se stessa... non penso che stia fingendo, ci sono tratti del carattere che sono usciti finora, ma sono da un punto di vista... differente.
<Se non lo fai mi metto seduta e mi alzo. Non sfidarmi sai che lo farei.> Ecco un suo tratto a me molto comune! Davanti a una sfida non si tira indietro e a volte mi ricorda me, ma in questo caso è da pazzi!

Per poco non mi venne un infarto vero nel pensarla in piedi per un secondo prima di cedere al tremore. Mi giro lentamente verso di lei che trovo con le labbra schiuse e il respiro pesante per la dormita in cui è rinchiusa. Le sfioro la guancia stando attenta a non sveglia e anzi mi ritrovo a sorridere a una sua leggera smorfia prima di accucciarsi involontariamente contro il mio palmo. È così piccola e indifesa in questo momento in netto contrasto alla donna forte e intransigente che ha tirato fuori finora. Sapendo che adesso si trova nello stato di sonno solo a tempo limitato e che poi si sveglierà mi permette di alzarmi da questo letto più molto tranquilla. Mi muovo con attenzione per non rischiare di farle notare la mia mancanza e quando mi alzo completamente dopo averla coperta mi stiracchio sbadigliando di nuovo. Ho fatto una dormita che rispetto ai minuti in cui mi appisolavo su quella poltroncina, era una dormita da regina. Recupo il mio telefono per mandare un messaggio a Martin in modo da attivare il piano, ma quando sblocco lo schermo sbarro gli occhi.

<Oddio!> Esclamo sorpresa quando leggo che sono le sei e mezza di mattina. Cavolo altro che due ore come mi ero detta, ne sono passate otto nove! Provando a fare meno rumore possibile afferro i miei vestiti rivestendomi completamente e poi... e poi non so che fare. Vedo lei ferma come l'avevo lasciata a dormire e io che devo andare. Mi ero imposta di restare con lei e non avvertire il suo gruppo finché non si sarebbe svegliata, finché non sapevo che stava bene. E lo è, è viva e sta bene, ha bisogno di tempo ancora, ma starà bene.

<Mh...> Sospira sistemandosi come crede quando probabilmente sente fastidio al fianco e io mi avvicino accarezzandole la nuca.

<È tutto ok piccola Silver Bullet.> Sussurro placando il suo sonno e nel momento in cui mi accorgo che i suoi nervi tornano a stendersi faccio un gesto che l'ultima volta lo faci solo con... lei: mi chino e lentamente deposito un bacio sulla sua fronte. Mi allontano cauta fino ad uscire dalla stanza e mi dirigo nello studio dove molto probabilmente a quest'ora Martin si starà prendendo un caffè. È proprio quello che ha in mano quando mi viene ad aprire la porta con la fronte corrugata.

My exception is you - Un amore pericolosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora