|𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟖|

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Strizzo forte la pezza all'ennesima immersione che faccio nell'acqua fredda per poi posizionarla sopra la sua fronte ardente. Dire che sono nervosa è l'eufemismo delle ultime quarantotto ore.

<Operala! Subito!> Gli ordino con il fiato corto per la corsa, ma devo avere la morte, la sua morte istantanea nello sguardo se non fa qualcosa nell'immediato.

<Esci, va fuori e aspetta.> Mi risponde serio mentre io non esito a fare ciò che mi ha detto.

Due giorni fa ha tentato di salvare Akemi Hall da un proiettile di Pisco rimanendoci in mezzo. Quella ferita è stata messa in compagnia da quella che le ha provocato Kir al braccio. Sono passati due giorni da quando in extremis sono riuscita a trovarla e a portarla di corsa in ospedale da un aggancio che ho di mio, esterno all'organizzazione e a cui devo un enorme favore. Senza fare domande o perdere tempo mi ha aiutato. L'ha operata, l'ha salvata. E ora ha il drenaggio con anche delle trasfusioni per il sangue che ha perso.

<È viva.> Quelle due parole mi fanno tornare a respirare e mi siedo su una sedia di quelle che ci sono qui per le persone in attesa.
<Ma...> A quella semplice parola alzo di scatto la testa di nuovo in tensione prevedendo il peggio.

<Ma cosa??> Chiedo notando la tensione sulle sue spalle.

<Il suo corpo è arrivato allo stremo. Il tremore che mi hai descritto era il trauma seguente allo sparo e alla caduta in acqua.> Si... ho pensato che stava avendo una crisi epilettica e a me stava causando un infarto sul momento come adesso.
<A livello medico posso assicurarti che nessun organo è stato danneggiato, ma era un proiettile sparato da un fucile da cecchino, non so dirti che conseguenze avrà...>

<Maledizione svegliati...> Le sussurro cosciente che non può farlo o almeno non ora con la febbre alta che ha. Martin, il dottore che l'ha operata e il mio contatto, mi ha detto che non per forza è dovuta allo sparo ma può essere anche per il bagnetto gelato che ha fatto. Il risultato non cambia però, lei è priva di coscienza e io sono incollata a lei da ben due giorni con i Serpents che ho bloccato alla base. Non so nemmeno cosa fare con gli altri del suo gruppo, la staranno cercando come dei pazzi, la crederanno morta e io... non posso avvisarli. Egoisticamente non posso, devo prima vedere che apre gli occhi e le si accende la voglia di pugnalarmi al cuore.
Passo tutta la giornata così a cambiarle le pezze sulla fronte e a bagnarle le labbra con acqua e zucchero evitando in ogni modo di pensare al mio comportamento. Non voglio pensarci nemmeno per sbaglio.

<Non ho dodici anni! So badare a me stessa sai??> La sento lamentarsi mentre io la ignoro passando la mano sotto l'acqua fredda del lavandino.
<Toni!> Batte un piede a terra e con la coda dell'occhio vedo che tiene le braccia tese lungo i fianchi e le mani strette in due pugni.

<In effetti ora ne dimostri cinque.> Ammetto facendo gonfiare d'aria le sue guance ancora di più finché non si siede guardandomi male con le braccia incrociate stavolta.
<Scendiamo a tre ora.> La continuo a prendere in giro mentre chiudo l'acqua e tampono le nocche con un asciugamano.

<Ti rendi conto che hai picchiato Jughead solo perché mi ha dato un'indicazione sbagliata?> Mi chiede stavolta con tono più pacato, ma io non mi calmo affatto.

<Quell'indicazione sbagliata ti ha portato a un vicolo cieco, sei stata a pochissimo dall'essere presa. Tu ti rendi conto di questo!?> Le chiedo nervosa al solo ricordo dell'esplosione di paura quando Jughead ha ammesso di aver sbagliato, ma troppo tardi.

<Sis sto bene. Ne sono uscita tutta intera, sana e salva.>

Ma non salvò Jughead dalla mia reazione. Ero impazzita, era uscita la parte peggiore di me quella mossa da quando viene toccato qualcosa o qualcuno che amo. E Crys io la amo, profondamente, la amo è mia sorella darei la mia stessa vita per lei e la darei anche per farla tornare se è viva... ma Crys è Crys, mentre... la mia reazione per quanto stava succedendo a lei... mi ha scioccato. Solo dopo a sangue leggermente più tiepido sono riuscita a far focus sulla situazione comprendendo che avevo reagito allo stesso modo lasciandomi scioccata.
Inconsciamente inizio a riprodurre solo la melodia di quella canzone e che accompagno a delle leggere carezze su quei capelli rossi ora asciutti e ben sistemati sul cuscino. Continuo così per aiutare il mio corpo a rilassarsi un minimo, ma da quel minimo passo al troppo finché i miei occhi non si sollevano più e la melodia cessa.

My exception is you - Un amore pericolosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora