|𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟒|

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<Dovremmo venirci più spesso.> Mi dice mentre sono stesa sulla coperta godendomi il sole con un braccio sopra la testa mentre la mano dell'altro mi ricade sulla pancia.

<Mh?> È l'unico verso che faccio domandandole di spiegarsi aprendo un occhio da sotto il paio di occhiali rossi che indosso d provando a vederla senza muovermi, ma standomi affianco è un po' difficile.

<Intendo qui.> Come se avesse percepito la mia difficoltà nel vederla si gira verso di me finché non si poggia su un braccio arrivando sopra di me.
<Sai sembri più... calma.> Aggiunge sollevandomi con le dita gli occhiali sopra la testa in modo che i nostri occhi si incrocino.

<Intendi che non manifesto il mio bisogno di controllo e non faccio l'agente dell'FBI?> Le chiedo con un sorrisetto di presa in giro ora che sono più tranquilla rispetto a quando siamo arrivate. A quanto pare non è comoda nella sua posizione e stendendosi un po' su di me poggia la testa sopra la mano del braccio che piega avvicinandosi maggiormente a me.

<Esattamente. Sembri una semplice ragazza ventisettenne che si gode una bella giornata di sole con la miglior compagnia.> E se per l'85% della sua risposta era seria alla fine lei mi fa l'occhiolino e io scoppio a ridere seguita da lei.

<Sei veramente cretina, mi chiedo come fai a essere riuscita a restare in vita per quasi dieci anni nell'FBI.> Il nostro è solo un gioco, so perfettamente quanto sia un membro valido e lo dimostra il solo fatto che lei, come me e gli altri siamo stati assegnati al distretto di Manhattan. Viene vista come una cosa d'elité, ma porta molta preparazione e addestramento alle spalle.
Io avevo già collegamenti con l'FBI essendo nella protezione testimoni dopo... dopo quell'episodio. Avevamo accettato entrambi la protezione testimoni e abbiamo fatto tutti e quattro anni per diventare agenti: tre di addestramento e uno di specializzazione su un campo.
Lui avendo due anni in più di me ha finito tutto prima dalla formazione, ai due anni d'esperienza fino ad arrivare a New York. Sono proprio quei due anni che mi hanno fregata, perché quando io arrivai a Manhattan lui era appena entrato nella tana del lupo; era stato scelto come infiltrato per le sue capacità e ora da quattro anni non lo vedo più.
Per i primi due anni è stato raro anche un suo messaggio e pur essendo dentro non mi arrivavano informazioni così ero andata a chiedere spiegazioni durante un rapporto che dovevo dare e loro mi dissero che era una sua scelta e che non voleva coinvolgermi.
Ho passato due anni nella rabbia perché volevo aiutarlo, non volevo che fosse solo in mezzo a loro, non dopo quanto era successo a Jason, ma poi... tutto cambiò.

<Be' negli ultimi quattro anni ho avuto un leader valido che mi ha salvato il culo.> Cerco in quegli occhi smeraldo una traccia di presa in giro, ma è serissima ed io mi ritrovo a non saper rispondere.

<Anche tu mi hai tirato fuori da vari guai, non mi preoccupo di essere sola, so che ci sarai tu, che ci sarà il gruppo in qualunque momento.> Le rispondo quasi in un sussurro dopo vari secondi di silenzio provocandole un leggero sorriso.

<Contaci Blossom.> E senza che la fermi unisce le nostre labbra. Ricambio avvolgendole la vita con il braccio che tenevo alzato e le sfioro la pelle con le dita. Potremmo essere scambiate per una coppia in questo momento, ma non lo siamo. È la mia migliore amica, fa parte della mia vita da quando avevo sei anni. Il nostro è un semplice modo di dimostrarci affetto, siamo andate anche a letto insieme, ma non c'è davvero nulla che sfocia in amore per questo ci permettiamo questi gesti. Alla fine ci separiamo e come se non avessi parlato di nulla e non ci fossimo baciate, lei tornata a stendersi al mio fianco stavolta a pancia in giù. La calma prima della tempesta. Lo sento.

Pov. Toni

<È lì.> Mi volto verso il punto che mi indica trovandoci effettivamente la mia maglietta.

My exception is you - Un amore pericolosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora