|𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐𝟓|

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Pov. Toni

<Basta Vermouth, hai dato abbastanza.> Mi dice Bourbon con il fiatone quanto me, ma se lui si sta reggendo in modo sciatto a un sacco da box da terra io sono poggiata al muro con il fiato corto e vari parti del corpo che mi fanno male.

<Che c'è già sei stanco?> Gli chiedo in modo provocatorio non volendo smettere, non voglio ce la posso ancora fare e ne ho bisogno.

<Già? È l'ora di pranzo, siamo qui dalle dieci.> Sposto lo sguardo sull'orologio attaccato al muro in alto sopra le due porte d'entrata e in effetti la lancetta segna le due, ma non mi basta. Senza dire nulla mi incammino verso le porte e anche nella sua direzione, ma invece di sospirare perché pensa che mi sia arresa si rimette ben dritto e in posizione di difesa.
<Basta. Hai bisogno di riposare.> Mi ripete con lo sguardo vigile, ma dentro di me sento solo una rabbia prorompente, avrei voglia di distruggere il mondo con l'ANOBAC e tutto quello che c'è dietro.

<Sta. Zitto.> Scatto in avanti e carico un montante che nella mia testa sarebbe andato a segno, ma lui si scansa spingendosi dalla parte opposta e io compisco il sacco. Non ho il tempo di girarmi che mi colpisce da dietro la gamba e io cado su un ginocchio dovendomi subito sorreggere al sacco per non cadere completamente.

<Adesso ti starai ferma?> Mi chiede quando sollevandomi con il busto mi ritrovo bloccata con un suo braccio intorno alla gola.

<No.> Dico in modo secco caricando velocemente il braccio in avanti per poi portarlo indietro e colpirgli qualsiasi parte del corpo con il gomito. Il colpo va a segno e quell'istante in cui lui allenta di riflesso la presa su di me lo sfrutto per girarmi e liberarmi mentre lo butto per terra. Delle imprecazioni gli scappano di bocca, ma poi mi contrasta facendoci rotolare varie volte fin quando...

<Basta! Non è colpa tua! Fermati!> Quelle parole che mi cadono addosso in un urlo mi fanno bloccare ancora di più rispetto alla mano sul mio collo. Resto a guardarlo in silenzio con il torace che si alza e abbassa velocemente a causa dei polmoni che ricercano aria e lui è la mia copia.

<Lo è. Tu non sai, ma lo è.> Ribatto in modo duro seppur sono stanca. Ho dovuto dirgli che ciò che avevo scoperto, ma nulla nello specifico solo che quel giorno stava seguendo una mia... indagine.

<Non saprò su cosa, ma so che se ha fatto quel che ha fatto è perché ci teneva. Non le avresti fatto cambiare idea.> No io avrei dovuto farmi dire cosa stava combinando, avrei dovuto collegare prima che era andata in quel resort termale quando era presente anche quel maledetto Gerry. Era andata sicuramente lì per controllarlo e carpire più informazioni possibili prima di agire. Io avrei dovuto capirlo! Avrei dovuto salvarla!

<Tu cosa ne sai? L'hai conosciuta solo per due anni qui dentro, io la conosco da tutta la vita! Avrei fatto...> Annaspo in ricerca di aria quando Bourbon stringe la presa sul mio corpo e l'istinto mi porta a premere su quella vena per fare quel gioco di pressione e tirarmi fuori, ma... quell'assenza di aria è quasi persuasiva...

<Toni!> La mia testa scatta di lato a uno schiaffo così forte che mi aiuta a riprendere aria quando poi nello stesso momento la pressione sul collo è sparita. Non posso che rimanere sorpresa quando realizzo che Bourbon ha utilizzato il mio vero nome, tra noi utilizziamo quelli veri se non siamo in missione o siamo di umore particolarmente... nero. Lui però ci ha sempre chiamati con i nostri nomi in codice. Questa è la prima volta che utilizza il mio nome. Capisco solo dopo qualche secondo che resto con la testa girata cosa stava succedendo, il mio istinto di sopravvivenza non era emerso, mi stavo facendo soffocare. Se non stavo con lui, ma in una situazione di pericolo sarei ormai morta.

<Vattene.> Dico soltanto dopo un po' che lui è rimasto sopra di me guardarmi mentre io osservo la base del sacco da boxe di prima che ho di fronte. 
<Vattene!> Urlo stavolta spingendolo via per poi alzarmi nonostante sento varie zone del mio corpo protestare per i miei modi bruschi. Sento che si alza ma invece di andare verso le doppie ante per uscire il rumore di una bottiglia mi fa capire che è andato a bere.

My exception is you - Un amore pericolosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora