|𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟒𝟏|

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Apro e chiudo le chiavi a scatto della macchina sentendomi un'adolescente al primo appuntamento, il che è assolutamente ridicolo tra qualche mese compirò ventotto anni e mi sento io stessa ridicola. È un dannato gelato. Rinchiusa in quell'azione meccanica scorgo alla mia ombra l'aggiunta di un'altra ed è immediata la mia reazione. Lascio le chiavi aperte e mi giro per allontanarmi da...

<Idiota! Mi hai spaventato!> La riprendo non appena vedo quella treccia che le ricade sulla spalla e un sorrisetto già a disegnarle le labbra.

<Mi insulti pure? Dovresti ringraziarmi invece.> Alzo un sopracciglia pronta a ringraziarla a suon di un ceffone, ma lei con una mano in tasca fa un passo in più per avvicinarsi a me.
<Infondo ho salvato quelle povere chiavi dall'essere ancora torturate.> Aggiunge di fronte al mio silenzio togliendosi gli occhiali da sole scuri rivelandomi il suo sguardo divertito. Apro la bocca per ribatterle scoprendomi però senza parole e con la voglia di conficcarle la chiave in fronte.

<Irritante.> Le dico scocciata, ma nel giro di un paio d'instanti toglie la mano dalla tasca e vengo avvolta dal suo braccio che mi tira contro il suo corpo. Una volata d'aria mi sfreccia dietro alla schiena e io capisco che mi ha appena salvato prima che diventassi una striscia pedonale per colpa di una macchina.

<Sono ancora irritante?> Si porta gli occhiali sopra la testa e io mi accorgo con quel gesto della vicinanza eccessiva tra noi in un posto... così. Pubblico. Non è spaventata e non sembra neanche inquieta. È... lei.

<Si.> Confermo per non dargliela vinta, ma in cambio le lascio un bacio sulla guancia ricevendo subito una stretta maggiore della sua mano che arriva al fianco.

<Sei impossibile.> Sento quel commento mentre mi allontano dal suo viso volendo passare una le dita sulla treccia, ma l'incertezza agisce bastarda com'è e rimango ferma tra le sue braccia.
<Stai diventando rossa.> Alzo di scatto la testa con le labbra un po' schiuse e le do uno schiaffo sul braccio.

<Non è vero!> Esclamo arricciando le labbra non sapendo se effettivamente è la realtà o meno, ma lei mi sorride divertita non toccandosi nemmeno il punto che le ho colpito.

<Hai ragione, ma almeno sei tornata te stessa. Violenta, ma te stessa.> Altro che violenta in questo momento la bacerei qui sul ciglio della strada fregandomi di tutto e di tutti.

<La prossima volta ti becchi un pugno, vedrai poi quanto sono violenta.> Ribatto sbuffando, ma prendendole la mano per tirarla verso la gelateria. Ho veramente voglia di gelato e di un gelato con lei, be'... di quello ho ancor più voglia.
<Ti spacco il culo, fermati.> La mia vena violenta la mostro tutta davanti al cassiere che si ritrova in mezzo tra me e lei con la carta di credito in mano.

<Non ci riusciresti quindi finiscila e mangia.> Non ci riuscirei!? Davvero!? La voglia di piantarle quel gelato che ha in mano in fronte è altissima, ma poi mi viene in mente un altro tipo di minaccia. Sorridendo angelicamente le blocco il braccio con cui stava porgendo la carta e mi avvicino al suo orecchio.

<Riuscirei a non baciarti e non farti toccare neanche una parte di me in compenso.> Dubito fortemente che non riuscirei a metterla al tappeto, ma di certo questa è una cosa che ha un effetto immediato su di...

<Non riusciresti a resistere al desiderio.> Non si tira indietro e consegna la carta a quel cassiere che si era poggiato su un gomito a godersi lo spettacolo di me e lei che discutevamo.

<Mi stai sfidando?> Le chiedo ritirando la mia carta, ma senza distogliere lo sguardo dal suo ora che si è fatta un po' indietro.

<In realtà ti sto contraddicendo e dovresti ringraziarmi perché perderesti la sfida.> Corrugo la fronte indispettita da quella risposta, ma lei sorridendo ringrazia il ragazzo alla cassa e prendendomi per mano, come se non fossimo vicine dallo scannarci per cinque euro di gelato, mi porta fuori. Fa scivolare le dita nelle mie e insieme scorre via la tensione per il nostro piccolo siparietto.

My exception is you - Un amore pericolosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora