|𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟑𝟓|

220 17 21
                                    

Pov. Toni

Prendo un lungo respiro imponendomi di stare ferma quando sento la porta aprirsi. Guardo l'ora sul telefono con la luminosità bassa e vedo che ci ha messo diciannove minuti e quarantasei secondi. Cazzo ha corso. Non so dove si trovava precisamente, ma sono le due di notte e non penso proprio che era già in giro o nelle zone.

<Dannazione e io che mi sono anche preoccupata.> Sento alcuni passi e incuriosita mi tengo vicino alla porta per buttare un occhio oltre il momente e... Vedo la sua ombra nella cucina e vorrei vedere la sua espressione alla vista del vino, però mi tengo ben nascosta. All'improvviso il telefono si illumina e io mi sbrigo a bloccarlo azzerando la luce vedendo che mi sta chiamando.
<Rispondi rispondi rispondi.> Un tintinnio mi fa capire che ha bevuto il vino che avevo preparato.
<T...>
<Agr! Vaffanculo pure alla segreteria.> Stringo le labbra divertita a quella sua reazione, è una comica quando sa di non essere vista o sentita da qualcuno. Nel momento in cui sento di nuovo i suoi passi e sempre più vividi mi metto dietro l'anta della porta tenendomi nascosta. I passi cessano e io mi sporgo leggermente vedendo la sua schiena. È rivolta verso il letto su cui ho sistemato uno dei suoi completini intimi che ha comprato ieri.

<Ho pensato che lo avresti voluto indietro.> Le sussurro vicino all'orecchio cosciente di spaventarla e infatti una volta che si volta mi spinge indietro facendomi incespicare di un paio di passi.

<Cazzo! Sei qui!> I suoi occhi sono spalancati e il petto le si solleva e abbassa velocemente sotto la mano che si è posata sopra.

<Be' ti ho scritto io.> Le rispondo nascondendo la difficoltà nel dire qualcosa davanti a quel viso provo di trucco. Se possibile è ancora più bella e questo pensiero mi sta destabilizzando parecchio.
<Diciannove minuti e quarantasei secondi. Dal viso privo di trucco, la leggera cadenza della spalla destra probabilmente per la posizione e la mancata risposta alla chiamata né deduco che stavi dormendo.> Per non rimanere in silenzio decido di buttarmi sulla logica e su quello che oggettivamente posso dire perché se cado sull'aspetto soggettivo è la fine.

<No perché io ballo la macarena di notte, non lo sai?> Ma che... ma da dove le escono certe risposte?? Superando il mio sconcerto iniziale decido di stuzzicarla un altro po', forse rischio ma non mi importa mi piace farlo.

<Eppure come ti ho detto ci hai messo diciannove minuti e quarantasei secondi per arrivare qui. Ti sei preoccupata?> La istigo mettendo alla luce un aspetto su cui vorrei davvero una risposta. Ho sentito il suo brontolio, la sua fermezza mentre mi richiamava, la velocità con cui è venuta...

<Ti piacerebbe, ma immagino che ci pensa già la tua amichetta tutto fumo e niente arrosto.> Trattengo un sospiro alla menzione indiretta di Kir, soprattutto perché mi ci sono incazzata nuovamente stasera.

<Ieri quando l'ho messa in macchina dopo il regalino che le hai fatto non mi sembrava fumo, ma in carne e ossa.> Non appena chiudo la bocca lei mi fulmina e quello sguardo carico di rabbia mia sembra familiare, ma non riesco a capire da cosa sia dovuto esattamente.

<Perché mi hai fatto venire qui alle due di notte?> È incazzata. Incazzata nera, però mi piace, mi piace questa sua irruenza nel fronteggiarmi fregandosi di chi sono. Sarà che con i Serpents prima o poi tutti cedono, Bourbon mi gira alla larga per non chinarsi al mio carattere ma lei... lei si avvicina fregandosene dell'oscurità che mi circonda.

<E perché non farlo? Mi stavo annoiando.> Quegli occhi nonostante la penombra bruciano facendo risplendere l'oro nei suoi occhi, credo sia nel pieno della sua rabbia e io ci voglio affogare.

<Annoiata? Mi hai chiamata perché eri annoiata!?> No. Non ero annoiata. Avevo bisogno di vederla, ma dirglielo direttamente per come siamo messe... no è troppo. Forse sarebbe stato troppo anche prima per come me ne sono andata da questo appartamento.
<Hai un'attrazione con cui passare il tempo a portata di mano. Fai sesso con quella cretina che non sa incassare un pugno e non rompere a me. Non sono un tuo passatempo!> E poi sono io l'idiota. Mi spinge via per provare ad uscire, ma non le lascio il tempo neanche di superare la soglia che le prendo il polso utilizzando la sua forza per portarla contro l'armadio.

My exception is you - Un amore pericolosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora