18 Aprile 2023, Empoli
La prepotente luce che entrava dalla finestra mi costrinse a svegliarmi, nonostante avessi ancora molto sonno e un mal di testa non indifferente. Ancora non riuscivo ad aprire gli occhi però piano piano cercai di prendere coscienza del mondo e della serata precedente della quale in quel momento mi restava praticamente solo il senso di nausea causato dalla sbronza. Dopo poco realizzai di avere un peso sul fianco e spalancai gli occhi di colpo, ricordandomi ciò che non avrei mai voluto ricordare. Mi girai di scatto nella speranza che fosse stato solo un sogno, ma quando mi trovai davanti il volto angelico di Pietro contornato da quei suoi capelli color grano, realizzai fosse tutto vero. Era accaduto.
Mi ero ripromessa che non sarebbe più successo, e questo senso di delusione che cresceva in me per non essere riuscita a rimanere coerente con me stessa mi stava facendo innervosire. Contando poi tutti i malesseri che sentivo in corpo diciamo che la mattinata non iniziò proprio nel migliore dei modi.
Mi alzai velocemente dal letto, presi un paio di mutande pulite e me le infilai, insieme ad una maglia over size, mentre raccoglievo il mio vestito e il reggiseno rimasti sul pavimento dalla sera prima. Non trovai le mutande, ma non mi impegnai molto a cercarle: in quel momento avevo ben altri problemi. Presi la camicia, i jeans e i boxer del biondo che dormiva comodamente sul mio letto, pronta a cacciarlo.
"Pietro!" Dissi con un tono di voce decisamente troppo alto per essermi appena svegliata dopo aver quasi raggiunto il coma etilico, infatti il mio mal di testa ne risentì, ma l'unica cosa che mi importava in quel momento era che Pietro si svegliasse. Funzionò, lo vidi muoversi infastidito e fare degli strani versi, segno che si era svegliato.
"Vestiti e vai a casa" dissi senza emozioni tirandogli addosso i vestiti che avevo precedentemente raccolto da terra. Lui guardò quel mucchio di indumenti con un'espressione confusa, per poi spostare la sua attenzione su di me. "Che è successo?" Chiese con la classica voce cavernale di chi si è appena svegliato. "E' successo che abbiamo fatto una gran cazzata Pietro, ecco cos'è successo!" Dissi io sempre più arrabbiata. Quella situazione mi stava mandando fuori di testa.
"Non serve che ti agiti così. Va bene, abbiamo fatto una cazzata, ma non è morto nessuno Beatrice" disse tranquillo, forse con un velo di tristezza che mi fece sentire in colpa per come lo stavo trattando, però la rabbia era più forte. "Certo che non è morto nessuno ma comunque non doveva succedere e tu, che eri il più sobrio tra i due, dovevi controllarmi non portarmi a letto!" Continuai ad alzare la voce, non curandomi delle mie tempie che chiedevano pietà.
"Intanto vedi di non urlare che mi scoppia la testa" disse mentre si metteva seduto sul letto, dandomi le spalle qualche istante per infilarsi anche lui le mutande "poi il fatto che non fossi messo male quanto te non significa di certo che fossi lucido e, soprattutto, ormai sei una donna adulta: prenditi le tue cazzo di responsabilità!" Mi rimproverò, alzando di poco la voce a sua volta, riuscendo a farmi sentire piccola di fronte a lui.
"Hai ragione, scusa" iniziai finalmente a ragionare, tornando in me dopo quella sfuriata.
"Se ritieni sia stato un errore talmente grave vuol dire che ce lo dimenticheremo" si avvicinò a me poggiando le sue mani sulle mie spalle, come per darmi conforto. "Gli altri non sapranno nulla e noi faremo finta che non sia mai successo. Ok?" Mi chiese con tono dolce, cercando il mio sguardo che io però tenevo puntato a terra. Sentivo che dovevo piangere, ma non capivo il motivo.
"Ok" risposi semplicemente io. "Perfetto, allora amici come prima" mi disse lui porgendomi la mano. Io alzai di nuovo lo sguardo incontrando il suo e perdendomici per qualche istante.
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Back in time // Fares
FanfictionPietro e Beatrice hanno sempre avuto un rapporto complicato. Lo avevano quando si erano appena conosciuti e, due anni e mezzo dopo, la situazione non è cambiata di molto. Forse hanno più consapevolezza, ma anche più paura. Così uniti e così distanti...