34 - Vivi ancora nelle favole

884 65 7
                                    

24 Novembre 2021, Empoli

Sempre il solito party. Mi guardavo intorno e non riuscivo a scorgere alcuna differenza tra quella serata, che sarebbe dovuta essere speciale, e una qualsiasi delle mille che abbiamo passato chiusi nel bunker a perdere la coscienza appresso a delle scadenti bevande alcoliche. I ragazzi se la passavano un po' meglio economicamente, ma le scadenti bevande alcoliche non erano mai cambiate. Come non erano cambiate le urla di chi aveva alzato un po' troppo il gomito, sovrastando spesso anche il suono assordante della musica che usciva dalle casse. Non era cambiata la puzza di vomito che si iniziava a sentire dopo neanche un paio d'ore, nei paraggi del bagno.

La stessa compagnia allargata che invadeva le stanze di quel posto, presentatasi lì solo una volta aver ricevuto la certezza dell'ingente quantità di alcol che ci sarebbe stata. Qualche new-entry c'era sempre però. Quel giorno, una di queste, fu Martina, la quale stava continuando la frequentazione con Duccio. Lui, però, non ricambiava assolutamente ciò che lei provava, nonostante si sforzasse per dimenticare Giada un suo pezzo di cuore rimaneva sempre con lei.

Una seconda new-entry era seduta proprio alla mia destra, con un gin lemon - il quale era stato accuratamente preparato da Andrea che si assicurò di farlo abbastanza forte da fargli perdere lucidità il prima possibile - stretto tra le mani. Con la sua attillata camicia Ralph Lauren e il suo classico grande sorriso stampato in volto, Flavio parlava con alcuni dei ragazzi cercando di mostrarsi al meglio possibile, mentre subiva il loro interrogatorio. Io e il ragazzo avevamo iniziato a frequentarci ufficialmente, dopo un bacio scattato davanti il bar vicino alla nostra università, e i miei amici cercavano in tutti i modi di metterlo sotto pressione. Aspettavano un suo passo falso come un leone che, pazientemente, aspetta che la gazzella si distragga per poterla sbranare.

E proprio questa mi sembrò l'intenzione di Andrea, Marco e Jacopo: sbranarlo. Lo avevano quasi circondato - insieme al Barto, che probabilmente si era unito solo per il meme, già ubriaco marcio - e lo riempivano di domande, provocatorie e non. "Da 1 a 10, per te, quanto conta scopare in una relazione?" Gli aveva appena chiesto il corvino con aria terribilmente seria. Lo squadrava da capo a piedi, alla ricerca di un minimo difetto da potergli rinfacciare.

"Faster!" Il mio richiamo arrivò all'istante. Il mio amico mi guardò e non potei percepire il minimo cambio di espressione in lui. "Ma come te ne esci?" Gli chiesi urlando, per sovrastare la terribile canzone che faceva da sottofondo alla nostra conversazione.

"Che c'è? Devo pur capire se è un maniaco" si giustificò tranquillo, come se la domanda che aveva posto al moro al mio fianco fosse normale. Tornò poi a fissare lo sguardo sul mio accompagnatore, probabilmente aspettandosi una risposta.

"Stai tranquillo, Flà. Ha solo bevuto, di solito non è così, lo giuro" mi scusai con il ragazzo al mio fianco, terribilmente imbarazzata per l'atteggiamento dei miei amici. Non so che cazzo gli fosse preso quella sera, quale strano tipo di droga avessero assunto, ma di certo l'indomani si sarebbero subiti un gran cazziatone.

"Non ti preoccupare, sembrano simpatici" il moro mentì spudoratamente, abbozzando anche un sorriso tirato per convincermi di ciò che aveva appena detto. Era chiaro come l'acqua che si sentisse tremendamente a disagio e che non aspettava nient'altro oltre al momento in cui sarebbe potuto tornare a casa. Tuttavia, sapendo quanto fossero importanti per me, fingeva di trovarsi bene.

"Qualche perversione strana?" Riprese il discorso Caph, portandoci ad interrompere il nostro contatto visivo. Io lo guardai sconvolta. Rischiai di scoppiare a ridere nervosamente per l'assurdità della situazione, ma mi trattenni e mi alzai dal divano, afferrando la mano di Flavio per costringerlo a fare lo stesso.

"Io direi che abbiamo finito qua" dissi, iniziando ad allontanarmi dai quattro ragazzi con ancora la mano del moro stretta alla mia. "Lo facciamo per te, Baby" sentii urlare da Jack, prima che fossi troppo lontana. Continuai a camminare con il ragazzo dietro di me, finché non arrivammo in un angolo della stanza svuotato dalla folla che occupava il resto dell'area.

Back in time // FaresDove le storie prendono vita. Scoprilo ora