20 - Permettimi di amarti

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4 Febbraio 2021, Empoli

PIETRO'S P.O.V.

Sentivo le mani tremare, il cuore martellarmi in petto e il sudore scendere lento sulla mia fronte. Sono stato fermo immobile davanti la porta di casa di Beatrice per almeno dieci minuti, interrogandomi su cosa sarebbe potuto succedere se avessi suonato, a come avrebbe potuto reagire. Se non mi avesse perdonato sarei sprofondato totalmente, rintanandomi in quell'apatia che da sempre era causa e cura di tanti mali.

Quando presi finalmente coraggio, premetti il tasto del citofono che accanto portava scritto 'Caponi, Micheli' sentendo poco dopo la sua voce leggermente metallizzata: "Sì?" Deglutii a fatica, per un istante pensai anche di non rispondere e scappare ma poi presi coraggio e mi palesai.

"Sono Pietro" dissi soltanto non riuscendo ad articolare una frase più lunga. Ci fu qualche attimo di silenzio prima che ricevessi risposta. "Duccio è già andato al bunker" disse, probabilmente sperando fossi là per lui.

"Non cerco lui, ho bisogno di parlarti. Fammi salire, ti prego" dopo questa mia frase ci fu qualche attimo di silenzio che precedette il suono metallico del portone che si apriva. Corsi velocemente su per le scale trovando la ragazza lì a tenermi la porta aperta.

"Hai cinque minuti Pietro" disse lapidaria mentre rientrava in casa. Io la seguii, come se effettivamente avessi solo cinque minuti a disposizione, però sapevo benissimo che mi avrebbe dato tutto il tempo necessario.

"Scusami, sono stato uno stronzo" iniziai, sentendo l'agitazione salire in me. "So che può sembrare strano, ma in quel momento pensavo che allontanarti sarebbe stata la soluzione migliore per proteggerti" spiegai, cercando di farle capire ciò che mi passava per la testa.

"In che modo trattarmi di merda mi avrebbe protetto? Da cosa poi?" Mi chiese arrabbiata, agitando le braccia per gesticolare.

"Da me, non sono per niente una buona compagnia se sto male" risposi, vedendo il suo sguardo di ghiaccio infiammarsi sempre di più.

"Non funziona così Pietro" si avvicinò a me, continuando ad alzare la voce. "Non è che vieni a farti una chiavata quando sei di buon umore, te ne vai se non ti gira e poi torni quando cazzo ti pare a te. Io non sto qua a fare la bambolina" mi diede contro, iniziando a far salire la rabbia anche in me.

"Se credi veramente che tu per me sia solo una bambolina vuol dire che non mi conosci proprio per un cazzo" mi agitai a mia volta. "Io ci tengo a te Bea, sei importante" le dissi, sperando con tutto il cuore che mi credesse.

"Certo, talmente importante che hai preferito ignorarmi piuttosto che venire a parlare con me" mi rinfacciò, ancora una volta.

"Non conta nulla che sono tornato a scusarmi per te?" Domandai arrabbiato. Lei non riusciva a capire quanto per me fosse difficile scusarmi e mettere da parte l'orgoglio. Non era assolutamente scontato quello che stavo facendo ma comunque non lo apprezzava.

"Facile tornare quando va tutto bene" rispose scocciata, andandosi a sedere sul divano. Io la raggiunsi, restando in piedi davanti a lei, sentendo la rabbia ribollirmi sotto pelle.

"Tutto bene? Beatrice guardami: sto di merda, non è passato niente di ciò che avevo, ma comunque mi sono fatto forza per venire da te. E di certo non l'ho fatto per sentirti mentre mi rinfacci i miei errori" continuai a darle contro a mia volta, gesticolando, mentre sfogavo tutta la tensione di quei giorni.

"Non è questione di rinfacciare gli errori, semplicemente non puoi pretendere di tornare qua quando ti pare e piace e trovarmi ad accoglierti a braccia aperte. Tu mi hai fatto male, Pietro!" Urlò di nuovo e vidi i suoi occhi diventare lucidi, mentre la sua voce si rompeva. A quella vista non riuscii a rimanere duro e, istintivamente, mi abbassai sulle ginocchia, cercando in tutti i modi di incrociare il suo sguardo. Lei però cercava di impedirmelo, quindi fui costretto a prenderle il viso con una mano portando delicatamente i suoi occhi nei miei.

"E sono notti che non dormo, torturandomi per questo. Purtroppo non posso cambiare il passato, però in compenso ti giuro che il nostro futuro sarà diverso. Permettimi di amarti" la implorai, sentendo anche io le lacrime accumularsi dietro le mie palpebre. Quei giorni distanti mi erano serviti per capire quanto fosse reale ciò che ci legasse, e soprattutto presi coscienza del fatto che non avevo intenzione di perderla. Non avrei resistito senza lei.

"Come scusa?" Domandò confusa, aveva gli occhi che tremavano e la bocca leggermente aperta. Mi fece sorridere, non appena capii a cosa era dovuto il suo stupore.

"Sì Bebe, sono abbastanza convinto di essermi innamorato" confessai diretto, non riuscendomi a trattenere dall'allargare ancora di più il sorriso che avevo. Dopo aver elaborato le mie parole anche lei iniziò a sorridere, portando le mai a circondarmi il viso.

"Non mi stai prendendo per il culo, vero?" Mi chiese, ancora con la voce scossa dalle lacrime.

"Mai" le confermai prima di sentirmi tirare la testa verso di lei, che fece finalmente scontrare le nostre labbra coronando quel contatto che mi era mancato come l'aria in quei giorni.

"Anche io sono abbastanza convinta di essermi innamorata di te" disse sottovoce non appena ci staccammo. A quelle parole io di istinto la attirai nuovamente a me in un altro bacio, questa volta decisamente più passionale del primo.

"Resterei qua con te per sempre, ma purtroppo devo andare a lavorare: il 'bonus amore' di Ghera non dura per tutto il giorno" le dissi piano, come per non rovinare la magia di quel momento. "Vieni con me al bunker?" Lei annuii, avvisandomi che le sarebbero serviti giusto cinque minuti per finire di prepararsi.

Quando tornò da me con una felpa diversa e una borsa in mano uscimmo, non prima di esserci scambiati un altro bacio veloce. Il viaggio fu breve e quando arrivammo subito entrammo nel bunker, mano nella mano. I ragazzi erano tutti lì e, non appena si accorsero della nostra presenza, smisero immediatamente di parlare. Ci stavano fissando, chi a noi chi alle nostre mani, comunque erano tutti abbastanza sorpresi di vederci là assieme.

"Hanno fatto pace!" Urlò dal nulla Faster, alzando le braccia vittorioso. Nella stanza partì un applauso generale che ci fece inevitabilmente scoppiare a ridere.

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Capitolo venti!

Numero tondo che mi piace tanto. Eccoli qua, di nuovo a fare la coppietta felice.
(Pretendo un qualche premio perché ho messo due capitoli a distanza di nemmeno 24h)

Come sempre fatemi sapere se il capitolo vi piace e soprattutto se vi piace come si sta evolvendo la storia.

Al prossimo❤️

Back in time // FaresDove le storie prendono vita. Scoprilo ora