56 - Nuda di fronte a tutti

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23 Gennaio 2023, Empoli

"Ragazze state pronte che oggi vi facciamo sentire l'ultimo pezzo che abbiamo fatto" disse Erin con gli occhi che gli brillavano, sembrava così emozionato all'idea di farcela sentire. "È una hit" aggiunse Jack mentre smanettava al computer, probabilmente per cercare la canzone di cui parlavano.

Era stato indetto un incontro urgente, quel pomeriggio, al quale eravamo stati convocati tutti. Ci avevano avvisato fosse per un brano segreto al quale tenevano particolarmente, senza però fornire ulteriori dettagli, riuscendo a stuzzicare abbastanza la mia curiosità da farmi correre al punto di ritrovo il più in fretta possibile.

"Nel senso che la balleremo in spiaggia quest'estate?" Chiese ingenuamente Gin, cercando di guadagnarsi qualche informazione in più. Pietro scoppiò a ridere, insieme a Duccio. "Non proprio" le rispose infatti il biondo.

"Zitti tutti che la faccio partire" ci interruppe bruscamente il produttore. "Si chiama Nero mascara" presentò il brano, senza informarci su chi sarebbero stati a cantarla. Già il titolo non preannunciava allegria, il che poteva rivelarsi un'arma a doppio taglio.

Partì una dolce melodia di pianoforte, che introdusse Piccolo. Era così angelico che solo la sua voce mi commuoveva, per non parlare del testo poi. Già dalle prime parole iniziai ad accusare quel pezzo, preoccupata su come sarei arrivata alla fine.

Partì Erin, poi di nuovo Duccio e sentivo gli occhi farsi sempre più lucidi. Dopo la fine di quello che presumibilmente era il ritornello sentii la voce di Pietro. Istintivamente mi girai di scatto a guardarlo, mentre ascoltavo le sue parole.

Ti ho vista nel mio mare, stavi per affogare
Avevi detto: "mai più, mai più, mai più"
Ti avevo detto: "fai tu, fai tu, fai tu"
Io faccio come faccio, viene come viene
Notti che mi incazzo, camomilla e miele
Ti ho invitata a pranzo, non ne vuoi sapere
Ci stiamo sul cazzo e ci vogliamo bene

Restammo a guardarci negli occhi per tutta la durata della strofa. Parlava di me. Parlava di noi. Le lacrime minacciavano prepotentemente di uscire, tanto che dovetti girarmi di nuovo. Non riuscivo a reggere il suo sguardo.

Huda mi posò una mano sul braccio, mentre sotto passava di nuovo il ritornello, come a chiedermi se fosse tutto apposto. Io semplicemente scossi la testa. Non ero apposto. Ero nuda di frontte a tutti. Ero stata privata della mia corazza.
Mi resi conto solo in quel momento che in realtà anche le tre ragazze al mio fianco erano sull'orlo del pianto. La strofa di Dario arrivò ovattata alle mie orecchie, non riuscivo a smettere di pensare alle parole del biondo.

Tutti i 'mai più' che ci siamo promessi, quando dopo averlo lasciato rifiutai di pranzare con lui per chiarire, la camomilla che gli preparai dopo quella nostra litigata, il nostro rapporto di amore e odio. Aveva racchiuso tutto in quelle poche frasi, in maniera così precisa da farmi sentire il cuore che si stringe.

"Che ne pensate?" I miei pensieri furono interrotti dalla voce del mio migliore amico che, timoroso, ci chiese un parere sul loro lavoro. Le ragazze si complimentarono con loro, erano ormai scoppiate in un pianto incontrollato.

"Bebe? Tu che ne pensi?" La voce di Pietro mi arrivò come una coltellata nello stomaco, facendomi veramente sentire la necessità di piangere senza sosta per giorni. Pensavo che per quanto quelle frasi potessero sembrare riduttive per descrivere il nostro rapporto, in realtà calzavano alla perfezione la nostra essenza. Pensavo che dopo tanto tempo non avrebbe dovuto farmi questo effetto una semplice strofa corta. Pensavo che se l'avessi sentita un'altra volta avrei prosciugato ogni liquido del mio corpo, lasciandolo uscire dai condotti lacrimari. Pensavo che non fosse normale sentirsi così esposta a causa di una canzone. Ma non dissi nulla di tutto ciò.

Back in time // FaresDove le storie prendono vita. Scoprilo ora