51 - Sabbie mobili

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19 Dicembre 2023, Sanremo

Mi pettinavo nervosamente i capelli guardandomi nello specchio davanti al quale era seduto Dario, nelle mani della make-up artist. A breve sarebbe stato il loro turno e io provavo un mix di emozioni letale che mi stava divorando dall'interno, come in uno di quei film horror con un qualche virus letale. Mi sentivo esattamente così.

I miei capelli erano districati e senza nodi da un bel po' ormai, ma non riuscivo ad interrompere quel movimento compulsivo con il quale sfogavo parte del mio nervosismo.

Ero nervosa perché i miei migliori amici erano sul punto di fare l'esibizione della loro vita.
Ero nervosa perché se non avessero raggiunto l'obbiettivo che speravano - possibilità che ritenevo alquanto improbabile - io non avrei saputo come consolarli, visto che sarei stata male come loro.
Ero nervosa perché Pietro ancora non mi parlava, ma faceva finta di nulla ridendo e scherzando con gli altri.
Ero nervosa perché io non riuscivo a fingere la sua stessa disinvoltura, non riuscivo a far finta che non fosse successo nulla, non riuscivo a distogliere l'attenzione da quelle sabbie mobili di emozioni che mi avevano catturato.

"Se continui così te li farai cadere" mi fece notare scherzosamente Erin, abbozzando una risata. Io mi ripresi dal mio stato di trance e mi bloccai di colpo, colta sul fatto. Effettivamente però, lui non conosceva i miei pensieri quindi mi sarebbe bastato nascondere tutte le mie preoccupazioni dietro una mezza verità.

"Sono in ansia come se ci dovessi salire io su quel palco" raccontai, con una risata nervosa a concludere la mia affermazione.

"Non immagini io come sto" anche il ragazzo cercò di sdrammatizzare, palesando il suo nervosismo attraverso un sorriso rigido e i nervi delle spalle tesi.

"Io sono in ansia perché sono io, ma tu devi stare calmo Darie' che andrete alla grande" cercai di tranquillizzarlo. Poggiai i palmi delle mani sulle sue spalle e mi sporsi verso di lui, depositandogli un delicato bacio sulla testa rasata e tinta. Questo fece apparire sul suo volto un sorriso sincero che mi scaldò il cuore.

Quando si avvicinò una ragazza vestita di nero con un microfono attaccato al viso per ricordargli che i prossimi sarebbero stati loro, l'ansia non poté far altro che crescere. Duccio corse frettolosamente verso Ginevra, per avere la conferma di essere ancora in ordine; Dario e Andrea ripassavano la canzone scaldandosi la voce nella speranza di non steccare sul palco; Marco contava i secondi, controllando compulsivamente l'orario sul cellulare e Pietro era chiuso nella sua bolla. Questa però fu rotta dall'arrivo di un'altra concorrente, Clara, che attirò la sua attenzione con un colpetto sulla spalla e poi gli fece l'imbocca al lupo, stringendolo in un abbraccio. Li avevo visti parlare in precedenza ma non credevo che la loro confidenza arrivasse a tanto.

Nascosi il fastidio che questo gesto mi causò nei meandri della mia coscienza, che ormai sembrava l'appartamento di un accumulatore seriale. Perché era proprio questo quello che facevo: accumulare, accumulare e accumulare ansie, preoccupazioni, pensieri, emozioni, sentimenti e problemi. La mia discarica personale si trovava all'incirca all'altezza della bocca dello stomaco. Lo dedussi dal fatto che nell'ultimo periodo sentivo quella zona particolarmente pesante.

Facemmo gli auguri ai ragazzi, prima di vederli sparire dietro l'ingresso del palco. Quando questo avvenne, l'attenzione di tutti noi si focalizzò sul televisore che trasmetteva la diretta, dal quale avremmo guardato l'esibizione dei nostri amici. Il cuore mi batteva all'impazzata nel petto e i miei occhi iniziavano già a gonfiarsi di lacrime, ancora prima che la canzone potesse iniziare.

Quando tutto finì mi sembrò durato un attimo. Le mie guance erano coperte dai segni del pianto - che non sembrava intenzionato a finire presto -, le mie mani tremavano e il boato di applausi scoppiato dietro le quinte mi sembrava lontano. In una manciata di secondi le grida dei protagonisti di quella giornata si fecero spazio nell'abitacolo, attirando l'attenzione di tutti. Ci riunimmo in un grande abbraccio di gruppo, disordinato e chiassoso. 

"Visto Dario: non avevate niente di ci preoccuparvi" gli feci notare con un occhiolino. Lui rispose semplicemente mandandomi un bacio volante, mentre si ricongiungeva con la sua amata per festeggiare quel momento tramite un appassionato bacio. I due raramente si lasciavano andare ad effusioni amorose in pubblico, ma in quel momento ci voleva proprio.

Quando mi girai, distogliendo l'attenzione dai due, il primo volto che mi si palesò davanti fu quello di Pietro. Lo guardavo camminare verso una meta a me sconosciuta e l'impulso di corrergli incontro per fargli le mie congratulazioni fu difficile da controllare. Non appena capii che la sua meta fosse la cantante con cui aveva parlato prima di salire sul palco il mio cuore perse un battito. Si sorrisero caldamente mentre la ragazza si congratulava, stringendo le braccia intorno al collo del biondo. 

"Beatrice siamo delle cazzo di popstar!" Urlò Marco euforico, distraendomi da quella scena che risultò più dolorosa di quanto mi sarei potuta aspettare. Mi voltai leggermente, forzando un sorriso al platinato che subito strinsi tra le mie braccia. Mi beai del suo profumo e del calore familiare che emanava il suo corpo.

"Siete stati fenomenali" mi complimentai con lui, sussurrando al suo orecchio per poi stampargli un rumoroso bacio sulla guancia. Lo sentii sorridere sulla mia spalla, prima che si staccò da me. Appena il contatto fisico tra di noi fu interrotto, il mio sguardo, senza che potessi controllarlo, finì nuovamente su Pietro e la sua nuova amica. Continuavano a parlare animatamente, come se si conoscessero da una vita.

"Non riesci proprio a togliergli gli occhi di dosso, eh" mi canzonò il mio amico, con tono ironico. Io scattai con lo sguardo su di lui, fingendo un'espressione confusa con la quale cercavo di far intendere che non sapevo a cosa - o meglio, a chi - si riferisse. "Non fare quella faccia. Non sei credibile" fui ripresa dal platinato. "Senti, io non so perché non parlate, ma so che risolverete tutto. Come sempre del resto" cercò di tranquillizzarmi, portando una mano sulla mia spalla per infondermi forza. Io annuii, non molto convinta. Il giorno prima mi aveva chiaramente fatto intendere di essere veramente arrabbiato e forse, proprio perché ormai mi aveva perdonato anche fin troppe volte, si era stufato di darmi seconde possibilità.

"Cos'è quel muso? Su con il morale! Oggi è un grande giorno e non accetto di vedere nessuno triste" mi rimproverò Gherardo, passandomi affianco. Io gli sorrisi, mentre si allontanava per andare a parlare con qualcuno dello staff, come per tranquillizzarlo. 

"E non ti preoccupare: non è il suo tipo" aggiunse poi Marco, prima di avvicinarsi a Ginevra che lo richiamava per sistemargli i capelli che si erano spettinati durante l'esibizione. Rimasi lì da sola con i miei pensieri, aventi come sfondo le immagini dei miei amici che scorrazzavano a destra e a manca euforici e impazienti.

Mi erano bastati due giorni a Sanremo per realizzare che quelle sabbie mobili non fossero di emozioni, bensì di sentimenti. Sentimenti per Pietro. Questi formavano un miscuglio letale dentro il quale il mio corpo era intrappolato da fin troppo tempo ormai e più provavo a divincolarmi per fuggirne, più questi mi portavano a fondo. Me ne ero accorta solo quando mi ritrovai immersa fino al petto, solo quando anche il semplice pensiero del ragazzo mi impediva di respirare. Probabilmente, me ne ero accorta troppo tardi. Me ne ero accorta solo dopo averlo allontanato, solo dopo essermi fatta odiare. 

Quindi ora lo guardavo da lontano, con il cuore pesante di sentimenti e rimpianti, torturandomi per essere riuscita - ancora una volta - a rovinare tutto.

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Ciao belli!

Capitolo decisamente importantissimo questo!! La coscienza di Bea si è finalmente smossa, anche se i due non comunicano minimamente tra di loro. Non ho parlato del momento della vittoria perché 1, sappiamo tutti com'è andata e 2, il capitolo sarebbe stato infinito. Quindi ve lo beccate così che comunque direi che non è male.

Come avrete notato, non sto più pubblicando con la stessa frequenza di prima, dato che in questo periodo sono alquanto impegnata e scrivo meno. Ma giuro che non vi abbandono!

Tra l'altro, 44.SUMMER spacca, e Pietro ha parlato di Bea e Flavio in Estate 80, palese.
Invece, parlando del nostro protagonista: Pietro con le treccine non l'ho capito. Per carità, è un gran patato e ci possiamo fare poco, ma non lo so. Mi piace e non mi piace. Devo pensarci.

Fatemi sapere cosa ne pensate,
al prossimo❤️

Back in time // FaresDove le storie prendono vita. Scoprilo ora