32 - Fortunatamente, però

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4 Ottobre 2021, Firenze

"Non sono psicologicamente pronta alla sessione invernale" mi lamentai con il ragazzo di fronte a me. Nonostante quel periodo fosse discretamente lontano, l'ansia aveva già iniziato a prendersi possesso di me. Il primo anno era stato tosto e ora avrei dovuto ricominciare tutto da capo. Amavo ciò che studiavo, ma questo non annullava la fatica e i sacrifici.

"Non ti devi preoccupare Bea, andrai benissimo come sempre" tentò di rassicurarmi con un sorriso Flavio, prima di mettersi in bocca l'ultima forchettata di tagliatelle al ragù. Eravamo andati a casa sua per pranzare, dopo la mattinata passata ad ascoltare ore e ore di lezioni fatte da noiosissimi professori troppo vecchi per lavorare. In quel periodo ci eravamo avvicinati molto e mi trovavo veramente bene con lui. Da parte sua era ovvio ci fosse qualcosa di più, e forse anche io stavo iniziando a maturare l'idea che il moro sarebbe potuto essere un ottimo partito. Mi trattava bene, mi faceva sentire a mio agio e non litigavamo spesso quanto accadeva con Pietro.

Pietro. Quando mi trovavo con Flavio ogni tanto mi capitava di pensarlo e sentirmi in colpa. Mi sentivo quasi una traditrice, nonostante non ne avessi motivo. Avevo iniziato a ricevere le sue avance mentre ancora stavo con il biondo e non avrei mai voluto che pensasse che io potessi averlo tradito. Sto semplicemente andando avanti, esattamente come lui. Non me lo dice, chiaramente, ma so benissimo che esce con altre ragazze. È andato avanti, ed è ora che lo faccia anche io.

"A prescindere dai voti, la mia ansia è alle stelle" esternai le mie preoccupazioni, mente mi portavo alle labbra il bicchiere di vetro arancione per dissetarmi. La mia mano sinistra, che si trovava sul tavolo - con tutto l'avanbraccio - non rispettando il galateo, venne afferrata dalla sua, che mi strinse per darmi conforto. Apprezzai veramente quel gesto, ero patita per i piccoli gesti quindi non riuscii a trattenere un sorriso a quel contatto.

"La gestirai benissimo e, quando sarà troppa, ti aiuterò io" il cuore accelerò leggermente quando Flavio pronunciò quelle parole, facendomi sentire terribilmente fortunata per aver trovato una persona del genere nella mia vita. Forse avrei dovuto davvero dargli una possibilità. E mentre riflettevo su questo la mia mente tornò al ricordo del principino, senza che potessi fermarla. Ormai eravamo amici, ma non avevo di certo dimenticato come stavo bene a ripetere capitoli infiniti stretta tra le sue braccia che assorbivano qualsiasi preoccupazione.

Il mio flusso di pensieri venne interrotto dalla suoneria squillante del mio cellulare. Mi scusai con il ragazzo e andai a recuperare il dispositivo che avevo lasciato vicino alla credenza quando ero andata a prendere i piatti per apparecchiare. Vidi il nome del mio migliore amico e subito dopo saettai lo sguardo sull'orario che segnava il telefono: 15.28. Io e Flavio ci eravamo distratti a parlare e non avevo notato che era arrivata l'ora in cui avevo chiesto a Duccio di passarmi a prendere.

"Ei Pippi, sei già qua?" Gli domandai subito dopo aver premuto l'iconcina verde sullo schermo. Il telefono poggiato all'orecchio mi copriva parzialmente la visuale, ma vidi comunque il moro girarsi, interessato alle mie parole.

"Ho appena parcheggiato" mi rispose con il suo inconfondibile accento toscano. Per quanto mi sarebbe piaciuto rimanere lì, non avrei fatto aspettare il mio amico. Anche perché sarebbe stato un pomeriggio speciale al bunker: anche noi esterni al gruppo avremmo scoperto la tracklist e il titolo dell'album a cui lavoravano da mesi e mesi. Le tracce le conoscevamo già tutte, probabilmente, e conoscevamo anche quelle che non ci sarebbero state. Per questo non vedevo l'ora di scoprire che forma avrebbe assunto il progetto terminato.

Back in time // FaresDove le storie prendono vita. Scoprilo ora