38 - Non fare il geloso

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17 Febbraio 2022, Firenze

Per quella serata speciale avevo indossato un abito rosso, lungo e scollato, forse uno dei più belli che avevo nell'armadio, se non il più bello. D'altronde, non era una serata qualsiasi: era il compleanno del mio migliore amico. Avevo tirato i capelli in una coda altra, stretta, piena di gel, per restare il più ordinata possibile durante la serata. Il rosso aveva deciso di portarci a festeggiare in un locale dove avremmo mangiato e che poi, verso mezzanotte, si sarebbe trasformato in una sorta di discoteca. Mi scattai una foto veloce nello specchio a figura intera di camera mia per inviarla a Flavio, chiedendogli conferma per l'outfit che mi aveva aiutato a scegliere.

Sei uno spettacolo
19.41

Alla vista di quel messaggio, che non si fece attendere più di un paio di secondi, sul mio viso comparve uno spontaneo, largo sorriso. Ormai tra me e lui era diventa ufficiale la cosa, da una settimana all'incirca. I nostri compagni di corso, nonché amici, una volta appresa la notizia decisero di organizzare una serata fuori per festeggiare. Pare che non aspettassero altro. Mentre mi perdevo tra i miei pensieri, ancora con lo sguardo fisso sullo schermo del cellulare, fui richiamata dal rosso che mi intimò di sbrigarmi per non farlo tardare alla sua stessa festa.


"Tanti auguri a Duccio, tanti auguri a te!" Finimmo di cantare e iniziammo a fare casino, applaudendo, mentre il ragazzo spegneva le candeline. Ci aveva pregato per giorni e giorni di risparmiargli l'imbarazzo della canzoncina, ma noi chiaramente non l'avevamo ascoltato. 

"A te l'onore" Gherardo gli passò il coltello, così che potesse tagliare la torta in quanto festeggiato. Tolse le candeline a forma di 22 e infilò la lama nella frolla che ricopriva la sua amata torta di mele. Quel ragazzo aveva sempre avuto gusti strani.

Mangiammo velocemente la torta, mentre la musica proveniente dall'altra stanza iniziava a raggiungere le nostre orecchie, segno che stessero iniziando anche con la serata vera. Dopo aver finito le nostre porzioni di dolci ci catapultammo in pista, pronti a festeggiare come si deve.

Nonostante fosse ancora febbraio, tra quell'ammasso di corpi attaccati iniziai a sudare presto, sentendo l'aria che mancava. Per non pensarci mi diressi al bancone per prendere da bere, così che le condizioni del posto mi sarebbero interessate sicuramente di meno. 

"Eccolo il festeggiato!" Mi riunii al mio migliore amico, con il quale presi a ballare scoordinatamente. Restammo così, a condividere quella porzione di pista da ballo per qualche minuto, fin quando lui tirò fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette e mi chiese con un gesto della testa di seguirlo fuori. Io acconsentii, sentendo la necessità di prendere aria.


"Non mi spiego ancora come possiate credere che esistano torte migliori di quella di mele" disse Duccio sconvolto, dopo l'ennesima presa in giro da parte mia per la scelta del dolce. MI fece ridacchiare, mentre poggiavo per terra il mio bicchiere ormai vuoto. "Guarda che sei tu quello strano, mica noi" gli feci presente, ricevendo da parte sua un dito medio che mi fece ridere ancora di più.

"Facciamo che vado un attimo a bere che sto morendo, così sbollisco la rabbia per questo discorso. Tu mi aspetti qua?" Mi avvisò ironico, alzandosi dalla sua comoda sedia per andare a dissetarsi. Annuii e prima che potesse uscire, lasciandomi da sola, gli domandai di portare un bicchiere d'acqua anche a me. Dopodiché mi ritrovai silenzio più totale.

"Un uccellino mi ha detto che con questo Flavio sembra una cosa seria" fu Pietro che lo ruppe di punto in bianco, facendomi quasi spaventare. La voce proveniva dalla porta del locale, alle mie spalle, ma piano piano il rumore di passi mi fece intendere che si stesse avvicinando. Infatti, in breve tempo lo trovai seduto affianco a me, nel posto lasciato libero da Duccio.

"Non fare il geloso Serafini, pensa alla tua bella Ilaria piuttosto" risposi io, abbastanza infastidita dal comportamento che aveva nei miei confronti da quado uscivo con questo ragazzo. Attratta dalla sensazione del suo sguardo che bruciava il mio profilo, voltai il capo, fissando i miei occhi nei suoi, terribilmente seri.

"Ora sei tu che fai la gelosa, Micheli" controbatté lui con aria di sfida. Questo atteggiamento che pensavo non appartenergli in nessun modo in parte mi faceva arrabbiare, ma era anche così intrigante. Eravamo entrambi chiaramente gelosi l'uno dell'altra, senza un reale motivo, entrambi troppo orgogliosi per ammetterlo. Però lui me lo stava facendo capire, senza farsi problemi.

"No, sono solo infastidita da questo tuo atteggiamento, e lo sai" dissi, facendo riferimento alla litigata avvenuta a casa di Ghera quella famosa sera, che era scaturita proprio per quel suo comportamento. 

"E io sono infastidito dal fatto che fingi che io non ti faccia più effetto, solo per farmi rosicare" mi rispose lui. Nel suo tono sentivo un velo di rabbia che però era nascosta da una grande amarezza. "Non ti riesco proprio a seguire Pietro, te lo giuro" esternai semplicemente la verità, non riuscendo a decifrare né i suoi atteggiamenti né le sue parole. Prima mi tratta di merda e poi fa l'offeso per nulla. Dove pensava di arrivare facendo così?

"Sto dicendo che ad andare con quel coglione solo per farmi ingelosire ti rendi ridicola" sputò fuori acido, mentre tirava fuori una heets per inserirla nell'iqos e mi fissava con talmente tanta intensità da mettermi a disagio. Non sapevo cosa gli fosse preso, non sapevo neanche se avesse bevuto, ma qualunque fosse la causa di tutto ciò stava iniziando ad esagerare.

"Innanzi tutto modera i termini, e non parlare della mia relazione che non ne sai un cazzo" iniziai a perdere la pazienza. "E poi, come ho già detto, preoccupati della tua morosa invece di venire a rompere i coglioni a me, che sei tu quello ridicolo qua" insistetti nuovamente, sperando tornasse dalla sua ragazza così che io potessi concentrarmi su Flavio e lasciarmi alle spalle quello che pensavo ci sarebbe potuto essere tra noi, come avevo già fatto del resto. Ma lui aveva deciso di tornare da me una volta che lo avevo rimosso, rischiando di rovinare tutto.

"Relazione?" Ripeté lui con tono quasi disgustato. "Ti stai concentrando sulla parte sbagliata Pietro" lo rimproverai, non riuscendomi a spiegare il suo totale distacco dal discorso. Non riusciva a seguire ciò che gli dicessi. Il punto della situazione non era di certo il mio stato sentimentale.

"Ti sei davvero messa con quello?" Mi domandò con la stessa aria schifata di prima.
"Oggi sei insopportabile, ti giuro" mi accesi una sigaretta per cercare di scacciare in qualche modo il nervosismo che quella conversazione mi stava recando.

"In realtà ho lasciato Ilaria" disse lui, dopo qualche secondo passato in silenzio, facendo il primo tiro dalla sigaretta elettronica che teneva in mano.  "L'hai lasciata?" Chiesi, non riuscendo a trattenere una leggera risatina. Da come ne aveva parlato sembrava l'amore della sua vita, invece l'aveva già lasciata.

"No, non ancora. Ho intenzione di lasciarla" precisò lui. "Va bene, e io che me ne faccio di questa informazione?" Gli domandai strafottente, sorridendogli e cercando di mostrarmi quanto più indifferente possibile. Quella sarebbe stata la mia più grande arma: l'indifferenza.

"Ho capito, oggi hai deciso che vuoi fare la stronza" constatò. "Quando vorrai mettere da parte l'orgoglio e lasciare spazio ai sentimenti mi troverai qua, ma non per sempre" si alzò dalla panchina e, senza darmi tempo di ribattere, rientrò nel locale.


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Capitolo trentotto

ancora litigi e distanza tra sti due cocciuti che sembrano non pensarci minimamente ad una tregua. 

Non capisco se questo capitolo mi piace. In alcuni punti si, in altri decisamente no. 

Fatemi sapere voi cosa ne pensate
al prossimo❤️

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