10 Febbraio 2024, Sanremo
La testa martellava ma in mezzo a quel caos sembrava come se non avessi neanche modo di rendermene conto. Bevvi un ulteriore sorso di alcol, che ebbe l'unica conseguenza di alimentare il fuoco che mi bruciava dentro. Il party pieno di star della musica non era riuscito in alcun modo a distrarmi. L'ultima esibizione dei ragazzi al festival che avevano fatto un paio d'ore prima non era riuscita a distrarmi. I festeggiamenti che portavamo avanti da allora - nonostante la bassa posizione in classifica dei miei amici - non erano riusciti a distrarmi.
Questo perché il mal di testa me lo portavo dietro da prima che i Bnkr44 si trovassero impegnati sul palco più importante di Italia. Da quando Corse aveva avuto quell'idea del cazzo di portare un'orda di modelle nel nostro hotel. Quindi probabilmente il mal di testa lo avevo perché la mia mente era carica di pensieri, dubbi e paranoie. E di certo i quasi quattro drink di quella serata non stavano aiutando, né la rabbia né l'emicrania.
Il ritmo martellante della musica che stavo ballando in quel momento insieme ai miei amici faceva da sottofondo alla tensione degli sguardi che lanciavo a Pietro. Era tutto così confuso attorno a me, eppure la sua immagine era sempre così vivida.
Vivida quanto il ricordo della finta bionda che gli sfiorava il braccio mentre rideva come una gallina. Solo a pensarci mi veniva da vomitare. Eppure lui sembrava tranquillo, come non fosse successo nulla. Perché evidentemente per lui non era successo nulla, non si era accorto degli sguardi che gli erano stati riservati da alcune delle ragazze, come magari non si era accorto dell'aumento repentino dei commenti adulatori delle ragazzine innamorate sotto i suoi post, da dopo il festival. Ce n'erano un paio che le trovavo sempre, sotto ogni foto o video. E giuro che avrei voluto segnalarle fin quando non gli avessero bloccato il profilo. Però non l'ho fatto, capendo fosse forse un po' infantile come atteggiamento.
"Come procede la festa?" Urlò Fred De Palma, mentre si univa a noi. In quei giorni i ragazzi avevano fatto amicizia con il cantante, quindi non mi stupii molto quando me lo trovai a ballare affianco. I ragazzi lo accolsero con un urlo che sarebbe dovuto stare a significare 'Bene', supposi.
"Fred! La tua canzone spacca!" Urlai complimentandomi con lui, facendolo voltare verso di me. Non so bene perché iniziai a parlargli, probabilmente era il Mojito muovere i miei fili. Lui mi sorrise, ringraziandomi dolcemente per poi chiedermi come mai fossi lì, dato che non mi conosceva e non gli sembrava di aver visto il mio volto in quei giorni dietro le quinte.
"Sto con i ragazzi. Sono miei amici" dissi in risposta, girandomi totalmente verso di lui e continuando ad ondeggiare il corpo.
"Beh, anche i tuoi amici sono stati bravissimi" mi disse l'uomo, sorridendo cordiale. In quel momento la musica sotto cambiò e subito riconobbi la melodia remixata della canzone che avevano portato i Ricchi e Poveri a quello stesso festival. Sbarrai gli occhi e tirai un urlo di gioia. L'alcol aveva forse un po' esagerato la mia reazione, ma quel brano era effettivamente una hit.
"No che bella!" Esclamai contentissima, afferrando una mano al cantante, quasi obbligandolo a ballare con me. Lui mi resse il gioco tra le risate, contribuendo a quella danza sconnessa e scoordinata. Di punto in bianco sentii il bicchiere di plastica sparire dalla mia presa e una mano tirarmi dal braccio.
"Penso che per oggi hai finito di bere, scusala fra" Pietro dovette urlare quelle parole, per farsi sentire dal ragazzo con cui stavo ballando fino all'attimo prima. Con la testa che girava quasi non mi accorsi del biondo che mi trascinò dentro al guardaroba di quel locale, chiudendo la porta con il chiavistello.
"Mi spieghi perché cazzo ti metti a ballare con Fred de Palma invece che stare con il tuo fidanzato?" Domandò con un chiaro tono rabbioso. Ero io quella arrabbiata con lui, di certo non il contrario.
"Ma che vuoi, Pietro? Fammi divertire come mi pare" ribattei con il suo stesso vigore nella voce. Lui quella sera era stato il primo ad accollarsi a quella tipa, quindi non aveva alcun diritto di fare la ramanzina a me che stavo solo cercando di godermi l'ultima serata nella città dei fiori e della musica.
"Io ti faccio divertire, per carità, ma non puoi pretendere che ti guardi in silenzio mentre ti strusci vicino ad un altro. Quindi se mi dici cosa ti ho fatto e perché cerchi di farmi ingelosire magari risolviamo" la rabbia che aveva all'inizio del discorso andò piano piano a svanire, fino a che arrivò a pronunciare l'ultima frase con un tono quasi di esasperazione. Si passò una mano sul viso. Aveva capito il fine ultimo del mio atteggiamento ma comunque non riusciva ad arrivare al perché lo stessi mettendo in atto.
"Il problema è proprio che non lo sai" dissi innervosita, agitando le mani per aria. "Cazzo Pietro, sei così fuori dal mondo. Non ti accorgi mai di nulla" continuai a rimproverarlo, senza però spiegargli effettivamente ciò che mi stava chiedendo.
"Sì, va bene, sono un coglione. Però dirmi solo questo non è costruttivo, quindi, per favore, spiegami cos'hai" la sua arrivò come una supplica alle mie orecchie. Vederlo così mi fece stringere il cuore e mi sentii quasi in dovere di spiegargli ciò che in realtà avrebbe dovuto capire da solo.
"Sì, sei un coglione. Arriva una modella qualsiasi con un biondo terribile a provarci spudoratamente e tu non ti preoccupi minimamente di allontanarla". Ok che mi faceva pena, ma ero comunque arrabbiata con lui. La rabbia, come spesso accadeva, stava solo facendo da scudo all'insicurezza perché sì, avevo una buona autostima, ma non potevo di certo pretendere di paragonarmi ad una modella. Quando ero scesa nell'atrio per ricongiungermi con il mio fidanzato e lo avevo trovato circondato da quelle ragazze stupende per un attimo mi è mancata la terra sotto ai piedi.
"Sei gelosa" un sorrisetto compiaciuto si fece spazio sul suo volto e io avrei tanto voluto toglierlo da lì con uno schiaffo. Ma che cazzo si ride? Io stavo a rodermi il fegato e lui rideva. "Amore, sei bellissima quando fai la gelosa, ma non devi preoccuparti di quella" minimizzò muovendo la mano in aria come a coler scacciare i miei pensieri.
"Amore al cazzo. Fai poco il simpatico che ti sto per menare Pietro, te lo giuro" cercai di mantenere salda la mia posizione mentre lui avanzava verso di me. La sua figura si faceva sempre più grande e le mie convinzioni sempre più piccole. Bastavano quei due occhioni affilati a far vacillare le mie certezze.
"Non faccio il simpatico. Io non ho neanche capito di quale bionda stai parlando. Probabilmente guardavo te mentre mi parlava" scrollò le spalle, quando si trovò ad un palmo da me.
"Paraculo, non basterà questo a corrompermi" affermai convinta, mentre la sua mano circondava il mio collo. Mi avvicinò a sé e restammo per qualche secondo a far unire i nostri respiri. Anche il suo, esattamente come il mio, sapeva di alcol. Dopodiché catturò le mie labbra con le sue, iniziando un poco casto gioco con le lingue. L'altra sua mano si fece spazio sotto l'orlo della gonna corta che indossavo, salendo piano. Lo fermai. Non sarebbe bastato questo.
"Io non scoperò con te per appianare le conseguenze di una sfuriata" dissi con tono fermo, facendomi tradire dal fugace sguardo che riservai alle sue labbra carnose, fin troppo vicine alle mie. Erano la calamita più potente che potesse esistere.
"Infatti non noi scopiamo" disse ovvio, portando la mano dalla mia coscia a stringermi il fianco. "Noi facciamo l'amore".
"Come sei scontato, Serafini" alzai gli occhi al cielo divertita.
Alla fine non riuscivo a tenergli il broncio troppo a lungo. Lui, vedendo il sorrisetto che era nato sul mio volto capì che in realtà aveva il via libera per riprendere ciò che io avevo interrotto. Incollò nuovamente le labbra alle mie convincendomi senza dire nulla che i ragazzi avrebbero potuto festeggiare per un po' senza di noi. Probabilmente non avrebbero sentito la nostra mancanza.
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Ultima serata a Sanremo per i nostri innamorati!Ogni tanto bisticciano anche loro ma poi si risolve tutto, anche grazie alla famosa "luna di miele". Comparsata insospettabile del grande Fred e rabbia repressa per colpa di Corse (io sinceramente innamorata di Corse, ha un'aura potentissima).
Mi ritengo soddisfatta di questo capitolo, me gusta dai.
Oggi in realtà non ho molto da dire, quindi lascio la parola a voi.
Fatemi sapere cosa ne pensate,
al prossimo❤️
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Back in time // Fares
FanfictionPietro e Beatrice hanno sempre avuto un rapporto complicato. Lo avevano quando si erano appena conosciuti e, due anni e mezzo dopo, la situazione non è cambiata di molto. Forse hanno più consapevolezza, ma anche più paura. Così uniti e così distanti...