5 - E non solo

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18 Aprile 2023, Empoli

PIETRO'S P.O.V.

Una volta pronto mi spruzzai il profumo, abbondando come sempre, infilai le scarpe, presi la busta con il regalo e la busta con i vestiti che avrei dovuto restituire a Bea e uscii di casa, dopo aver salutato mia madre, mia sorella e Sangy.

Salii in macchina e partii in direzione del ristorante. Una volta arrivato parcheggiai l'auto e mi affrettai ad entrare nel locale: avevo fatto ritardo tra una cosa e l'altra, infatti erano tutti già seduti. Tranne Faster, lui a quanto pare era ancora più in ritardo di me. Quando Gin mi vide arrivare attirò l'attenzione della festeggiata per poi indicarmi.

La castana si girò di scatto e fece uno dei suoi sorrisi incredibili. Si alzò per venirmi a salutare. Era bellissima. Indossava un vestitino bianco, cortissimo, le copriva a malapena il sedere, con un piccolo spacco sulla coscia destra. Era aderente, ma morbido. Sembrava un angelo. Era così solare mentre mi veniva incontro che sembrava totalmente un'altra persona rispetto a quella che mi aveva svegliato la stessa mattina.

"Ciao bellissima, ancora tanti auguri" le dissi stringendola in un abbraccio, non appena ci trovammo abbastanza vicini.

"Grazie Piè, vedo che ti sei vestito apposta per me" disse sorridente indicando il mio outfit. Era vero, ma non pensavo l'avrebbe notato. Questa era la sua camicia preferita, mi aveva praticamente obbligato a prenderla un giorno in cui eravamo andati a fare shopping insieme. Alla fine aveva pure deciso che me l'avrebbe regalata lei perché 'ti sta troppo bene per non comprarla'.

"Sei tu la festeggiata, è giusto accontentarti anche negli outfit" dissi, cercando di giustificare quella scelta. In realtà volevo semplicemente piacerle. Volevo ancora farle effetto perché, nonostante continuassi a negarlo a tutti, lei su di me aveva ancora lo stesso effetto di sempre. "A proposito" aggiunsi poi "il regalo lo lascio a te?" Chiesi, sollevando in aria la busta che conteneva ciò che le avevo preso. Avevo scelto di metterlo in una busta anonima, così che fosse una sorpresa al cento per cento.

"No, meglio di no, sennò poi mi faccio sopraffare dalla curiosità e sbircio. Tienilo tu" disse scuotendo la testa, riconoscendo i suoi limiti. È vero, lei è sempre stata terribilmente curiosa.

"Però questa te la do" dissi porgendole l'altra busta. "Ci sono i pantaloncini che mi hai prestato per dormire... e non solo" dissi un po' imbarazzato, mentre mi grattavo la nuca, vedendo un'espressione confusa apparire sul volto della ragazza. Prese la busta e la aprii, per poi chiuderla immediatamente e tornare a guardarmi con le guance totalmente arrossate.

"Le ho trovate dentro la gamba dei miei jeans, non so come ci siano finite" spiegai io, riferendomi a quelle mutande di pizzo blu che indossava ieri sera e che per qualche motivo mi sono ritrovato io una volta tornato a casa.

"Va bene, grazie" disse, forse ancora più imbarazzata di prima. Poi vidi i suoi occhi illuminarsi guardando alle mie spalle. Mi girai e vidi Andrea arrivare con la sua inconfondibile camminata molto teatrale. Bea era evidentemente contenta di avere una scusa per scappare da quel discorso.

"Faster!" Esclamò felice, infatti, mentre correva ad abbracciare anche lui. Sentii un leggero senso di gelosia stringermi la bocca dello stomaco: quell'abbraccio stava decisamente durando troppo. Però loro due erano amici, esattamente come lo eravamo io e lei, quindi dovevo ignorare questo sentimento totalmente sbagliato.

Mi avvicinai al tavolo, con i due ragazzi dietro di me. Vicino a Bea si erano messi da un lato Duccio, ovviamente, e dall'altro Huda. Io, dopo aver salutato tutti, presi posto di fronte al rosso, tra Ludovica, che si era posizionata di fronte alla festeggiata, e Faster, che si dovette per forza di cose sedere vicino a me, visto che era l'ultimo posto rimasto.

Back in time // FaresDove le storie prendono vita. Scoprilo ora