40 - Cosa dovevo pensare?

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7 Marzo 2022, Empoli

Sguardi iniettati di sangue e competizione saettavano tra le persone sedute intorno a quel grande tavolo. Indossavamo le nostre migliori facce da poker per non servire suggerimenti a Marco, al quale spettava di scegliere un colore. In quel momento si stava svolgendo l'ennesima partita a UNO della giornata. Su quattro che ne avevamo fatte le ultime tre erano state vinte da Huda e, per la regola dei grandi numeri, quella volta sarebbe dovuta andare diversamente.

Formatasi una coalizione contro la ragazza, ci stavamo tutti impegnando al massimo per non farla vincere, cercando sempre di non agevolare troppo gli altri però. Caph, appunto, le aveva appena fatto pescare quattro carte e doveva dire un colore secondo il quale sarebbe continuato il gioco. Il problema di base era che dopo di lui sarebbe toccato a Huda - che in realtà non era un problema data la dozzina di carte che teneva tra le sue esili dita - e poi a Duccio, il quale al turno precedente aveva urlato 'Uno', pregustando già la sua vittoria.

"Verde" finalmente il platinato preferì parola, comunicandoci la sua ardua decisione. La riccia protestò, lamentandosi di come il verde fosse l'unico colore a mancare nel suo grande mazzo. Passò il turno, senza neanche provare a pescare. Il rosso sbuffò, imprecando contro il responsabile della scelta del colore, per poi essere costretto a pescare un'altra carta. Appena vide questa, un'invocazione al Santo Padre lasciò le sue labbra, prima che pronunciò il passo con il quale il suo turno scalò a Ghera.

Nel frattempo io esultavo nella mia testa, cercando di non dare a vedere la mia gioia. In quel momento in mano mi erano rimaste due carte: un nove e un cambio giro, entrambe verdi. Se tutto fosse andato secondo i piani avrei potuto vincere. Gherardo buttò un quattro e, dopo di lui, Pietro uno stop, con il quale fece alterare Andrea. Toccò finalmente a me e fui costretta a buttare il cambio giro, dato che non avrei potuto utilizzarla come ultima carta.

"Uno!" Gridai emozionata, mentre il corvino mi depositata un sonoro bacio sulla guancia come ringraziamento per avergli dato la possibilità di giocare il turno che gli era stato privato dal biondo. Qualche lamentela arrivò da chi temeva che avrei potuto vincere, poi il gioco ricominciò seguendo il giro al contrario.

Andrea, Pietro, Ghera, Duccio, Huda e poi Marco che, all'ultimo, buttò un sei rosso, sopra a quello verde che la riccia aveva pescato e buttato subito. Ce l'avevo quasi fatta, ma il ragazzo aveva deciso di rovinare tutti i miei piani.

La partita continuò per almeno altri cinque minuti buoni fin quando Ghera, che era rimasto con due carte in mano, riuscì a buttarle entrambe in un turno solo. Scattò in piedi dalla sedia, esultando contento mentre imprecazioni e insulti lasciavano le nostre bocche. Huda in particolare sembrava averla presa molto sul personale.

Rassegnati alla sconfitta, iniziammo a riordinare tra una chiacchiera e l'altra, con in sottofondo la campionessa della giornata che ricordava al manager che il primato lo aveva lei, quindi era inutile vantarsi.

"Smettila di rosicare, hai perso" Gherardo rigirò il coltello nella piaga, ricevendo un'occhiata di fuoco dalla ragazza. "Tutta invidia, io non ho alcun motivo per rosicare al contrario tuo" rispose stizzita. Scossi la testa divertita alla vista di quella scena che sembrava quasi un déjà vu, ripetuto ogni qual volta si decideva di giocare a qualsiasi cosa. La mia espressione però mutò non appena una mano si poggiò sulla mia schiena.

"Stavi quasi per vincere pure tu, eh" la voce di Pietro cancellò tutti gli altri rumori della stanza. Girai la testa per guardarlo, trovandolo a sorridermi dolcemente. Erano un paio di giorni in realtà che aveva iniziato a trattarmi stranamente bene, dopo il periodo di astio che ci aveva allontanato.

Back in time // FaresDove le storie prendono vita. Scoprilo ora