3 Maggio 2023, Empoli
"Dieci minuti e siamo sotto casa, fatti trovare giù" diceva il mio migliore amico nell'audio che mi era arrivato mentre finivo di truccarmi. Quel giorno saremmo andati in campagna, poco fuori città, per fare la brace e ubriacarci sotto il sole. Esattamente quello che non avevamo fatto il primo maggio, come tutti i ragazzi della nostra età, per ovvi motivi.
Chiusi il mascara riponendolo nella pochette insieme a tutti gli altri trucchi e mi precipitai fuori dal bagno per finire di preparare le ultime cose prima che i ragazzi mi passino a prendere. Infilai subito le scarpe e poi iniziai a muovermi per casa in cerca di tutto. Un paio di felpe in caso la sera avesse fatto freddo, la vecchia chitarra di Duccio per cantare tutti insieme, lo spray anti-zanzare - fondamentale in un periodo del genere - e, infine, gli innumerevoli pacchetti di patatine di ogni tipo che avremmo dovuto portare io e il rosso.
Cercai di fare mente locale, controllando lo zaino per verificare che tra tutto ciò che avevo già preso e le cose appena aggiunte non mi fossi dimenticata nulla. Proprio in quel momento il citofono suonò. Presi tutto e uscii, chiudendomi bene la porta alle spalle.
"Buongiorno bellissimi!" Salutai allegra entre prendevo posto nei sedili posteriori. Affianco a me avevo Jack, che a sua volta si trovava vicino a Marco.
"Non urlaree" si lamentò con voce stremata Faster, dal posto del guidatore. Indossava i suoi classici occhiali da sole con le lenti nere ma, nonostante ciò, potevo dire con certezza che mi stesse guardando male attraverso lo specchietto retrovisore.
"Lascialo perdere si è appena svegliato, è quasi in after" mi spiegò il rosso, seduto al lato passeggero, giustificando l'atteggiamento rabbioso del moro.
"E perché lasciamo guidare uno 'quasi in after'?" Domandai io scioccata, con una terribile paura per quello che sarebbe potuto succedere durante il viaggio.
"Perché la macchina è mia, e se continui a darmi fastidio ti faccio scendere ancora prima di partire" rispose secco lui, mascherano un velo di ironia nella sua voce. Era chiaramente scazzato per le poche ore di sonno, però comunque non mancava mai di percularmi.
"È proprio vero che la cavalleria è morta, non esistono più gli uomini di una volta" commentò Jacopo con aria rassegnata, come se la cosa lo toccasse profondamente. Nell'abitacolo vi fu un secondo di silenzio prima che tutti scoppiassero a ridere, lasciando confuso il ragazzo al mio fianco.
La macchina finalmente partì, iniziando il viaggio che ci avrebbe portato alla nostra tanto attesa scampagnata improvvisata all'ultimo minuto.Il viaggio durò circa quaranta minuti e tutta la durata fu impegnata da discussioni sulla musica da mettere e pettegolezzi di ogni genere. Quando arrivammo trovammo gli altri già lì, intenti a sistemare il barbecue e la cassa col ghiaccio per le bevande. Andrea parcheggiò l'auto affianco alle altre due e subito scendemmo e ci dirigemmo dagli altri, non prima di aver preso dal portabagagli tutto ciò che avevamo portato.
"Arrivati i migliori" Faster attirò l'attenzione su di noi, spalancando le braccia per farsi notare ancora di più con il suo solito fare teatrale.
"Ottimo, aiutateci a sistemare" ci pensò Dario a spegnere subito l'entusiasmo del moro invitandolo a dargli una mano a portare i sacchi di carbone dalla macchina.
"Buongiorno bellezza" fu la voce profonda di Pietro a farmi spostare l'attenzione dalla scena. "Buongiorno princi" ricambiai, girandomi verso di lui regalandogli un ampio sorriso. Quel giorno stavo incredibilmente bene. Mi ero svegliata di buon umore senza un motivo specifico, ma non mi interessava che ci fosse, mi bastava stare bene.
"Portato la chitarra?" Mi chiese, circondandomi le spalle con un braccio, per verificare che mi fossi ricordata della cosa più importante.
"Certo che sì" risposi guardandolo. Aveva delle grandi lenti scure a coprire i suoi occhi, una maglia grigia a mezze maniche e un pantalone nero della tuta. Anche lui era molto luminoso; però il biondo, al contrario mio, era sempre luminoso. Sempre solare e pronto a scherzare, come se la serenità fosse una costante nella sua vita. Eppure io sapevo che non era così, l'avevo visto nei momenti in cui quella costante era venuta a mancare ed è sempre stato terribilmente doloroso.
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Back in time // Fares
FanficPietro e Beatrice hanno sempre avuto un rapporto complicato. Lo avevano quando si erano appena conosciuti e, due anni e mezzo dopo, la situazione non è cambiata di molto. Forse hanno più consapevolezza, ma anche più paura. Così uniti e così distanti...