26 Gennaio 2021, Empoli
"Dai raga ma dove cazzo è Fares?" Chiese lamentoso Jack mentre sbuffava, non sopportando il ritardo del ragazzo che doveva essere al bunker da almeno quaranta minuti.
"Non risponde neanche al cellulare" ci avvisò Gin, che aveva inutilmente provato a contattarlo più volte. Ero sinceramente preoccupata per lui: erano ormai tre o quattro giorni che lo sentivo tremendamente distante, giorni durante i quali ha ignorato totalmente i miei messaggi oppure, quelle poche volte in cui rispondeva lo faceva a monosillabi. Tra l'altro erano due giorni che non si presentava al bunker.
"Vabbè tanto non abbiamo molto altro da fare se non aspettarlo" disse Sissi, seduta nel divano di fronte al mio, vicino a Marco - con il quale era nato del tenero da più di qualche mese - e Emma. Le due ragazze erano qua per ascoltare il pezzo, finalmente finito, che avevano fatto proprio insieme al biondo.
"Sì ma sono due giorni che non si fa vedere, potrebbe almeno rispettare gli impegni!" Continuò a lamentarsi Dario. Si alzarono una serie di commenti sull'atteggiamento del ragazzo assente, mentre io perdevo tra pensieri e paranoie.
Mentre parlavamo sentimmo la porta aprirsi, quindi ci voltammo tutti per capire chi stesse entrando. La sagoma di Pietro mi si presentò davanti, ma era diverso. Sembrava tremendamente stanco; era spettinato, con un po' ricrescita della barba e due grandi occhiali neri a coprire i suoi occhi.
"Andiamo a sentire 'sto pezzo" disse senza salutare nessuno, dirigendosi direttamente in studio. Con gli altri ci scambiammo degli sguardi confusi e anche alquanto preoccupati. Poi le due cantanti si alzarono insieme a Jacopo per seguirlo. Noi continuammo a non proferire parola, confusi dal suo atteggiamento.
"Bebe, ne sai qualcosa?" Prese parola Huda, trovando il coraggio di chiedermi ciò che probabilmente pensavano in molti, visto che mi stavano fissando.
"Non ho idea di cosa sia successo. Ignora anche me" spiegai con tono dispiaciuto, non distogliendo mai lo sguardo da quella porta dietro la quale era sparito.
"Magari dopo parlaci" mi suggerì Ghera, preoccupato sia per Pietro in quanto amico che per Pietro in quanto artista. Io annuii, desiderosa a mia volta di capire cosa gli passasse per la testa.
Era ormai quasi finita la giornata, si avvicinava l'ora di cena. Avevamo passato quelle ore ascoltando il pezzo - che hanno deciso di pubblicare il prima possibile - e parlando di qualsiasi minchiata ci passasse per la testa, come sempre. In tutto questo tempo Pietro non mi aveva minimamente rivolto la parola; era sempre rimasto a distanza da me - come da tutti gli altri, in realtà - a guardate il cellulare e parlando solo se interpellato.
Ad un tratto lo vidi alzarsi senza dire una parola, iniziando a camminare presumibilmente verso il bagno visto che in quella direzione c'era solo quello oltre allo studio. Decisi di copiare i suoi gesti: mi alzai e, senza dire una parola, iniziai a camminare nella stessa direzione. Mentre passavo fuori la porta del bagno sentii il rumore dello scarico, che confermò i miei sospetti.
Mi fermai fuori alla porta, aspettando che uscisse così da poter finalmente parlare. Quando Pietro uscì sembrò paralizzarsi alla mia vista. Io invece ero indubbiamente attiva quindi gli afferrai il polso e iniziai a camminare verso lo studio.
"Beatrice che fai?" Mi chiese stranito, restando però al mio passo. Se avesse veramente voluto si sarebbe potuto fermare, invece mi assecondò. Chiusi, forse con un po' troppa violenza, la porta alle nostre spalle.
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Back in time // Fares
FanfictionPietro e Beatrice hanno sempre avuto un rapporto complicato. Lo avevano quando si erano appena conosciuti e, due anni e mezzo dopo, la situazione non è cambiata di molto. Forse hanno più consapevolezza, ma anche più paura. Così uniti e così distanti...