4 - Leggere forme astratte

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28 Settembre 2020, Empoli

Ormai era quasi un mese che avevo iniziato la mia nuova nuova vita. Io e Duccio inevitabilmente litigavamo spesso abitando insieme, ma dopo ogni screzio eravamo sempre più uniti di prima. Il bunker ormai era diventato il posto dove passavo le mie giornate insieme a tutti quei ragazzi che ormai erano diventati miei amici.

Quelli con cui avevo legato di più erano Andrea e Pietro, in particolare quest'ultimo. Le ragazze invece erano tutte diventate fondamentali nelle mie giornate, finalmente dopo anni e anni mi sentivo totalmente a mio agio in un gruppo di ragazze. Loro non erano vipere, non si invidiano tra di loro, non si parlavano alle spalle.

"Sei sveglia Bebe?" La voce di Pietro mi costrinse ad aprire gli occhi, trovandolo che mi guardava con un grande sorriso in volto. Non stavo dormendo, però ero particolarmente stanca quindi mi ero sdraiata sul divanetto che si trova nello studio del bunker, con la testa appoggiata sulle gambe del biondo.

"Purtroppo sì, avrei proprio bisogno di dormire. Sta notte avrò fatto forse tre ore di sonno" gli risposi semplicemente con la verità, che senza volerlo sottolineai con uno sbadiglio. 

"Cos'è che non ti fa dormire?" Mi chiese con la sua solita dolcezza, lasciandomi una leggera carezza sul viso, con la quale ha spostato qualche capello dalla mia fronte.

"Non c'è un motivo specifico. Ogni tanto non dormo, capita da sempre" dissi, raccontato di quella insonnia che sporadicamente si presentava. Andava molto a periodi in realtà, e ultimamente non mi stava facendo dormire molto.

"Piccioncini noi abbiamo finito di registrare ma voi siete ancora qua ad amoreggiare" ci perculò Andrea, appena uscito dalla sala di registrazione con Erin.

"E lasciali un po' in pace" gli diede una leggera spinta l'amico, consapevole di quanto Faster possa essere pesante quando si fissa su qualcosa, e ultimamente si era fissato su me e Pietro.

"Grazie Dario" dissi io divertita, veramente piena delle battute di Andrea. Se non gli volessi così bene l'avrei già menato. Non che mi facesse schifo l'idea di stare con il biondo, era bello, dolce, mi faceva ridere e mi faceva sempre sentire bene, però eravamo solo amici.

"Andiamo a pranzo?" Fu tutto interrotto da Jack che, come sempre, se ne era uscito con una frase talmente decontestualizzata che solo lui avrebbe potuto dirla. Scoppiai a ridere e mi tirai su, lasciando le gambe di Pietro.

"Hai ragione Jimmy, è ora di mangiare" mi alzai definitivamente dal divano uscendo da quella stanza a braccetto con Jacopo, non prima di aver lanciato un ultimo sguardo a Pietro, trovandolo ad osservarmi divertito.

Decidemmo di andare al solito ristorante qui vicino al bunker, tutti insieme. Nonostante fossimo tantissimi riuscivamo sempre a trovate un tavolo: il proprietario ormai aveva fatto amicizia con i ragazzi e riusciva sempre a tenergli un posto da parte.

Mi ritrovai seduta tra Duccio e Pietro, con davanti a me Huda. Ordinammo quasi tutti la pasta e mentre aspettavamo il nostro cibo iniziammo a parlare del disco dei ragazzi, 44.DELUXE, che sarebbe uscito dopo neanche un mese. C'era una generale ansia nel gruppo, mescolata all'adrenalina che si sprigionava in loro, e forse un po' anche in noi, all'idea di pubblicare un progetto tutti insieme.

"Bea tu quando inizi le lezioni?" Mi chiese Dario, seduto alla destra della ragazza di fronte a me. Di lì a poco avrei dovuto iniziare il corso di laurea per la facoltà di giurisprudenza, sognavo di fare questo di lavoro da quando ero bambina e, finito il liceo, avevo deciso di iniziare a studiare per questo. L'artistico era effettivamente stato solo un 'capriccio' per andare contro mio padre: per quanto amassi l'arte sapevo sin da subito che non avrei lavorato con questa.

"Si parte a ottobre solo con le lezioni, e io già sono in ansia per la prima sessione di esami" dissi con un sorriso a trentadue denti, scherzando su quel mostro che mi mangiava lo stomaco e mi rubava il sonno.

"Così potrai occuparti degli affari legali delle prossime star della musica italiana" commentò Pietro, posando una mano sul mio ginocchio. Questo contatto mi fece rabbrividire. Alzai lo sguardo verso il biondo trovandolo a guardarmi sorridendo, facendo sorridere anche me. Non so quanto restammo così a guardarci, so solo che il momento fu interrotto da Huda che mi tirò un calcio da sotto al tavolo. Io mi girai di scatto a guardarla, come per chiederle il motivo di questo gesto.

"Vi ricordo che non siete soli" disse Marco, prima che la mora potesse rispondere. A quel punto la ragazza di fronte a me fece una faccia strana, come a sottolineare la frase del ragazzo.

In tutto questo la mano del biondo non si è mossa dal mio ginocchio. Il suo pollice si muoveva, disegnando delle leggere forme astratte sulla mia gamba. Questo contatto non mi dispiaceva affatto, però il fatto che fossimo in compagnia di altre persone mi metteva un po' a disagio. Anche perché ero sicura che almeno Duccio avesse notato tutto, come sicuramente aveva fatto anche Ludovica, che era seduta vicino a Pietro.

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Ecco il quarto capitolo, con il primo avvicinamento dei due all'inizio di tutto, mentre nel presente sembrano essere fin troppo lontani.

Capitolo non estremamente convincente per me, ma ce lo facciamo andare bene.

Fatemi sapere che ne pensate
al prossimo❤️

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