5 Dicembre 2020, Empoli
"Ad essere sincero un po' di ansietta ce l'ho" disse Pietro sincero, riferendosi al suo EP che sarebbe uscito quella sera a mezzanotte. Era pomeriggio, ci trovavamo tutti al bunker come accadeva quasi sempre. Il biondo era comodamente seduto affianco a me, mentre teneva un braccio intorno alle mie spalle. In quel mese ci eravamo avvicinato tantissimo, le nostre uscite erano sempre più frequenti e il nostro rapporto sempre più saldo. Iniziavo a prendere coscienza dei sentimenti che provavo.
"Ansietta? Fra ti stai cagando sotto" lo prese in giro Jack. Effettivamente Pietro è sempre stato un ragazzo ansioso e l'imminente uscita di quel progetto nel quale aveva messo tanto cuore non poteva non riempirlo di paranoie.
"Non perculatelo dai" lo difesi divertita, intrecciando le mie dita con quelle della mano che teneva a penzoloni sulla mia spalla.
"Guarda io non commento, sennò mi menate, ma ci siamo capiti" disse Faster facendo ridere i ragazzi, ricevendo però un dito medio da parte del biondo.
"Mi accompagni fuori a fumare?" Mi chiese all'orecchio Pietro, estraniandosi dalla conversazione che intanto si era generata nella stanza. Io annuii sorridendogli. Ci alzammo per andare fuori, senza preoccuparci di avvisare gli altri.
"Hanno ragione: mi sto cagando sotto" confessò, mentre si accendeva una sigaretta. Gliene rubai una dal pacchetto, che lui prontamente accese. Ci sedemmo entrambi a cavalcioni sulla panca di legno e io mi misi comoda, poggiando la mia schiena al suo petto.
"È normale essere in ansia quando si tiene a un qualcosa" tentai di rassicurarlo mentre una grande nube di fumo si dissolveva sopra la nostra testa.
"Secondo te piacerà?" Mi domandò, chiaramente preoccupato. Era così tenero quando si faceva prendere dalle emozioni e non nascondeva il suo lato umano dietro quel velo di perfezione che con tanta fatica cercava di mantenere.
"Secondo me è un disco bellissimo" dissi sincera. Forse anche ciò che provavo nei suoi confronti influenzava in parte il mio giudizio, ma io ero fermamente convinta che lui avesse un talento più unico che raro, e che in quel progetto si sentisse tutto.
"Un EP bellissimo" mi corresse lui, facendomi fare una risata. Feci un tiro, per poi assecondando. "Certo, un EP bellissimo".
"Qual è la traccia preferita?" Mi chiese subito dopo lui, proprio come era successo poco più di un mese prima, portando il suo braccio sinistro a circondare la mia vita, come a sorreggermi.
"Tutte" dissi io scrollando le spalle, mi voltai verso di lui e gli sbuffai il fumo in faccia, facendolo ridere. "Però se proprio dovessi scegliere, Passo falso mi tocca proprio il cuore. Anche Una storia più bella, la amo" gli elencai quei pezzi che ogni volta che li ascoltavo sentivo un magone terribile allo stomaco.
"Ottime scelte" si comolimentò lui, facendomi inevitabilmente sorridere. "Come procede l'università?" Chiese, decidendo di cambiare argomento.
"Benone, all'ultimo esame ho preso 28" comunicai contenta, facendo cadere la cenere accumulata sulla punta della sigaretta.
"Hai letteralmente passato una settimana a dirmi quanto non fossi preparata e ora torni con un 28?" Mi prese in giro. Lui non era chiaramente l'unico dei due ad essere ansioso.
"Shh, non sono dettagli importanti questi" lo sentii ridacchiare. Strinse la presa sul mio bacino, avvicinandomi ancora di più a sé
"Tu mi fai tanto bene al cuore, Bebe" sussurrò, dopo aver poggiato la fronte sulla mia spalla.
"Detto dal rapper che tra sei ore pubblica 'DISTACCATO' devo dire che fa effetto" la buttai sull'ironia, come mio solito quando avevo difficoltà ad esprimere i sentimenti, riferendomi al fatto che lui effettivamente sembrasse tutto meno che distaccato.
"Lo sono sempre stato, ma con te non riesco" confessò piano, come se fosse spaventato dall'idea che qualcun altro oltre a me potesse sentire.
"Anche tu mi fai tanto bene al cuore, Piè" ricambiai, confessando quello che in quel periodo avevo cercato di reprimere per paura che potesse rovinare il rapporto stupendo che avevamo.
Restammo così, in silenzio, abbracciati, al freddo di dicembre per qualche minuto, godendoci semplicemente la compagnia dell'altro, senza necessità di riempire il silenzio con parole futili che avrebbero solo rovinato il flusso di emozioni che i nostri corpi stavano irradiando."Che dici rientriamo?" Gli chiesi interrompendo l'intimità di quel silenzio, data la mia estrema necessità di tornare dentro al caldo. Lui acconsentì e, dopo aver buttato le nostre sigarette consumate, ci riunimmo al resto del gruppo che nel frattempo non aveva cambiato posizione di una virgola, erano tutti nell'esatto punto in cui li avevamo lasciati.
"Ben tornati" ci accolse Marco, facendo cadere l'attenzione di tutti su di noi che, esattamente come prima, tornammo a posizionarci sul divano. "Stavamo organizzando capodanno" ci informò sempre lui, per renderci partecipi.
"A cosa avevate pensato?" Domandò il biondo. "Serata tranquilla al bunker con tutti e poi after a casa di Ghera" spiegò Dario.
"Da quando in qua le serate al bunker sono tranquille?" Chiese Huda divertita, sottolineando il fatto che, quando si stava in sessanta in un posto del genere con tanto alcol nelle vene, era impossibile che la serata fosse tranquilla.
"Vabbè, 'tranquilla' si fa per dire" disse infatti Caph, facendoci fare una risatina. Continuammo a cercare di organizzare la serata per l'ultimo dell'anno, mentre Ginevra si appuntava nelle note del telefono la lista di tutto ciò che avremmo dovuto comprare - quindi alcolici, fondamentalmente - per fare una stima dei soldi che ognuno avrebbe dovuto versare.
Quando si avvicinò la mezzanotte, ci trovammo tutti in cerchio pronti ad aspettare che il duro lavoro di Pietro potesse diventare di dominio pubblico, mentre io sentivo un forte senso di orgoglio crescere sempre di più dentro di me. Era una sorta di calore che mi allargava il cuore, il quale pian piano si riempiva sempre di più di quei due occhi pieni di sfumature di anima.
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Eccoci qua!Capitolo dodici un po' corto ma non bruttissimo dai. Tanta dolcezza tra i due morosi e tanta tranquillità nell'aria.
Fatemi sapere cosa ne pensate,
al prossimo❤️
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Back in time // Fares
FanfictionPietro e Beatrice hanno sempre avuto un rapporto complicato. Lo avevano quando si erano appena conosciuti e, due anni e mezzo dopo, la situazione non è cambiata di molto. Forse hanno più consapevolezza, ma anche più paura. Così uniti e così distanti...