Malinconia e gioia

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🐬SUMMER🌷

L'indomani sarebbe stato il mio compleanno. L'8 agosto...

I miei mi avevano chiamata così proprio perchè ero nata d'estate. Dicevano che "Summer" rappresentava bene la mia gioia e la mia energia. Dicevano che ero una ventata d'aria fresca, una fonte illimitata di sorrisi...

Eppure non mi andava molto di sorridere, in quel periodo. Era il mio primo compleanno senza di lui. Il primo senza mio nonno.

"Summer, tu sei una luce pura e raggiante: non permettere mai a nessuno di spegnerti. Ricordati, tu sarai sempre il mio sole..."

Una lacrima mi rigò il viso. Non me lo sarei più sentita dire. Non avrei più sentito la sua bocca pronunciare quelle parole. Non avrei più ricevuto un mazzo di tulipani rosa...

Aveva cominciato a regalarmeli quando avevo smesso di mangiare. Me ne portava uno al giorno, quando andavamo in ospedale per i controlli. Lui se ne era accorto subito. Lui si accorgeva di me. Mi era stato accanto per un lungo periodo finchè non ero riuscita ad uscirne, ma io intanto non mi ero accorta che anche lui aveva bisogno di aiuto, forse anche più di me...

"I tulipani rosa, Summer, sono il simbolo dell'amore giusto ed equilibrato, delle relazioni in cui ci si ama allo stesso modo e si riceve tanto affetto quanto se ne da. Io ti voglio bene così per come sei. Dovresti avere più rispetto per te stessa, impara dai tuoi errori: prima di dare tutta te stessa a qualcuno che non se lo merita, aspetta. Aspetta il tulipano rosa..."

Ripensavo a quelle parole e riflettevo, mentre la sua canzone risuonava nelle cuffie. Tutti dormivano, mentre io ero lì, come sempre, su quell'amaca.

"Azzurro come te, come il cielo e il mare... E giallo come luce del sole...", sorrisi malinconicamente.

Il nonno aveva sempre dato importanza ai colori:

"Ricordati bene queste parole, Summer. I colori danno emozione alla vita. Secondo te perché sono proprio i colori una delle prime cose che si imparano da bambini?  Perchè servono per aiutarci a comprendere i nostri stati d'animo. Per guidarci in un mondo in apparenza tanto grigio quanto in realtà pieno di sorprendenti tonalità colorate..."

E forse aveva ragione. Perchè nonostante la realtà mi sembrasse scura, sarebbe sempre arrivato il giorno. Il sole sarebbe sorto ancora e ancora, per portare luce e vitalità. Niente e nessuno rimane nell'oscurità per sempre...


Mi risvegliai intorno alle 7 del mattino a causa di strani rumori provenienti fuori dal cancello. 

Mi ero addormentata lì in giardino, a quanto pare... Che sbadata! Ma questi rumori cos'erano? Impossibile che qualcuno fosse in piedi a quell'ora del mattino: manco con la fine del mondo le nostre famiglie avrebbero anticipato la sveglia... E chi poteva essere, allora? Ladri, forse? O, cavolo, e io ero lì fuori da sola! Cosa avrei dovuto fare? Dovevo nascondermi!

Schizzai subito in piedi e mi fiondai dietro al tavolo, sotto il gazebo. All'improvviso la porta-finestra si aprì e uscì mia madre in tenuta spiaggia. Mia madre. Rose Bullet in persona. La donna che mi aveva partorito. A quanto pare era arrivata davvero la fine del mondo.

Si diresse ad aprire il cancello tentando di fare il più piano possibile. Mi sporsi per vedere meglio e... Non poteva essere: Carly e Trevor entrarono con dei pacchetti e delle decorazioni in mano.

E loro cosa ci facevano qui? Sicuramente stavo ancora dormendo.

Ma a quanto pare non era un sogno: mia madre si girò nella mia direzione e sbuffò portandosi una mano alla testa:
"Summer, dannazione, già in piedi anche oggi? Possibile che io non riesca a farti una sorpresa neanche il giorno del tuo compleanno?", mi disse.

"Una... sorpresa?"

"SORPRESA!", urlarono in coro Carly e Trevor correndo ad abbracciarmi. Per poco non caddi a terra.

"Che bello vedervi! Cosa ci fate qui? Quanto rimarrete?"

Non avevo tanta voglia di festeggiare il mio compleanno, ma dopo averli visti era nata un po' di gioia in me...

Carly precedette Trevor:
"Parlo io!"

Lui fece spallucce sorridendo.

"Tua madre mi ha invitata a fermarmi alla Sea House per una settimana! Ha detto che avete molti altri letti! Posso stare in camera con te e Allie, vero?"

Il sorriso sul mio volto era diventato ancora più luminoso e sgargiante. La presenza di Carly in quella giornata era fondamentale per me. Lei sapeva tutto del mio passato e mi era sempre stata accanto...

"Io invece sono venuto qui con i miei", intervenne Trevor.

"Che stupido, vero Summer? Pensa che tua madre aveva offerto anche a lui di dormire in una delle stanze degli ospiti ma ha rifiutato!", si intromise Carly.

"Come mai?", chiesi rivolta a Trevor.

"Non voglio recare disturbo, c'è già Carly che è complicata da gestire...", lei gli fece la linguaccia.
"E poi sto in un camper con i miei genitori e mio fratello, non lontano da qui. Mi fermerò anche io per una settimana: sono gli unici giorni di ferie che i miei si sono concessi, dopo di che dovranno riprendere con il lavoro e quindi tornerò a casa anch'io..."

"Ma questa è una splendida notizia! Davvero ragazzi, sono felicissima che siate qui!", dissi.

Poco dopo, in giardino accorse il resto della famiglia, svegliata dal potente urlo di Carly e Trevor: Allie sembrava volesse ucciderci, mentre Alex e Dylan erano ancora in pigiama, con i capelli scompigliati, ma in ottima forma. Entrambi si scambiarono uno sguardo d'intesa e poi fissarono Trevor. A quanto pare Alex aveva parlato a quell'odioso di lui...

"Tutti a tavola, la colazione è pronta!"
I genitori uscirono dalla cucina con in manto diversi dolci e tazze di caffè. Ero sorpresa di vederli tutti in piedi a quell'ora. Allora è possibile davvero tutto.

"Ma come, io ho ancora sonno!", si lamentò Allie.

"Dai su Allie, non fare la bambina, ti ricordo che è il compleanno di Summer..."
Era stato Dylan a parlare. Gli lanciai uno sguardo fugace, poi tornai ad ignorarlo.

Tutti si sedettero, mi fecero gli auguri e si misero a mangiare. Carly e Trevor fecero del loro meglio per intrattenere una conversazione anche con gli altri, nonostante il disagio. Erano proprio buffi.

Più tardi arrivò anche Bonnie per portarci in spiaggia. Fece conoscenza con i miei due amici e mi augurò "buon compleanno" almeno una cinquantina di volte.

A quanto pare, quando hai accanto le persone giuste, anche le emozioni peggiori possono essere lasciate in un angolo per un po'...

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