Il ricovero

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🎮ALEX⚽️

5 MESI PRIMA (Marzo)

"I valori sono in calo, non si stabilizzano... Il corpo è troppo debole e privo di forze per reagire. Mi dispiace informarvi che la situazione si sta aggravando. Voi non eravate a conoscenza della sua patologia? Quando avete capito dei suoi disturbi?"

Il medico era venuto a parlarci nella sala d'attesa. Finalmente, cazzo. Dopo 3 ore infernali. 

La testa mi esplodeva, non riuscivo a calmarmi. Come avevo fatto a non farci caso prima?

Odiavo me stesso per quello che le era successo. La responsabilità era anche mia. Mi sentivo una merda, non riuscivo a restare lucido, a mantenere la calma. Non avevo mai pianto così. Non avevo mai provato una sofferenza come quella. Ero lì, pieno di dolore e incapace di reagire. Non potevo più fare niente: era questa la consapevolezza che mi distruggeva. Dov'ero quando le serviva un aiuto? Dove cazzo ero?

"Io... Io non ho mai sospettato nulla... A casa è sempre stata così sorridente e spensierata e io..." Mia madre scoppiò in un pianto disperato. Mio padre era incapace di parlare ma la teneva stretta tra le sue braccia, come per darle forza e darsene anche a se stesso.

Il medico sembrava mortificato. Si congedò dicendoci che ci avrebbe informato il prima possibile sull'evoluzione della situazione.

"Alex dovresti... Dovresti andare a casa almeno tu... Devi lavarti e poi mangiare qualcosa... Devi riposarti...", mi disse mia madre singhiozzando.

"No", risposi secco. I miei capirono. Non mi sarei mai mosso di lì, per nulla al mondo.

Io lo sapevo. Sapevo che Summer aveva attraversato un periodo difficile. Sapevo che non mangiava per colpa di quel fottuto bastardo di Jasper. Ma pensavo fosse finita. Anzi, ne ero sicuro. Il nonno l'aveva aiutata a uscirne. Ma ora lui non c'era più e io... Io ero stato troppo occupato a pensare a Dylan e alla rissa che non mi ero accorto che ne era ricaduta. Aveva sofferto moltissimo e io non avevo fatto altro che soffocarla ancora di più. Lei non meritava un fratello come me. Non ero stato in grado di starle accanto e di ascoltarla. 

Non potevo perdere anche lei, l'unica sorella che mi era rimasta...

Da lontano sentii dei passi frettolosi avvicinarsi. Alzai lo sguardo spento dal pavimento e vidi dei volti pallidi, sconvolti, proprio come il mio. Ora c'eravamo tutti: Dylan e Allie con i loro genitori e Carly con sua madre. Arrivarono, si sedettero vicino a noi e stettero in silenzio. Non servì nessuna parola, solo uno scambio di sguardi. 

Non mi capacitavo di come Summer riuscisse a trasmettere tanta gioia, di come tutti la amassero. Credevo che per trasmettere gioia a qualcuno bisognasse provare tale sentimento. Ma a quanto pare quando sorridiamo non sempre significa che stiamo davvero bene. Il più delle volte i nostri sorrisi sono maschere che nascondono le nostre sofferenze agli altri...

Anche io avevo indossato spesso quella maschera. Chissà quante volte era toccato a Summer senza che me ne accorgessi...

Only SummerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora