Only Summer

La scomparsa

🌊DYLAN🚬

Non sapevo cosa fosse successo a cena quella sera. L'unica cosa che sapevo era che Summer era scomparsa: quando tornai per la notte, con mia sorpresa trovai tutti i genitori in piedi radunati in giardino e preoccupati sul da farsi.

"Dobbiamo chiamare la polizia! Ormai sono passate più di due ore! Com'è possibile che non siete neanche un po' agitati? E che qualcuno parli!"
Rose sembrava notevolmente agitata e nessuno riusciva a calmarla.

"Tesoro adesso ci pensiamo noi, stai tranquilla. Tu hai avuto già abbastanza problemi e sconvolgimenti per oggi... Ci penserò io, andrò io a cercarla..."
Il tono di Frank sarebbe dovuto essere calmo per rassicurare Rose ma traspariva un accento di preoccupazione.

"Esatto, ci pensiamo noi."
Aggiunsero i miei genitori.

Quando mi videro nella penombra non fecero niente, semplicemente mi lanciarono uno sguardo di disapprovazione, che poi cambiò. Divenne uno sguardo di supplica, come richiesta di aiuto per trovare Summer. Erano disposti a dimenticare il mio comportamento da menefreghista in quel momento. Erano disposti a tutto per Summer.

Immediatamente avevo chiamato Alex e mia sorella, vedendo che anche loro erano scomparsi.
Per fortuna mi avevano risposto entrambi. Il primo mi aveva detto di stare bene e di essere andato a bere con Carly, la seconda mi aveva detto di essere con Trevor per aiutarlo in quel momento difficile...
Non mi andava bene che stesse con quello, ma in quel momento la mia priorità era trovare Summer e capire cosa fosse successo, perciò ci passai sopra.

Presi la moto e feci il giro della città. Andai in centro, in pineta, al suo bar preferito, in libreria... Niente di niente.

Stavo impazzendo. Avevo esaurito le idee ma non potevo accettare di non averla trovata. Non me lo sarei mai perdonato se le fosse accaduto qualcosa...
Dovevo trovarla, dovevo farcela. Io la conoscevo come nessun altro. La conoscevo meglio di suo fratello, meglio dei suoi genitori, meglio di se stessa. Perchè anche se non mi ero mai avvicinato, l'avevo sempre guardata. L'avevo sempre ammirata e studiata da lontano. E avevo sentito nascere in me un nuovo sentimento, silenzioso fuori ma assordante dentro.

Improvvisamente ricordai. La corsa mattutina. La barca con la botola. La pila di libri in camera sua. Il libro annotato. "Piccole donne".
Immediatamente accesi il motore e mi fiondai lì, in quella spiaggia isolata e popolata solo dalle imbarcazioni abbandonate dai pescatori e dal tempo.

Parcheggiai, scesi dalla moto e cominciai a correre. Doveva essere lì. Ne ero certo.
I miei piedi si fermarono a pochi metri dalla barca. Sentii il cuore scoppiarmi nel petto.
Era lì. Lei era lì.

La trovai rannicchiata su se stessa in preda a un pianto disperato, interrotto ogni tanto da respiri profondi, sintomo di un attacco di panico...

Le mie gambe si mossero da sole verso di lei e le mie braccia la circondarono da dietro.
Avvenne tutto in modo spontaneo e il tempo si fermò: le lancette si bloccarono mentre la tenevo stretta tra le mie braccia...