🐬SUMMER🌷
Trevor mi aveva colto di sorpresa. Non ero pronta per una relazione, non ancora...
Non ero voluta tornare a casa per la stanchezza, ma per quella strana sensazione che prendeva il sopravvento in quei casi. Sentivo dentro di me che stavo per avere un attacco di panico e volevo evitare che accadesse davanti a lui...Per di più, tutta la sera la mia mente era stata altrove. Non riuscivo a togliermi dalla testa le parole di Dylan, il suo profumo, i nostri corpi così vicini, la tensione...
Cosa cercava di dirmi? Per chi mi sarei dovuta vestire così? Per lui? Era geloso?
Non poteva essere. Era di Dylan che stavamo parlando. Di quel Dylan che mi ha sempre dato fastidio, che è sempre e solo stato il migliore amico di mio fratello, nulla di più.Le mani mi tremavano e, tentando di aprire la porta di casa, facevo cadere continuamente a terra le chiavi.
"Respira, Summer, tieni la calma, è solo una stramaledetta serratura!"
Poi, come per miracolo, la serratura scattò da sola e la porta si aprì. Di fronte a me, nel buio della casa, scorsi una figura imponente.
"Tu? Perchè sei qui? Non dovevi uscire?"
Dissi a Dylan non appena mi lasciò entrare. Calmati Summer, non ti far vedere da lui così..."Non me la sentivo... Piuttosto, come ti è andato l'appuntamento col principino? Ha gradito il bacio sulla guancia?"
Subito spalancai gli occhi."Mi stavi per caso spiando dalla finestra?!"
"Può darsi. E anche se fosse, che male c'è?"
Lo vidi fare un sorrisetto malizioso.Andai verso le scale con l'intento di salire a cambiarmi, ma una parte di me non voleva.
Volevo che mi bloccasse la strada, che mi trattenesse a litigare, che mi spingesse contro il muro..."Aspetta Summer..."
Mi afferrò il braccio mentre salivo i gradini della scala. Mi. aveva. afferrato. il. braccio.Quando mi voltai mi sentii accaldata nel punto in cui le sue mani mi avevano toccato. Era come se il mio polso stesse andando a fuoco.
Lo guardai dritto negli occhi, senza più veli o inibizioni, e attesi."Io volevo dirti... Dimentica tutto quello che ti ho detto prima che uscissi."
E detto ciò si voltò per scendere le scale. Non riuscii a trattenermi e sbottai senza controllo nè preavviso."Stai scherzando?? Cazzo Dylan, con quelle parole mi hai rovinato la serata e ora vuoi che le dimentichi? Anche con Trevor, non ho smesso di pensarci per un solo istante. Perciò davvero, scusa se non voglio dimenticarle, perchè sono le uniche parole più vere e sentite che tu mi abbia mai detto, le uniche parole che non hai potuto trattenere..."
Lui sembrava stupito quanto me per quell'improvviso coraggio.
"Tu vuoi davvero che dimentichi? Vuoi tornare al punto di partenza, a quando ci odiavamo? A quando credevo non ti importasse niente di me?"
Aggiunsi."Io... Io non lo so più, ok? Sto cercando di fare la cosa più giusta per te!"
"Non spetta a te decidere cosa sia giusto per me!"
Mi stavo esasperando."Io voglio solo che tu mi odi, Summer. Se non lo facessi soffriresti a causa mia..."
"Cazzo Dylan, ti odio davvero adesso! Odio questo tuo carattere, odio che ti trattieni sempre, che ti nascondi dagli altri, che non vuoi ascoltare i tuoi sentimenti... Odio il fatto che tu voglia far vedere agli altri sempre il peggio di te, che fai di tutto per allontanare chi ti circonda... Ma sai che ti dico? Anche l'odio in realtà è una forma di amore, forse la più potente che esista. Perciò sì, Dylan Cooper, io ti odio."
Ormai ero rassegnata ma, non appena mi voltai, due mani mi afferrarono i fianchi, mi girarono e mi sollevarono dai glutei. Poi con grande rapidità mi portarono su per gli ultimi scalini e infine in camera.
Le sue mani non si staccarono dal mio corpo nemmeno per un secondo. Tenendomi in braccio, mi spinse con la schiena contro la parete, poi si fermò a fissarmi.
Il vestitino ormai mi saliva fin sopra le cosce, che aderivano i suoi fianchi ricongiungendosi dietro la sua schiena. Lui studiò la scollatura, poi scese sulle mie gambe scoperte e infine mi guardò negli occhi.
Poi sfregò con il naso nell'incavo del mio collo e salì sempre più in su, fino ad arrivare all'orecchio, dove il suo fiato caldo mi colpì."Ti odio anch'io, Summer, non sai quanto..."
Quelle parole furono un brivido piacevole lungo tutta la spina dorsale, una dichiarazione.
Ormai non aveva più barriere, più limiti, finalmente seguiva il suo istinto.Posò delicatamente le labbra sulle mie, poi mi guardò per studiare una mia reazione.
Tutto il mio corpo urlava, bramava quel contatto tanto bello quanto proibito.
Non servì parlare. Bastò uno sguardo, uno sguardo pieno di brama e consenso.
Sapevo che era un errore, che stavo cedendo ad una tentazione, ma non riuscivo proprio a tirarmi indietro...Il secondo bacio fu tutt'altro che delicato. Le sue mani strinsero i miei fianchi con più possesso, salendo sempre più in su, sui capelli e sul seno...
Le nostre bocche si muovevano in modo vorace. Lentamente schiusi le labbra per approfondire il bacio e il contatto tra le nostre lingue aumentò la tensione.
La mia testa vorticava, le mie gambe tremavano, ero avvolta da brividi di piacere e lussuria che non volevo finissero mai.
Probabilmente era tutto sbagliato e me ne sarei pentita, ma al momento non mi importava. Volevo che quel contatto tra noi non finisse mai, che le nostre lingue continuassero ad intrecciarsi ed i nostri corpi ad avvinghiarsi.Era un bacio rude, pieno di passione. Come se fosse un desiderio a lungo represso e finalmente concesso. Ci staccammo solo quando fummo entrambi a corto d'aria.
Dylan mi guardò negli occhi, sorrise e si godette quell'attimo, l'attimo in cui entrambi realizzammo quanto era appena accaduto.
Tenendomi in braccio, mi staccò dalla parete e mi adagiò sul mio letto. Poi si stese di fianco a me e rimase a fissare il mio profilo. Non avevo mai provato quelle sensazioni con nessuno. Nemmeno con Trevor. Nemmeno con Jasper."A cosa pensi?"
Mi chiese ad un tratto Dylan."Io, te, insomma noi! Com'è potuto succedere?"
Dissi premendomi un cuscino sul viso per coprire l'evidente rossore delle mie guance. Lui mi sorrise. Un sorriso genuino, vero."Non lo so... Ma mentirei se dicessi di non averlo mai immaginato."
Quella sua affermazione così esplicita mi fece arrossire ancora di più.
Poi si mise a sedere e a guardarsi intorno."Così questo è il famoso letto di Summer Baker", disse con fare spiritoso.
Poi studiò le cose sul mio comodino soffermandosi su un'alta pila di libri."Ti porti dietro tutti questi libri ogni volta?"
Mi chiese buffamente. Non l'avevo mai sentito parlare così spontaneamente. Non l'avevo mai visto così felice e spensierato, sembrava proprio un bambino..."Beh, diciamo che mi piace leggere..."
"E questo cos'è? Un diario??"
Afferrò il mio taccuino personale e cominciò a sventolarlo in aria."Ridammelo, è mio! È privato, non puoi leggerlo!"
Esclamai mentre salivo in piedi sul letto per toglierglielo dalle mani.
Lui lasciò il taccuino, mi afferrò, mi fece ristendere e cominciò a farmi il solletico."Basta, basta!"
Non riuscivo a smettere di ridere. Con quel gesto semplice e genuino faceva sorridere la bambina dentro di me...Si fermò solo dopo aver adocchiato e preso in mano uno dei libri della pigna.
Lo fissò, lo aprì, osservò le sottolineature e il segnalibro e sul suo volto comparì un sorriso di stupore.Non feci in tempo a domandargli il perchè di quella reazione che sentimmo la porta di casa spalancarsi e le voci del resto delle nostre famiglie, di ritorno. Mi diede un rapido bacio sulla fronte, poi uscì.
Guardai il libro che aveva lasciato sul mio letto: "Piccole donne". Feci spallucce e lo appoggiai sopra la pila. Poi mi infilai sotto le coperte fingendo di dormire, in modo da evitare qualsiasi domanda sulla serata.E finalmente, per la prima volta dopo tanto, quella sera riuscii a dormire. Niente musica, niente amaca. Solo il mio sorriso sul volto mentre lentamente le mie palpebre si chiudevano...

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Only Summer
RomanceSUMMER VIBES Summer é una ragazza che ama le cose semplici e si circonda di pochi ma buoni amici. Ma si sa che dietro ad ogni ragazza si nascondono molte debolezze, celate in un sorriso. Dopo un evento tragico che segnó la sua vita, si ritrovò a do...