Only Summer

Una serata tranquilla

🎮ALEX⚽️

Trevor era appena passato a prendere Summer. Era la prima volta che mia sorella usciva con un ragazzo dopo tutto il casino con Jasper...
Non riuscivo a pensare ad altro, continuavo a preoccuparmi per lei...

"Dai Alex, non darti tanta pena, la tua sorellina starà bene!"
Cercava di rassicurarmi Bonnie mentre passeggiavamo per il centro con Allie e Carly.

Quella sera Dylan non era voluto uscire con noi: diceva di non avere "l'umore adatto" ed era voluto rimanere a casa. E così mi aveva abbandonato in mezzo a tre ragazze.

"Dai vieni a ballare, che se no mi addormento!"
Come al solito Allie andava a scovare i locali dove trascorrere le serate. L'unica alternativa al dormire era, per lei, quella di ballare: altrimenti diventava come una bambina che si stanca subito e vuole tornare a casa alle nove.

Allie si buttò nella mischia con Bonnie, io invece preferii passare e percorsi la passerella della spiaggia per andarmi a stendere su una sdraio in riva al mare.

Con mia sorpresa scoprii che Carly aveva avuto la mia stessa idea.

"Ei, che ci fai qui?", le chiesi facendola arrossire.

"Diciamo che avevo bisogno di un po' di tranquillità da tutto quel fracasso..."

Le sorrisi stendendomi sul lettino di fianco al suo. Restammo in silenzio.
Era una situazione alquanto strana: nonostante lei e Summer si conoscessero fin da bambine e lei ormai era come se abitasse a casa nostra, non avevo mai passato del tempo con lei, da soli.

Ma quel silenzio non fu imbarazzante. Non fu un silenzio vuoto, insignificante: era come se stessimo comunicando senza parole, come se avessimo una certa sintonia.
Nessuno dei due osava interrompere quel momento. Eravamo consapevoli che entrambi avevamo bisogno di tranquillità ma allo stesso tempo di qualcuno con cui condividerla.

Trascorremmo così gran parte dei minuti, uno di fianco all'altra in silenzio.
Poi Carly si girò su un fianco con lo sguardo puntato sul mio viso. E io sapevo benissimo cosa stava guardando...

"Chiedimi pure", le dissi.

Lei apparve un po' imbarazzata, poi però tirò un respiro e parlò:
"Non ho ancora capito come ti sei fatto quella"

Lo sapevo: parlava della mia cicatrice...

"Pensavo che Summer te l'avesse detto... Per una rissa con Jasper, tutto qui."

"Aspetta, quella che dicono che hai provocato tu dopo aver scoperto l'inferno che aveva passato Summer? Quella per cui ora Jasper è in ospedale?"

Era un argomento troppo delicato. Dovevo attenermi a quella versione, gliel'avevo promesso, mi sarei preso la colpa...

"Si, quella... L'ho provocata io per difendere mia sorella e Jasper mi ha ferito, ma è andato in ospedale non per merito mio ma per... Ecco, per un incidente..."

Aveva lo sguardo un po' perplesso e pensieroso, ma non fece altre domande: si rigirò e tornò a guardare il cielo notturno.

"Ora tocca a me", la colsi di sorpresa.
"Perchè non ti lasci mai avvicinare dai ragazzi?"

La vidi sorpresa per la mia domanda, cominciò al agitarsi e ad arrotolarsi ciocche di capelli con le dita, come una bambina.

"Forse è una domanda troppo personale... Se non te la senti non devi rispondere", aggiunsi.

"Io...", fece una pausa, poi riprese.
"Penso sia perchè non riesco a fidarmi fino in fondo..."

Rimasi in silenzio nell'attesa che continuasse.

"... Perchè l'unica figura maschile di cui mi sia mai fidata non ha mantenuto le sue promesse e mi ha abbandonato..."

Sentii il mio cuore frantumarsi. Si riferiva a suo padre. Oltre a lui non aveva nessun altro uomo in famiglia. E infatti erano rimaste solo loro due, lei e sua madre.

Si asciugò una lacrima che minacciava di uscire dagli occhi, poi si alzò con un sorriso:
"Adesso provo ad andare un po' a ballare, magari si risolleva l'atmosfera!"

Istintivamente mi alzai, mi avvicinai a lei e le circondai il busto con entrambe le mani. Era piena di stupore e spavento allo stesso tempo, tra le mie braccia tremava lievemente. Chissà quando era stata l'ultima volta che aveva ricevuto un abbraccio...

"Vengo con te...", le risposi.
E la seguii.