Capitolo 4

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Sto attaccata a lui, in sella alla sua moto Ducati nera cromata 1199. Essa sfila come se volasse. Le strade sono sgombre. Fisso i muri degli edifici circostanti e noto ad un tratto un enorme cartello con il viso di Austin.
Mi giro di scatto verso di lui <<Ma tu chi sei ?>> domando.
Lui sorride e accelera. Stiamo andando in un bar. Gira in un vicolo a velocità, e poi s'immette in un parcheggio. Si ferma d'improvviso e con ancora il motore acceso, mi fa scendere.
<<Se vuoi sapere chi sono, devi bere con me>> <<È una minaccia ?>> chiedo incrociando le braccia.
<<Sei suscettibile, te lo hanno mai detto ?!>> Mi afferra la mano, dopo essere sceso dalla moto a sua volta.
Mi trascina verso l'entrata e poi mi guarda <<Accetti ?>> annuisco e cosí entriamo dentro.
Sono tutti all'interno del locale. Ci sono anche delle ragazze. È proprio una gang. Come quelle degli anni 60. Giubbotti di pelle nera, capelli laccati, donne con abiti attillati e capelli gonfi.
Mi viene da ridere. Austin mi tiene stretta al suo corpo. Raggiungiamo un tavolo in fondo e ci sediamo. Lui si leva la giacca e me la mette sulle gambe, sembra geloso. Poi mi domanda <<Cosa vuoi bere ?>> ci penso su e rispondo <<Una soda >> <<Okay >> lascia il cellulare, l'accendino, le chiavi e le sigarette sul tavolino e va ad ordinare i drink. Mi sporgo e gli rubo una sigaretta e l'accendino. Me l' accendo e comincio a fumare. Mi sento un' estranea. È un mondo a parte. Un mondo che credevo un ricordo. Un mondo fatto di brillantina. L'ambiente è circondato da tanta musica, tutta in stile anni 60 e 70. Rock. E mi ritrovo a muovere la testa e le mani a tempo di musica.

Austin ritorna e mi consegna la bottiglia di soda. Lui beve una birra.
<<Allora ti concederò solo tre
domande >> <<Perché cosí poche ?>> chiedo contrariata <<Perché ne hai di più ?>> domanda ridendo e accendendosi una sigaretta. Sospiro seria.
<<Come ti chiami veramente ?>> <<Austin Charles Collins>> annuisco <<E la tua famiglia è ricca ?>> lo vedo incupirsi per una frazione di secondi <<Si, la mia famiglia gestisce un impero informatico da New York a Chicago>> non sembra felice.
Annuisco ancora
<<Perché mi cerchi ?>>
Si gratta il viso, ha un accenno di barbetta bionda. Aspira il fumo e poi guardandomi con aria pragmatica afferma <<Perché non mi sei antipatica>> apro la bocca in cerca delle parole giuste, ma sono confusa. Non so cosa voglia dire e mi limito a ringraziarlo.

(Pov. Austin)

La osservo ha un aria poco convinta e innocente. Mi ha colpito fin da subito. Quella sera al locale mi stavo annoiando. Giocavo a biliardo, ma senza divertimento. Forse perché non avevo ancora bevuto o forse perché poche ore prima a casa avevo litigato con mio padre. Desmond Collins, odia che i suoi unici due figli siano dei teppisti. Lui ci vorrebbe a casa ad imparare l'arte aziendale.
Ma io e Tommy siamo due spiriti liberi. Degni nipoti di nostro nonno, che era un biker hai suoi tempi.
Tommy ha sempre voluto emularlo fin da bambino e indossava il suo giubbotto di pelle ogni volta che andava in soffitta.
Al compimento dei suoi sedici anni, fondò la gang. All'inizio erano in dieci. Ma poi quando l'anno dopo mi uní anche io con i miei amici, diventammo ventisette. Eravamo un gruppo. Cercammo un luogo di ritrovo, un nome adeguato, i nostri colori e soprattutto le moto. Adesso sono passati dieci anni, e la nostra gang, vanta ben ottant' otto membri all'incirca. La famiglia cresce sempre di più.
Quel giorno ero depresso ma quando ho visto Briar, ho sentito qualcosa che non ho mai provato prima d'ora. Un attaccamento, una voglia di conoscerla, cosí tale da farmi affondare nelle sabbie mobili. Ho sentito che forse non sarei più stato solo.
E quando è salita sulla mia moto e si è attaccata a me, ho capito che non volevo più lasciarla andare via.
Non le ho mentito ma ho cercato di omettere tutto ciò che riguardava la mia famiglia. Io non voglio essere Austin Collins, io sono solo Austin.
La fisso mentre fumo. È bellissima fasciata dal suo vestito. Ma provo un irrefrenabile morsa al cuore se penso che anche gli altri possono poggiare gli occhi su di lei, vorrei tenerla nascosta, cosí che solo io possa contemplare il suo viso. Si guarda attorno, con occhi da cerbiatta.
Spegne la sigaretta nel posa cenere e continua a guardarsi intorno.
Bevo e fumo.

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