Capitolo 35

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Elle mi è venuta a prendere pochi minuti fa. Mi ha portata a casa sua. Mi ha mostrato tutte le sue duecento piante esotiche, e adesso dopo una "buona" spremuta alle more e finocchio.
Mi sta parlando della sua vita.
Parla tanto di sé. Quando comincia è difficile fermarla. Ho bevuto pochi sorsi per non metterla a disagio, e ora la sto ascoltando.
A quanto pare ha una laurea in agricoltura sperimentale. Mischia i semi e crea piante nuove. La sua serra bioclimatica è molto fornita. Ha la Sterlizia. La Clivia. La pianta dell'avocado. E persino la Maracuja. Solo per citarne alcune delle più esotiche che mi abbia mostrato.
<<Capisci è stato come volare. Non ho mai provato una sostanza più leggera.
Mi ha cambiato la vita. Cosí ho detto addio allo zucchero. Adesso uso solo il miele.>> le sorrido felice per lei.
<<Wow hai tante storie da
raccontare. >>
Lei annuisce mentre da l'acqua hai suoi gerani. Mi accarezzo il ventre.
<<E tu sei incinta, racconta>>
La sua richiesta mi mette in difficoltà. Forse un po' invadente.
Tocco il bicchiere di ceramica rossa. E lei posa l'annaffiatoio e si siede di fronte a me. Su di uno sgabello di legno. <<Ecco...Stavo per sposarmi ma nel mentre avevo anche una relazione con un altro uomo. Un uomo che amo molto, e ora sono incinta. Ma non so chi sia il padre del mio bambino>>
<<Wow, anche tu hai tanto da raccontare.>> <<Sembrerebbe di sì>>
È un momento imbarazzante ma lei lo alleggerisce cambiando argomento<<E come lo chiamerai ? Avrai pensato ad un nome, no?>> <<Veramente non so neanche cos'è. Non so se è maschio, o se è femmina>> <<Io ti consiglio di pensare a due nomi cosí sarai preparata per entrambe le eventualità>> Non ha torto.
<< Sai le piante sono come le persone, più parli loro gentilmente più crescono sane e felici. Ma se sarai cattiva, loro moriranno. È questo che mi piace della natura. Ci avvolge, ci attraversa, e ci si ritorce contro. Ma non è mai falsa. Per quello abbiamo noi la prerogativa >> le dò ragione. Come fa del male l'essere umano. La natura non potrà mai batterci.
Ed io mi pento, ma rientro nella lista.
I miei pensieri si spostano su Austin. Chissà cosa starà facendo in questo momento. Starà pensando a me ?

Oggi il sole è alto, ma l'aria rimane fredda.
Uscite da casa sua. In procinto di una passeggiata nel villaggio di Breward. Attorniate da case. E tanto verde. Ci mettiamo a ragionare sui possibili nomi. <<Tuo padre si chiamava Ross, sarebbe un bel nome. >> <<Si. Ma mi ricorderebbe sempre mio padre ed il suo sogno. Io voglio cambiare vita, Voglio un sogno tutto mio>> Elle concorda <<Che ne dici di James, è un classico. >> Sorrido <<Non credi sia troppo classico ?>> <<Va bene, signora questo no e questo neppure. >> le sue braccia si muovono su e giù. Ed il suo passo è più svelto del mio.
<<Che ne dici di Revna se è femmina e Ivar se è maschio ?>>
punto i piedi sul terreno e mi blocco.
<<Corvo e Tasso ?>> <<Sono brutti ?>> scuoto il capo.
<<No, mi piacciono ma sono nomi norreni >> <<E allora ? Vuoi qualcosa di nuovo ?!>> annuisco. Sono dei bei nomi. Esotici quanto il mio. Antichi ma anche moderni.
Continuo a passeggiare. Ella mi fa voltare per una stradina. Mi porta al mercato del villaggio.

Vi è molta gente. Il loro chiacchiericcio crea confusione attorno a noi. Osservo la frutta e la verdura e ne annuso l'odore gradevole. È tutto fresco di prima scelta.
Elle acquista del sedano e qualche mela. Io mi limito a seguirla nelle sue compere.
Mi stringo nella giacca. Arriviamo davanti una bancarella di dolci fatti in casa. E qui il mio stomaco m' implora di comprare. Così cedo.
<<Scusi quanto costa questo dolce allo zafferano ?>> L'uomo davanti a me si volta. Rimango sconvolta. È Justin. Il mio ex del liceo.
Annaspo <<Justin ?!>> Anche lui mi ha riconosciuta. Tiene la bocca aperta. I suoi capelli sono lunghi lisci e biondi. Sembrano fatti di luce. E stanno legati sulla nuca. I suoi occhi neri sono piccoli ma con lunghe ciglia. Ed il suo naso aquilino incornicia la sua espressione di sorpresa e la sua barba leggermente incolta.
<<Briar Tail. Mi avevano detto che eri andata in America e poi...>> il suo viso si blocca sulla mia pancia <<Aspetti un bambino ?! >> <<Già >> rispondo ridendo in imbarazzo. È più magro di come lo ricordassi. Niente a che vedere con il corpo muscoloso di Austin. O le spalle larghe di Luke. Ma è ancora molto bello.
<<Sono contento per te, sei qui in vacanza ?>> scuoto la testa <<Sono qui per restare >> <<E con te c'è anche tuo marito ?>> guarda intorno a noi alla ricerca del mio ipotetico compagno.
<<No, non sono sposata, sono solo io ed il mio bambino. Ah... C'è Elle Walsh>> guardo di lato ma non la vedo <<Qui da qualche parte>>
Mi mostra un enorme sorriso e poi comincia ad impacchettare la torta che avevo indicato in precedenza <<Offre la casa>> afferma porgendomela <<Non posso accettare, devo pagarla>> <<Insisto >> dice con un sorriso <<Okay>> Accetto e prendo la busta dalle sue mani.
<<Allora ci vediamo Briar >> a mia volta lo saluto. Ma con una punta di emozione.
Rivedere qualcuno dopo tanto tempo e come vederlo per la prima volta. Ti ricordi i suoi tratti ed il tempo trascorso, ma loro ormai sono diversi cosí come lo sei tu.
Raggiungo Elle ed insieme ci immergiamo nella natura. Torniamo a casa sua per il pranzo.

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