Capitolo 20

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Il viaggio in aereo prosegue senza intoppi. Nessuna voce. Nessun discorso.
Ma devo confessare che mi perdo spesso nel guardarlo. Austin siede dalla parte opposta alla mia. Luke è al mio fianco ma dorme per quasi tutto il volo.
Ho la visuale aperta, e cosí mi metto su di un fianco e comincio a fissarlo.
Il suo profilo e disteso, i suoi capelli sempre ribelli gli ricadono sul naso e sulla fronte. Tiene il capo chino. Fa un cruciverba per passare il tempo. Ogni tanto solleva lo sguardo dalle pagine e si guarda attorno. Cosí chiudo gli occhi e aspetto che smetta di guardare dal mia parte.
Ma quando li riapro. Lui beve acqua. O mangia qualcosa. Poi poggia la testa sul sedile. Sembra pensieroso.
Starei ore a rimirarlo. Sembra un dipinto.
Uno di quelli fatti ad olio su tela.
Ad un tratto, senza preavviso si volta di scatto verso di me. E i nostri sguardi s'incrociano.
Spalanco gli occhi. Mi trovo in difficoltà. Comincio a guardare da altre parti. E poi mi metto seduta. A capo chino. Mi ha beccata. Non so se se ne andrà mai, la sensazione di appartenenza, che sento con lui.

L'amore non è un bisogno è una scelta. Non è nemmeno un colpo di fulmine, quella è l'attrazione.
Ma nel momento in cui ci si innamora. Irrimediabilmente si diventa dipendenti da quella persona. Si dipende dalle sue abitudini. Dal suo sorriso. Dai suoi baci, dai suoi abbracci e da tutto ciò che definisce il suo carattere.
Ma quando si ama davvero si accettano soprattutto i suoi errori. Divengono parte del rapporto. Quella cicatrice che per gli altri è solo un taglio. Ma che per te è la parte centrale della relazione. Quella parte che quando si è aperta ha tirato fuori il marcio, e che insieme avete dovuto richiudere.
Se la cicatrice è salda lo è anche il rapporto. Ma se essa rimane aperta o si riapre. Allora l'alternativa è lasciarsi.
Perché una volta riaperta la ferita essa non si rimarginerà di nuovo. Rimarrà sempre lí, sanguinante pronta a macchiare la relazione.

Sospiro e fermo l'assistente di volo.
<<Cosa posso portarle ?>> <<Un bicchiere di vetro e una bottiglia di vino, grazie >> <<Arrivano subito>>
Siamo su un volo vuoto. A quanto pare Austin ha riservato l'intero volo solo per noi cinque.
D'un tratto da dietro mi vengono tirate delle ciocche di capelli.
<<Ahia!>> il dolore è acuto. Mi sporgo e trovo Rose che mi sorride innocente.
<<Briar ho una domanda da farti, ma quindi ti sposi comunque ?>>
Parla a voce alta. Le metto una mano sulla bocca sporgendomi di più.
<<La vuoi smettere ?! Certo che mi sposo ho fatto una promessa, e ora mangia>> tolgo la mano e lei mi guarda corrucciata, apre il pacco di patatine <<Dico solo che dopo quello che mi hai raccontato dovresti essere sincera con Luke. Meritate qualcosa di meglio che accontentarvi l'uno dell'altra>> fatico anche a respirare.
Le sue parole sono affilate come cesoie.
<<Lo so. Ma ho fatto una promessa>>
Trattengo le lacrime e mi mordo il labbro.
Mi siedo nuovamente e attendo il mio vino. Ho bisogno di affogare tutto nel bere. Sto diventando patetica, e questo lo so da me.
La donna mi porta il bicchiere e la bottiglia. La ringrazio e mi verso il liquido rosso nel bicchiere. Lo gusto e mi volto verso il finestrino.
Intanto le ore scorrono. E prima di accorgermene ho finito il vino. Sono ubriaca, e semi dormiente.

****

A svegliarmi è Luke. Mi scuote e quando apro gli occhi noto il suo viso contrariato.
<<Quanto hai bevuto?>> mi stiracchio e mi tiro su. Sbadiglio. Ho la gola secca e tanta fame.
<<Siamo arrivati ?>> la sbornia e passata dormendo. <<Si. L'aereo è atterrato mezz'ora fa>> annuisco con occhi stanchi. Poi sento il bisogno di vomitare. Mi porto una mano alla bocca e lo scavalco. Per un attimo c' intrecciamo. Lui cade sul pavimento dell'aereo, ed io corro verso il bagno libero. Vomito il vino, la tosse si fa sentire per lo sforzo.
Mi pulisco con la carta igienica e mi getto dell'acqua fresca sul viso.
Quando torno trovo Luke in piedi a braccia incrociate. Austin, Rose e Tommy non ci sono.
<<Dove sono gli altri ?>> <<Qua fuori. Siamo atterrati in una zona di atterraggio privata. >> Annuisco ancora stordita. Afferro la mia borsa e scendiamo dall'aereo.

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